Liberalizzazioni, per l’Associazione nazionale forense vanno nella giusta direzione gli emendamenti sulle società professionali e le tariffe ma adesso l’avvocatura deve dare un segnale di responsabilità
Da parte del Governo serve però un ulteriore sforzo per eliminare la conciliazione obbligatoria e salvaguardare la giurisdizione pubblica.
«Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione degli emendamenti in Commissione Industria al Dl ‘Liberalizzazioni’ sulle società professionali, sulle tariffe e sul tribunale delle imprese.Sono modifiche significative, che fanno coincidere l’interesse dei cittadini con l’autonomia e l’indipendenza dell’avvocato.Un’Avvocatura seria e responsabile dovrebbe ora abbandonare la linea della sterile contrapposizione e lanciare un segnale in tal senso, ripensando le astensioni che sono state proclamate durante l’assemblea convocata a Roma dall’Oua».
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, Ester Perifano. «Gli emendamenti migliorativi che escono dalla Commissione del Senato – continua Perifano – recepiscono le proposte che avevamo avanzato, e che i due maggiori partiti che sostengono il Governo Monti avevano fatto propri.Particolare apprezzamento va alla rinuncia alla ipotesi di ricorrere a DPR e regolamenti su materie per le quali esiste e si impone la riserva di legge, quali le tariffe e la pratica forense e che, comunque, per la loro rilevanza sociale devono giustamente vedere il contributo del Parlamento, con una precisa assunzione di responsabilità politica delle scelte.»
«Il vero interesse dei cittadini – sottolinea Perifano – è quello di avere una giustizia che non sia ostacolata da contributi unificati eccessivamente onerosi , o da istituti come la media conciliazione che alimentano semplicemente una filiera di interessi e operatori, con buona pace del legittimo interesse del consumatore finale ad avere una completa tutela dei propri diritti. E’ proprio nell’ interesse generale del paese che gli avvocati devono essere messi in condizione di esercitare la professione con strumenti organizzativi e normativi moderni, che restituiscano alla professione competenza e ruolo in una reale concorrenza con le altre professioni che si occupano di servizi professionali, con un riequilibrio e un riordino delle competenze nell’ambito del comparto professionale giuridico ed economico, a partire da quelle di esclusiva competenza notarile.»
«Il lavoro della Commissione non è certo la panacea a tutti i problemi dell’Avvocatura – conclude Perifano – ma il risultato evidenzia, ancora una volta, la scarsa incidenza delle proposte di OUA e CNF, del tutto anacronistiche e sostanzialmente inadeguate a dar voce alle effettive esigenze della categoria. La rotta da seguire è quella del dialogo, delle proposte, del confrontarsi con le sfide della modernità, per rilanciare la professione e costruire una giustizia a misura di cittadino».