I militanti dell’Associazione degli amici e dei familiari delle vittime degli incidenti di Gdim Izik stanno preparando una mobilitazione in Marocco, in vista della prossima udienza del processo a carico dei responsabili dell’uccisione di 11 poliziotti marocchini avvenuta nel novembre del 2010 nella località vicino Laayoun.
Dopo la manifestazione che si è tenuta domenica scorsa davanti al parlamento di Rabat, in occasione della giornata mondiale dei diritti umani, per chiedere che sia fatta giustizia, i parenti delle vittime di questi incidenti hanno diramato un comunicato, ripreso dall’agenzia di stampa marocchina “Map”, sostenendo che “le manifestazioni in programma sono parte degli sforzi per far sentire la nostra voce”, assicurando che la loro sofferenza “è ancora viva sei anni dopo la morte dei nostri figli”. Il presidente dell’Associazione, Ahmed Atartour, parente di una delle vittime degli scontri, Abdelmajid Atertour, ha spiegato che l’obiettivo della mobilitazione è quello di “onorare la memoria di quei martiri che hanno versato il loro sangue nelle sabbie del Sahara per la sicurezza del territorio e la salvaguardia della sua sicurezza”.
Atartour ha inoltre rilevato che la sua associazione rivendica di essere presente nelle sedi internazionali “per contrastare le campagne di disinformazione degli avversari dell’integrità territoriale del Marocco su questo tema”, riferendosi ai militanti del Fronte Polisario accusato di essere dietro le violenze del 2010. Le famiglie e gli amici delle vittime Gdim Izik hanno annunciato in questi giorni la creazione di una Associazione di coordinamento “che coincidere con la celebrazione della Giornata Mondiale dei diritti umani perché la nostra convinzione è che il diritto alla vita è il più sacro dei diritti”.