L’assalto dei clandestini alla recinzione che separa la zona di Melilia da Nador è stato preparato in anticipo, accuratamente pianificato ed eseguito con una violenza senza precedenti
Dietro l’assalto di migranti alla recinzione di confine di Melilla col Marocco, che ha provocato la morte di 23 persone secondo l’ultimo conteggio ufficiale, ci sono i trafficanti di esseri umani e le mafie che gestiscono questo affare. Ne sono convinti gli attivisti locali che si occupano di assistere i migranti. Secondo chi era presente sul posto, l’assalto dei clandestini alla recinzione che separa la zona di Melilia da Nador è stato preparato in anticipo, accuratamente pianificato ed eseguito con una violenza senza precedenti da una rete mafiosa che ha consentito a gruppi di migranti di giungere al di fuori del regno.
Il Marocco si è risvegliata oggi ancora scioccata per quanto accaduto. Il Re Mohammed VI, ha infatti sempre sostenuto la cooperazione sud-sud in modo attivo, che pone al centro l’elemento umano, le azioni, i progetti e le iniziative a favore dei migranti. Sono migliaia i migranti subsahariani che vivono in Marocco, alcuni studiano (più di 12.000 studenti sono giunti a Rabat attraverso il canale della cooperazione, il 90% dei quali borsisti), altri lavorano nel Paese. Tutti completamente integrati. Il Regno del Marocco ha visto il fenomeno della migrazione con una visione umanista, globale, pragmatica e responsabile, per fare del Marocco una terra di accoglienza. Ha consentito la regolarizzazione di decine di migliaia di migranti subsahariani dal 2013 fornendo loro gli stessi servizi pubblici dei
cittadini marocchini. In questo contesto, il Regno del Marocco applica fermamente gli impegni internazionali del Regno in materia di migrazione e asilo e nel rispetto dei diritti umani. Questi impegni internazionali in materia di migrazione si riflettono nel attuazione della Strategia nazionale per l’immigrazione e l’asilo che mira ad una politica rispettosa della dignità e dei diritti del migrante nonché ad una politica inclusiva per i migranti in tutti i servizi a cui i migranti hanno accesso nazionale (istruzione, lavoro, alloggio, salute, formazione professionale).
A tutti i livelli a Rabat è stato condannato quanto accaduto a Melilla il 24 giugno. Per questo è forte la convinzione che si sia trattata di un’operazione delle reti mafiose internazionali, di gruppi organizzati che si impegnano nella tratta di esseri umani portando migranti dall’esterno del Marocco. Questo attacco, condotto da queste reti mafiose, è stato estremamente pericoloso e violento. Queste reti mafiose sono pronte a tutto nella negazione della vita umana migranti. In ogni caso, il Regno del Marocco resta determinato a rafforzare la cooperazione con tutti i partner nell’ambito delle responsabilità condivise per una migliore sicurezza regionale e per continuare la sua lotta contro le reti della tratta di esseri umani.