Un “poliziotto-operaio” vicino alla gente. Maurizio Cudicio è un uomo di cinquant’anni. Da ventisette in polizia, oggi presta servizio nelle volanti, alla Questura di Trieste. E’ anche vice segretario nazionale del sindacato di polizia ADP nuova federazione autonoma, e ha fondato una pagina su facebook “Movimento Poliziotti” che oggi conta oltre 14mila adesioni (http://www.facebook.com/pages/Movimento-Poliziotti/146865372025455?fref=ts).
Maurizio ha una mission, quella di fare conoscere le cose positive che emergono dalla polizia e l’importanza di essere sempre al fianco dei cittadini. Ha scritto numerose lettere pubblicate sia su facebook sia su importanti mezzi d’informazione. Molto toccante quando dichiara che lui porterebbe un fiore sulla tomba di Carlo Giuliani, ucciso in circostanze tragiche durante il G8 di Genova. Scrive da padre, perché sa quanto sia doloroso perdere un figlio ma scrive anche da rappresentante delle forze dell’ordine. “Da poliziotto– scrive Maurizio- spero con tutto il cuore che non accadano mai più simili tragedie”. Missiva scritta con passione e sentimento, ma allo stesso tempo “consapevole che questa lettera sarà solo l’ennesimo sasso nello stagno, se mai passerò da Genova, Carlo, ti porterò un fiore”. Scrive un’altra accorata lettera al movimento No TAV, spesso, infatti, Maurizio è andato a compiere il suo servizio come forza pubblica durante le manifestazioni del movimento. Gli sembra di partire per la guerra, e invece sta andando solo in una valle italiana di cui non sa nemmeno il nome. Mette in risalto che i poliziotti sono padri di famiglia, solo operai della legge che hanno il compito dell’ordine pubblico, non nemici da combattere. “Ti chiedo di ascoltarmi – scrive Maurizio – protesta in tutti i modi che ritieni opportuni, ma non usare la violenza e se lo fai, pensa ai tuoi cari quanto ai nostri. Penso che questo progetto TAV procederà; voglio dirti che noi non saremo mai contro di te, ma non chiederci di farci da parte”.
In queste lettere leggiamo di un poliziotto contrario alla violenza, aperto al dialogo. Più volte si rivolge agli studenti, da un lato ci sono le raccomandazioni a non fare uso della forza, dall’altro un invito, quello di dare una mano a un poliziotto (durante una manifestazione) che risponderà togliendosi il casco scambiandosi così un bacio fraterno. Maurizio è un grande fautore dell’importanza di camminare accanto ai giovani e alla gente, non delle barricate. E proprio in questi ultimi giorni con il Movimento Poliziotti ha solidarizzato con degli operai che stanno perdendo il loro posto di lavoro. Maurizio Cudicio oltre ad essersi messo in gioco scrivendo tante lettere è soprattutto un poliziotto che più volte ha rischiato la sua vita per salvare dei cittadini. Come quando si è lanciato in un appartamento in fiamme per salvare un uomo imprigionato, ricevendo come premio un avanzamento di grado. Ha anche ricevuto due encomi per avere sventato una rapina e per aver contribuito a sedare gli animi al confine con l’ex Iugoslavia. Più volte ha impedito che persone turbate si togliessero la vita, come quando è riuscito a evitare che una ragazzina di quindici anni si tagliasse le vene. Tante le storie che questo poliziotto di volante potrebbe raccontare.
Ma l’uomo Maurizio Cudicio è anche sfiduciato. Scrive, negli ultimi tempi, una nuova missiva che inizia così: “Signor Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sento di doverLe scrivere questa mia lettera aperta perché sento il dovere di avvisarla che la sicurezza in Italia non siamo più in grado di assicurarla”. Parole amare di uomini in divisa che danno il cuore, ma che sono in grossa difficoltà. “Subire minacce continue -si legge nella lettera di Maurizio- offese e morire per uno Stato che non ci difende, non ha alcun senso. Indossiamo la divisa come fosse una bandiera ogni santo giorno, scendere nelle piazze e vederci “massacrati” dai media, da delinquenti che si spacciano per cittadini Italiani. Della nostra stessa amministrazione che ci taglia i viveri, che ci sta tagliando il cuore, tutto questo proprio non va”. Maurizio si è rivolto già al Ministro dell’Interno, al Capo della Polizia e anche al comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, per manifestare lo sconforto degli operatori delle forze dell’ordine.
”Ho voglia Sig. Presidente di lasciare la Polizia di Stato – spiega con tristezza Maurizio- perché non sono più in grado di fare il poliziotto per il cittadino e vicino alla gente. Le proteste per le piazze saranno sempre più “importanti” e l’uomo delle forze dell’ordine è stanco di subire umiliazioni che arrivano da tutte le parti, non siamo tutelati”. Parole forti, un monito importante da non sottovalutare in un periodo così critico per il nostro paese. E infine: “Signor Presidente della Repubblica italiana, Le chiedo da uomo, da padre di famiglia e da poliziotto, almeno Lei non ci abbandoni, siamo tutti Italiani e vogliamo regalare un futuro migliore ai nostri figli, faccia un passo in avanti importante e glielo chiedo in nome di tutti gli Italiani, non vogliamo gettare a terra la nostra divisa, ma abbiamo bisogno di Lei. Grazie”.
Non possiamo che unirci al grido di Maurizio Cudicio: Signor Presidente, faccia un passo avanti e ridia la speranza a noi italiani che non crediamo più in questo Stato.