Premier palestinese partecipa a festa del trono a Ramallah
Il Discorso rivolto dal Re Mohammed VI alla Nazione in occasione del 24° anniversario dell’ascesa al Trono conferma il rapporto “illustre” e “saldamente radicato nella storia” tra il Regno del Marocco e lo Stato di Palestina. Lo ha sottolineato domenica sera a Ramallah il primo ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh.
In un discorso pronunciato durante un ricevimento organizzato dall’Ambasciata del Marocco in Palestina, Shtayyeh ha espresso stima per il Re. Ma anche per il suo discorso di supporto alla causa palestinese e ai diritti legittimi del popolo palestinese di stabilire uno stato indipendente con Gerusalemme est come capitale.
Questa posizione riflette la forte solidarietà tra i due popoli (marocchino e palestinese), il loro impegno nella difesa delle cause della nazione araba. Il distinto rapporto saldamente radicato nella storia che unisce Palestina e Marocco, ha proseguito il Primo Ministro palestinese.
Shtayyeh ha sottolineato che il Marocco è un partner importante nel sostenere i palestinesi nella città di Gerusalemme. Fornendo loro aiuto per affrontare le sfide. Il che riflette la piena solidarietà del Marocco con la Città Santa e il suo sostegno agli abitanti di Gerusalemme. Ci sono numerosi programmi congiunti tra le due città.
Ha inoltre espresso, a nome del Presidente palestinese, Mahmud Abbas, e del Consiglio dei ministri palestinese, le sue felicitazioni al popolo del Marocco. In occasione di questo evento della sua storia.
Al ricevimento hanno partecipato diversi ministri e funzionari palestinesi, diplomatici accreditati in Palestina, membri del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e del Comitato Centrale del movimento Fatah, nonché personalità religiose musulmane e cristiane.
L’Ambasciata del Regno del Marocco in Palestina ha celebrato il ventiquattresimo anniversario dell’ascesa al trono del Regno del Marocco di Re Mohammed VI. Presso l’Hotel Carmel di Ramallah, alla presenza del Primo Ministro e un certo numero di ministri, funzionari e diplomatici che lavorano in Palestina. Erano presenti anche membri dei due comitati esecutivi dell’Organizzazione Centrale di Liberazione del movimento Fatah, personaggi religiosi islamici e cristiani.