Il Guardasigilli Paola Severino promette tavoli di confronto assieme ai professionisti per affrontare il cuore di una riforma matura per essere varata, il Cnf si augura che l’avvocatura possa avere finalmente una riforma dell’ordinamento, l’Oua non scende dalle barricate mentre l’Anf invita ad una maggiore cautela viste le modifiche al decreto liberalizzazioni.
Il 1° marzo dovrebbe essere riconosciuto come la giornata nazionale delle libere professioni, ha detto il presidente della Cassa Forense, Roberto Bagnoli: «per l’importanza e il riscontro che ha avuto – ha detto – questa giornata non può rimanere un episodio isolato ma deve diventare un appuntamento annuale di confronto sulla nostra identità».
La giornata ha raccolto architetti, commercialisti, geometri, notai ma soprattutto avvocati, la categoria più agguerrita in questo momento.
Intervenuta al Professional Day presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma, il ministro della Giustizia Severino ha confermato il valore sociale delle professioni «in quanto esse non tutelano solo gli interessi dell’individuo, del singolo, ma sono veramente rilevanti per l’impresa e la pubblica amministrazione». Il modello lanciato dal Guardasigilli è quello di un professionista serio e pronto a guardare il futuro perché «mantenere un’elevata qualità rappresenta per il nostro Paese e per tutta l’Europa una missione estremamente importante». Il cuore del problema, ha assicurato, verrà affrontato con i professionisti nei tavoli che sono già partiti e che continueranno a lavorare per costruire la spina dorsale degli ordinamenti.
A mantenere invece alta la protesta sono gli avvocati che da Napoli, capitanati dal presidente dell’Organismo unitario dell’Avvocatura e presidente del Cup Campania, Maurizio De Tilla, hanno chiesto una marcia indietro sulle liberalizzazioni. Se le toghe non verranno ascoltate potrebbero esserci, oltre agli scioperi, altre forme di protesta eclatanti come il rifiuto di pagare il contributo unificato.
A chiedere invece un segnale di responsabilità è stata l’Associazione nazionale forense che, tramite il segretario generale Ester Perifano ha chiesto all’avvocatura di abbandonare la linea della contrapposizione sterile ripensando alle astensioni che sono state proclamate. Secondo Anf, le modifiche arrivate dal Senato sul decreto liberalizzazioni «recepiscono le proposte che avevamo avanzato» con particolare apprezzamento per la rinuncia all’ipotesi di ricorrere ai Dpr e regolamenti su materia per le quali esiste e si impone la riserva di legge come le tariffe e la pratica forense che per la loro rilevanza sociale devono giustamente vedere il contributo del Parlamento con una precisa assunzione di responsabilità politica delle scelte.
Di modifiche ancora insufficienti ha parlato il Consiglio nazionale forense che torna a chiedere a gran voce la riforma dell’ordinamento forense. «Il Cnf da atto dell’ascolto che i rappresentanti parlamentari più attenti alle vere ragioni di perplessità espresse dalle professioni hanno prestato, ma sarebbe stato doveroso ascoltare le categorie professionali interessate prima del varo dei provvedimenti per individuare soluzioni non solo il più possibile condivise ma anche efficaci nel momento della loro concreta operatività e giuridicamente sostenibili».
Le liberalizzazioni
Nel testo approvato dall’Aula di Palazzo Madama compaiono, oltre a quanto già affermato su argomenti già ampiamente trattati come taxi, farmacie, banche e quant’altro alcune novità riguardanti il mondo delle professioni.
Per quanto riguarda, ad esempio, i tribunali delle imprese, oltre a quelli già stabiliti vengono istituite sezioni specializzate presso il tribunale e la corte d’appello di Torino, di Venezia e di Brescia.
Le Srl semplificate potranno essere costituite da persone fisiche che non abbiano compiuto i 35 anni di età e rispetto al testo originario viene introdotta la previsione del ricorso alla forma dell’atto pubblico. Ci sarà un limite massimo di diecimila euro per l’ammontare del capitale sociale e gli amministratori dovranno essere scelti tra i soci. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, un decreto ministeriale di Giustizia e Sviluppo economico tipizzerà lo statuto standard delle società e individuerà i criteri di accertamento delle qualità soggettive dei soci.
Abrogate le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico, ma viene anche stabilito che nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale, il compenso sarà determinato secondo i parametri stabiliti dal decreto del ministro vigilante e un decreto della giustizia e dell’economia dovrà stabilire i parametri per oneri e contribuzioni alle casse professionali precedentemente basati sulle tariffe. Quest’ultimo decreto dovrà inoltre salvaguardare l’equilibrio finanziario, anche di lungo periodo, delle casse previdenziali professionali. Scompare la norma che dichiarava nulla la clausola sulla determinazione del compenso in caso di utilizzo dei parametri suddetti nei contratti individuali tra professionisti e consumatori (o microimprese).
Fino all’entrata in vigore dei decreti ministeriali, comunque, si applicheranno le tariffe vigenti entro un massimo di 120 giorni (i decreti quindi arriveranno a stretto giro).
Massima chiarezza sul compenso che il professionista chiederà al momento del conferimento dell’incarico: dovrà infatti rendere noto al cliente il grado di complessità fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico, indicando anche i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale. Dovrà comunque rendere un preventivo di massima, adeguato all’importanza dell’opera e pattuito indicando per le singole prestazioni, tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi. Viene quindi eliminata la previsione secondo la quale la mancata osservanza degli obblighi di informazione da parte del professionista costituisce illecito disciplinare
Al tirocinante sarà riconosciuto un rimborso spese forfettario concordato dopo i primi sei mesi di tirocinio.
Società tra professionisti: dovranno essere costituite da un numero di almeno tre soci. Il numero dei soci professionisti o la partecipazione al capitale sociale dei professionisti dovrà essere sempre dei due terzi, pena lo scioglimento della società con l’obbligo per il Consiglio dell’ordine o collegio professionale presso la stessa è iscritta di procedere alla cancellazione della società dall’albo (a meno che nel frattempo non abbia ristabilito gli equilibri). Anche la società tra professionisti dovrà stipulare una polizza di assicurazione per la copertura dei rischi derivanti dalla responsabilità civile per i danni causati a clienti dai singoli soci nell’esercizio dell’attività professionale.
Arrivano i notai, ma dal 2015
Le procedure concorsuali per 500 nuovi notai dovranno concludersi con la nomina entro un anno dalla data di pubblicazione del bando, altri 1500 nell’anno successivo mentre a partire dal 2015 dovrà essere bandito un concorso annuale per la copertura di tutti i posti che si rendono disponibili.
Legge IMAIE, liberalizzazioni e diritto d’autore
L’emendamento 39.100 (testo 2), ha soppresso l’originario comma 4 dell’articolo 39 del decreto liberalizzazioni che, facendo salve le funzioni assegnate alla SIAE in materia di diritto d’autore, dichiarava abrogate tutte le disposizioni incompatibili con il contenuto dell’articolo.
Non dovrebbe quindi essere più abrogata la legge che istituiva l’Istituto Mutualistico degli Artisti Interpreti ed Esecutori, con finalità di tutela per gli artisti interpreti ed esecutori. Non è ancora ben chiaro, però, se l’argomento diventerà questione interpretativa o peggio ancora motivo di contenzioso.
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