La vignetta di questa settimana, firmata da Emiliano Tanzillo, si riferisce a una dichiarazione che, inopinatamente quanto improvvidamente, il buon Letta junior ha inteso elargire agli incolpevoli ascoltatori in occasione del congresso della Cisl.
Il piccolo Letta (che potremmo quindi anche chiamare Lettino), ha osato avventurarsi nella parabola ispirandosi a un classico dell’animazione moderna: “Alla ricerca di Nemo”, il lungometraggio della Disney del 2003.
Ecco cosa ha detto il buon Enrico: “Così come il pesciolino Nemo spiega ai suoi simili che bisogna lavorare insieme per rompere la rete che imprigiona anche suo padre, così tanto a lungo cercato, noi dobbiamo capire che dobbiamo andare nella stessa direzione per ottenere ciò che desideriamo. Proprio come il pesciolino Nemo”.
“Nemo – ha continuato impavido Letta – fa capire a tutti i pesci che devono lottare insieme. Se tutti spingiamo nella stessa direzione allora succede il miracolo. Si rompe la rete e Nemo ritrova il papà”.
Messaggio chiaro, quello del novello predicatore Letta, ma errato sotto diversi punti di vista:
1) il papà Nemo non lo ritrova grazie alla rottura della rete, ma facendosi sparare fuori da un acquario dove era stato imprigionato: quando il papà finisce nella rete si erano già ritrovati.
2) l’affannosa ricerca raccontata dal film è esattamente opposta a quella tratteggiata dal Lettino: non è Nemo che cerca il padre, ma il padre che cerca Nemo. Tant’è vero che il film si chiama “Alla ricerca di Nemo” e non “Alla ricerca di papà”.
Sarebbe dovuto bastare questo, perfino ad Enrico Letta, per capire che qualcosa non andava nel suo paragone. Per la serie: poche idee ma confuse.
Per ripristinare la verità vorremmo candidare Enrico Letta come controfigura di Nemo: facciamolo sparare fuori dall’acquario.
P.S. Chi avesse voglia di approfondire la storia di Nemo potrebbe acquistare il libro “Il cinema di cartone (animato)”, Infinito Edizioni, di Roberto Ormanni.