Di un’unione agricola pro-polisario che contesta l’accordo agricolo tra Unione europea e Marocco
La Corte di Tarascona, in Francia, ha appena emesso una sentenza che condanna la Confédération Paysanne, organizzazione sindacale francese. Si tratta di una sigla utilizzata per via giudiziaria per ostacolare l’accordo agricolo Marocco-Ue. Questa sentenza costituisce un nuovo scacco giudiziario per il “polisario” e i suoi sostenitori in Francia.
Questa nuova sconfessione legale francese arriva poche settimane dopo quella che l’Alta Corte di Londra.
L’azione della Confédération Paysanne mirava a vietare la distribuzione dei propri prodotti a IDYL, società francese specializzata nella commercializzazione di ortofrutta del Marocco. Comprese le province meridionali, e a condannarla in giudizio (sanzioni e danni per presunti danni subiti).
La sentenza del Tribunale Commerciale di Tarascona, rigetta invece e dichiara prescritta l’azione legale del sindacato agricolo nei confronti della società “Idyl”, operante a Dakhla.
Il sindacato “Confederation Paysanne” aveva precedentemente tentato, invano, il 18 aprile 2014, davanti al tribunale commerciale di Tarascona, di denunciare i presunti “atti di concorrenza sleale per i contadini francesi ed europei”. Parlava dell’importazione e la commercializzazione da parte di la società “Idyl” di frutta e verdura prodotta nel Sahara occidentale e che beneficia dei vantaggi tariffari concessi al Marocco, secondo l’accordo di libero scambio entrato in vigore il 1° novembre 2012”. Il suo obiettivo era quello di aggredire anche la Corte di giustizia europea e vietare a SAS IDYL di distribuire questi prodotti.
La confederazione ha ribadito la propria ostilità in data 20 dicembre 2019, citando, a mezzo ufficiale giudiziario, SAS IDYL dinanzi al medesimo tribunale. L’obiettivo era quello di vietare a SAS IDYL di vendere i propri prodotti dalle province meridionali del Regno.
La sentenza della Corte ha integralmente rigettato le accuse della “Confederation Paysanne”, a favore della società IDYL. Sapendo che quest’ultima ha manifestato, nel corso del processo, la natura politica e soggettiva dell’azione promossa dal sindacato. Quest’ultima rappresenta l’azione di una minoranza, non rappresentativa dell’Ente e priva di legittimazione ad agire.
Questa sentenza francese, come quella britannica, confermano la legalità del Marocco nelle sue province meridionali e la conformità della valutazione delle risorse naturali alla legalità internazionale. E’ una vittoria della fede nella libertà di commercio e nel diritto della popolazione allo sviluppo come principi proposti dal piano di autonomia della regione.