L’esternazione di Padoa Schioppa sui “ bamboccioni” non è rimasta isolata. Su un tessuto sociale disastrato come quello costruito dal berlusconismo, ha ripreso il tema la ministra degli Interni Cancellieri: “i giovani sono mammoni” ha detto qualche tempo fa.
Suo figlio ad esempio non è mammone, ma lavora con l’indagato Salvatore Ligresti proprietario della Torre Galfa di Milano, occupata da giovani creativi che reagivano a un sistema ammuffito e corrotto che li vorrebbe appunto nelle condizioni di non lavorare mai e di essere sfruttati al meglio. La torre come è noto è stata sgomberata, su ordine partito dal ministero degli Interni.
I “ mammoni” di Cancellieri completavano la “monotonia del posto fisso” di Monti. Che era appunto un modo diplomatico per risolvere la questione del precariato, meglio sarebbe dire dell’annientamento sistemico delle capacità e delle energie dei giovani che impedisce loro di farsi una vita autonoma e una famiglia. Ancora peggio quando il tutto è sottolineato dai giovani fotocopia dei vecchi come Michael Martone. Già portaborse del disprezzatore Renato Brunetta, oggi sottosegretario al Lavoro, qualche mese fa dava degli sfigati ai laureati in ritardo, avendo lui bruciato tutte le tappe in modo assai dubbio.
A questo, manco a dirlo, fa da contraltare l’esaltazione mediatica e politica della casalinga (“la mamma”), lo zoccolo duro dei votanti del PDL per anni.
Queste esternazioni della politica ma anche dei tecnici, tragicamente prive di senso della realtà sono in genere accompagnate dall’evocazione della “ meritocrazia” e da qualche futura iniziativa da parte dello stato per la quale ci vogliono fondi che nessuno ha.
E siccome l’idiozia, si sa, è contagiosa, neppure stavolta Simona Ercolani si è lasciata sfuggire la realtà cucinata dalla politica, lanciandosi nella produzione del nuovo reality “Mammoni” su Italia Uno, la rete giovane che disprezza i giovani (se sono donne meglio).
Produttrice creativa e “autrice” di questo format già trasmesso almeno tre anni fa in Francia, Germania e Spagna, Simona Ercolani è una delle intellettuali di riferimento del PD e perciò anche di Rai 3. Il marito, Fabrizio Rondolino, ex portavoce di D’Alema, sul suo blog (The Frontpage.it) insulta senza tregua magistrati e sinistra, e qualsiasi espressione socio culturale che non sia quella neoliberista e pasticciona tanto da essersi aggiudicato un posto da editorialista per il Giornale.
Ercolani è dunque di nuovo in onda dopo il fallimento dello scorso anno su Italia Uno con “Uman take control”, altro format concepito stavolta a Israele, prodotto da Bassetti. La trasmissione prevedeva dei giovani vestiti come i Teletubbies con dei tutini colorati, e regrediti al livello neuronale di questi, rinchiusi in una stanza vuota. Per diventare “esseri umani”, giacché dovevano essere “puniti” per aver partecipato in reality di vario genere (anche se sempre prodotti dallo stesso Bassetti), i concorrenti dovevano superare una serie di prove, consigliate dal pubblico da casa, che manco a dirlo è di un sadismo straordinario avendo accumulato il disprezzo tv per anni. Il processo di “umanizzazione” avveniva accettando e infliggendo umiliazioni come succhiare l’alluce dell’altro concorrente, mangiare sul suo corpo con le mani legate dietro la schiena, parlare ruttando, succhiare ciabatte, mettersi un ciuccio in bocca.
Il programma filonazista venne chiuso per mancanza minima di spettatori, forse disorientati da una dose troppo elevata di orrore e di confusione.
“Mammoni” reality del martedì sera, prima serata, è sicuramente molto meno violenta delle produzioni Bassetti, anche se mantiene il sottofondo di disprezzo per i giovani e il solito odio dichiarato per la cultura. Qui, delle madri totalizzanti vogliono passare al vaglio le donne che, non si capisce per quale oscura ragione, si precipitano sui figli, uomini adulti per nulla interessanti e con uno sviluppo rimasto alla fase preadolescenziale. Del mucchio di donne rimorchione è straziante cogliere che potrebbero chiedere e ottenere molto di più dalla vita che sposarsi con tali ceffi, ma invece sperano di aggiudicarseli. Tutte loro, meno una, verranno inoltre eliminate progressivamente, e in questi programmi è sempre per futili motivi tipo: “ non sei abbastanza bona”; “ l’unghia del piede non è sexy” e altri orizzonti valoriali così. Quindi assisteremo a una messa in scena umiliante della loro esclusione decisa a tavolino da queste figure mitologiche di madri castratrici e figli impotenti. I personaggi saranno dunque la madre assolutizzante, il figlio praticamente annientato, e la donna adescatrice, appunto, “la puttana” , da contrapporre alla propria madre che non ha eguali su terra.
La tv italiana ha già ampiamente sfruttato, manco a dirlo, il filone della “mamma”. Del 2010 è il terribile “Cuore di Mamma”, format americano da tea party, “My Mom”, un orrore di servizio pubblico (Rai 2) lungo 70 puntate, tutto sulla figura della suocera. Ma a essere demenziali erano sia uomini che donne. Stesso genere: “ la Sposa perfetta” (Rai 2, 2007). Ma con Mammoni si ristabilisce l’ harem in pieno per cui tante donne si affannano a essere preferite da un uomo solo.
Ma stavolta Erocolani ha saputo denigrare in una volta sola proprio tutti raggiungendo i risultati che sono solo di Maria De Filippi: giovani donne, come al suo solito (da non dimenticare la Pupa e il Secchione, dove le donne dovevano essere per forza stupide), uomini, e la generazione di donne over 40, con il retro messaggio della donna che, ovviamente non lavora e si occupa dei figli maschi, rendendoli futuri serial killer.
Erroneamente viene detto “reality” giacché è tutto estremamente recitato, ripetuto, studiato e monotono fino allo sfinimento. Infatti la prima puntata andata in onda martedì 5 è stata uno sforzo di copiatura e traduzione dell’edizione francese “Qui veut épouser mon fils” andata in onda su TF1 (direttore intimo amico di Sarkozy) e che aveva fatto 3.800.000 spettatori.
L’obiettivo è quindi confezionare un programma da vendere alle industrie investitrici di prodotti per casalinghe e per giovani della fascia di età compresa tra i 18 e 45. Gli investitori (andrebbe sempre ricordata questa loro partecipazione attiva ai confindustriali quando si lamentano della società italiana) avranno in cambio la certezza di un “pacchetto” di spettatori tenuti allo schermo dal coinvolgimento degli istinti più bassi, come appunto la gigantesca dose di incesto dei figli che vanno a letto con la madre, dettaglio eclatante passato totalmente inosservato nelle critiche dei grandi quotidiani che ancora usano la parola “ trash” per analizzare la tv.
La versione francese era stata vivisezionata dalla stampa francese che beata lei, non ha Aldo Grasso. Il semiologo François Jost ne ha isolato gli aspetti più tragici: la casalinga onnipotente che restituisce l’ordine morale, l’infantilizzazione del figlio, e la sceneggiatura sempre più presente dei reality, molto evidente nell’edizione italiana. E’ il conflitto che viene addomesticato e che il produttore può così monitorare senza imprevisti. La Comunicazione di Mediaset però non ha colto l’intervento durissimo di Jost, ma anzi l’ha menzionato nella presentazione del programma come se si trattasse di una serie di complimenti.