Una delegazione dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, guidata dal presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, insieme alle associazioni forensi, incontrerà alle 18 il ministro della Giustizia, Paola Severino.
Il presidente dell’Oua ribadisce la necessità di continuare la strada del confronto, nonostante le divergenze su questioni importanti per il futuro della giustizia e della professione forense: «Il dialogo è fondamentale, anche per smentire chi in questi mesi ha accusato l’avvocatura di essere una casta conservatrice, incapace di avanzare proposte. Con il confronto potremo ribadire le posizioni dell’avvocatura in merito alla riforma forense, di cui chiediamo una rapida approvazione alla Camera, senza mutilazioni e stravolgimenti sulle questioni prioritarie: tariffe, pubblicità, incompatibilità, tirocinio, riserve di consulenza legale, specializzazioni, esclusione dei soci di puro capitale.
Ma sarà anche l’occasione per approfondire e indicare un percorso in tempi brevi per la riforma dell’accesso dei corsi di laurea in legge. Il ministro ha avanzato alcune ipotesi da valutare, l’Avvocatura da anni ha delineato proposte chiare per evitare il continuo aumento del numero degli avvocati».
«L’Oua – continua – prospetterà un pacchetto di interventi su tutti i nodi che strozzano la macchina giudiziaria e, in concreto, sulla task force proposta dal Ministro Severino per lo smaltimento dell’arretrato, ribadendo, però, la contrarietà alla possibile rottamazione delle cause, a danno dei cittadini che attendono da anni una sentenza. Sì a una straordinaria iniziativa congiunta, avvocati e magistrati, per attaccare il debito pubblico della macchina giudiziaria, partendo dal presupposto che il lavoro degli avvocati non può essere equiparato a quello di un cottimista del diritto: qualificazione, incompatibilità e garanzia di professionalità non devono essere messe in secondo piano Non mancheremo di contestare, chiaramente, anche tutti quegli aspetti che riteniamo sbagliati dell’azione di questo Governo e dei precedenti: filtro in appello e modifica della legge Pinto, media-conciliazione obbligatoria, revisione della geografia giudiziaria».
«Infine, rivolgiamo un appello anche al Cnf – conclude de Tilla – affinché sia presente all’appuntamento. Dopo mesi di battaglie, oltretutto alla vigilia di uno sciopero indetto il 20 e 21 settembre, il ministro ha compreso che con l’avvocatura si deve dialogare alla luce del sole e rispettando le nostre posizioni. Non essere presenti equivarrebbe a una sconfitta e consentirebbe a chi avversa le ragioni degli avvocati di poter sferrare un ulteriore attacco».