Il parere dell’avvocatura generale della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) sul ricorso presentato dall’UE e dalla Commissione europea contro la decisione della Corte di primo grado, lo scorso settembre 29, 2021, nei casi sugli accordi agricoli e di pesca Marocco/UE, è stato emesso. Si tratta di un testo che costituisce un passo indietro per il Polisario.
Infatti, nell’ambito dei ricorsi presentati dal Consiglio dell’UE e dalla Commissione europea contro la decisione del Tribunale di primo grado relativa agli accordi agricoli e di pesca Marocco/UE, le conclusioni dell’avvocato generale della Corte europea, pronunciate segnano questa mattina un passo significativo nel processo giudiziario.
Si tratta di un’analisi preliminare, non vincolante, ma che fornisce spunti cruciali per le future deliberazioni. Le raccomandazioni dell’Avvocato Generale confermano la legalità e la validità dell’Accordo agricolo, pur esprimendo la necessità di un’evoluzione del partenariato nel settore della pesca. Queste conclusioni invalidano anche le affermazioni del “Polisario” e sottolineano la preminenza dell’Iniziativa per l’Autonomia del Marocco.
In questa fase si tratta di un semplice passaggio della procedura, dato che la Corte è chiamata a pronunciare la sua sentenza definitiva nella seconda metà del 2024.
Le conclusioni del procuratore generale non costituiscono né una sentenza né un ordine del tribunale. Si tratta di una semplice analisi proposta alla Corte, in vista delle successive deliberazioni dei giudici.
Tuttavia, le conclusioni dell’Avvocato Generale bastano a sconvolgere il “Polisario” e coloro che lo sostengono, su diversi aspetti.
L’avvocato generale raccomanda quindi di ribaltare la sentenza del Tribunale di primo grado e di mantenere la validità dell’accordo agricolo tra il Marocco e l’UE. Si conferma pertanto la legalità e la validità dell’Accordo Agricolo.
L’accordo dovrebbe essere mantenuto nei suoi termini attuali. L’avvocato generale ne conferma l’applicabilità ai prodotti del Sahara marocchino. Per quanto riguarda l’accordo di pesca, le conclusioni del Consigliere generale sono in linea con la volontà del Marocco di rivedere le basi del partenariato in questo settore, al fine di renderlo un partenariato qualitativo di nuova generazione. Emerge che l’obiettivo comune per il Marocco e l’UE sarà quello di procedere verso un moderno quadro contrattuale vantaggioso per tutti, interessato allo sviluppo socioeconomico, allo sviluppo sostenibile e alla conservazione delle risorse della pesca.
Inoltre, le affermazioni del “Polisario” riguardo alla cosiddetta “rappresentatività” sono sconfessate dal Procuratore Generale. Il Procuratore Generale ha concluso che “il Polisario non è riconosciuto come “Il” rappresentante del popolo del Sahara dalle Nazioni Unite o dall’Unione Europea” (par. 81).
Il testo rileva che il “Polisario” “non è mai stato eletto” dalla popolazione, e “è impossibile determinare con certezza se il Polisario goda del sostegno della maggioranza” (par. 83).
Afferma inoltre che al “Polisario” “non è mai stato concesso lo status di movimento di liberazione nazionale dalle Nazioni Unite o dall’Unione Europea e dai suoi Stati membri” (p.20).
Conclude che la pretesa del Polisario di essere “l’unico rappresentante” del Sahara non è coerente con la posizione dell’Unione Europea.
Inoltre, il procuratore generale conferma che l’Unione europea ha il diritto di concludere accordi con il Marocco che coprano le sue province meridionali. Facendo riferimento al diritto internazionale, ribadisce che il Marocco è l’unica autorità autorizzata a concludere accordi con l’UE riguardanti le province del sud. Pertanto il “Polisario” non ha qualità né capacità di concludere accordi.
Infine, l’Avvocato Generale ha respinto la richiesta di un’associazione pro-Polisario di vietare l’importazione di prodotti agricoli dalle province del sud. Questa conclusione apre la strada alla continuazione del commercio di prodotti agricoli.
Pertanto, le Conclusioni dell’Avvocato Generale contrastano con gli amalgami mantenuti dal “Polisario” e dai suoi promotori, che tentano di distorcere la realtà per ottenere vittorie immaginarie e mascherare i loro successivi fallimenti a vari livelli.
Le conclusioni del Procuratore Generale sottolineano anche la preminenza dell’Iniziativa per l’Autonomia del Marocco. Sottolinea a questo proposito che “dal 2018, il sostegno al Piano di Autonomia presentato dal Regno del Marocco nel 2007 sembra aumentare. Allo stesso modo, il vocabolario utilizzato nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sembra essersi evoluto. Pertanto, a partire dal 2018, la formulazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sottolinea la necessità di raggiungere una soluzione politica, realistica, pragmatica, sostenibile e reciprocamente accettabile alla questione del Sahara, che si basi sul compromesso.
Va ricordato che il procedimento davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea resta eminentemente europeo. Il Marocco non è parte di questa procedura, che riguarda in primo luogo il Consiglio dell’UE. Il Consiglio è sostenuto dalla Commissione europea e da diversi Stati membri, che difendono gli accordi con il Marocco.
Per il Marocco, le istituzioni europee devono assumersi le proprie responsabilità per proteggere il partenariato con il Marocco e difenderlo di fronte alle provocazioni procedurali e alle manovre politiche.
In definitiva, le conclusioni dell’Avvocato Generale costituiscono un grande passo avanti per il Marocco e un duro passo indietro per il “Polisario”. Confermano la posizione del Marocco e aprono la strada al rafforzamento del partenariato tra il Marocco e l’UE.