L’Alto Adige è un giardino-vigneto tra i più belli e curati d’Italia, capace di regalare bianchi profumatissimi e rossi di pregio. Tra i vitigni autoctoni, lo Schiava è quello più antico del territorio e ultimamente sta vivendo un’importante stagione di riscoperta e valorizzazione.

 

Attualmente l’uva Schiava è coltivata in poco più di mille ettari di territorio e rappresenta circa un quarto della produzione vinicola altoatesina.
Allevata soprattutto con il tradizionale sistema a pergola, la Schiava si trova sui pendii collinari della Valle dell’Adige, tra Merano e Salorno, della Valle Isarco, tra Bolzano e Bressanone, e in Val Venostra, tra Parcines e Corzes. Oltre che in Alto Adige, è coltivata in Trentino e, fuori d’Italia, nella regione tedesca del Württemberg, dove è conosciuta come Tollinger.
A proposito di nome, è bene ricordare che nella regione bilingue dell’Alto Adige, la Schiava è anche chiamata Vernatsch ed incerta è l’etimologia.
Secondo alcuni il termine Schiava sarebbe da riferire a un particolare metodo di coltivazione della vite, secondo altri all’uso di legare le piante a qualche supporto per regolarne il corso della crescita.
Non si hanno notizie precise circa la zona d’origine del vitigno, ma pare che abbia origini slave e sia arrivato in Italia durante la dominazione longobarda.
Con il termine Schiava comunque si identifica in realtà più d’una varietà d’uva, di cui le più importanti sono la Schiava grossa, la Schiava gentile e la Schiava grigia, che hanno piccole differenze a livello agrario e organolettico.
Oltre che vinificata in purezza, la Schiava compare in importanti Doc dell’Alto Adige, quali Lago di Caldaro e Santa Maddalena, dove è vinificata insieme a una piccolissima percentuale di Lagrein.
In tutti i casi, il vino che se ne ottiene è di un colore rosso rubino o granato non troppo carico; al naso lo Schiava ha un profumo intenso, fruttato e floreale, con sentori di ciliegia, violetta e garofano. All’assaggio è armonico, vellutato, fresco, poco tannico e di media acidità, con un finale tipicamente ammandorlato.
E’ un vino di grande versatilità in tavola, che, grazie al suo tenore alcolico contenuto, può essere bevuto anche come accompagnamento a salumi e formaggi teneri durante le classiche merende in montagna.
Durante i pasti, va servito a una temperatura di 14-16° e si sposa molto bene anche con piatti vegetariani e secondi a base di carni bianche, come pollo, coniglio e agnello.
Da provare in abbinamento ad alcuni prodotti tipici altoatesini, come lo speck e i canederli.

 

 

I produttori consigliati

Tenuta Waldgries
Santa Maddalena Classico, 90% Schiava Gentile e 10% Lagrein, venduto in loco a 8,30 euro.
Santa Maddalena Antheos Classico, 90% Schiava Gentile e 10% Lagrein, venduto in loco a 13 euro.
Su prenotazione è possibile visitare la cantina e degustare i vini. C’è anche un piccolo museo con vecchie attrezzature per la coltivazione e la vendemmia.
S. Giustina 2, Bolzano, tel. 0471.323603, www.waldgries.it

 

Glögglhof
Santa Maddalena Classico, 95% Schiava e 5% Lagrein, venduto in loco a 6,90 euro.
Santa Maddalena Rondell, 93% Schiava, 7% Lagrein, venduto in loco a 8 euro.
Su prenotazione è possibile visitare la cantina e degustare i vini.
Via Rivellone 1, Bolzano, tel. 0471.978775, www.gojer.it

Untermoserhof
Santa Maddalena Classico, 97% Schiava e 3% Lagrein, venduto in loco a 8 euro.
Su prenotazione è possibile visitare la cantina e degustare i vini. Per chi volesse soggiornare in zona, il maso dispone di begli appartamenti per 2-3 persone a 53 euro al giorno.
Santa Magdalena 36, Bolzano, tel. 0471.975481

Girlan
Gschleier, 100% Schiava, venduto in loco a 11,20 euro.
Fass Nr. 9, 100% Schiava, venduto in loco a 8,10 euro.
Su prenotazione, ma solo per gruppi, è possibile visitare la cantina e degustare i vini.
St Martinstrasse 24, Cornaiano (BZ), tel. 0471.662403, www.girlan.it

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