La politica economica ha ora due priorità: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività dell’economia. Essa punta a un tasso di crescita almeno pari all’1 per cento nel 2014 e dell’ordine del 2 per cento negli anni successivi.
La Legge di stabilità:
1) è parte di un’azione di politica economica che ha già definito interventi finanziari per 11,9 miliardi nel triennio 2013-15 (5 miliardi nel 2013, 3,3 nel 2014 e 3,5 nel 2015). Ulteriori misure seguiranno in tempi brevi per migliorare la qualità della spesa pubblica (per esempio intervenendo sulla regolamentazione delle società controllate), per privatizzare parte del patrimonio pubblico, per rendere più competitivo il sistema produttivo. I risparmi derivanti dall’attività di revisione di spesa verranno destinati prioritariamente alla riduzione della pressione fiscale.
2) effettua interventi per 27,3 miliardi nel triennio 2014-16 (11,6 nel 2014)
14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali di cui 5 per i lavoratori, 5,6 per le imprese oltre a 1 miliardo per ristrutturazioni edilizie e ecobonus
11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi.
1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.
3) reperisce risorse per 24,6 miliardi nel triennio (8,6 nel 2014)
1,1 miliardi nel triennio da introiti connessi a operazioni volontarie dei contribuenti e dalla revisione della tassazione delle svalutazioni e delle perdite su crediti degli intermediari finanziari (2,7 miliardi nel 2014).
1,4 miliardi nel triennio da interventi volti a limitare l’elusione fiscale (0,5 nel 2014).
3,8 miliardi nel triennio da aumenti dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari e da un intervento selettivo sulle cosiddette spese fiscali (1,4 nel 2014).
1,5 miliardi nel triennio dalla vendita di immobili (0,5 nel 2014).
16,1 miliardi nel triennio dal taglio della spesa pubblica (escludendo gli effetti delle dismissioni immobiliari; 3,5 miliardi nel 2014). Questo importo comprende riduzioni di spesa per 0,6 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi nel 2016 che dovranno derivare dall’attività di revisione della spesa delle Amministrazioni centrali e delle Amministrazioni locali, effettuata sulla base del lavoro affidato al Commissario Straordinario recentemente nominato.
4) imprime una prima riduzione del prelievo sui lavoratori e sulle imprese. Definisce una riforma della tassazione delle banche che consente di rafforzare la loro capacità di fornire credito a famiglie e imprese e la loro solidità patrimoniale.
5) Riduce sin dal 2014 la pressione fiscale su cittadini e imprese. La pressione fiscale totale scende dal 44.3 al 43,8 nel 2015 e al 43,3 nel 2016.
6) riduce l’incidenza della spesa pubblica primaria sul PIL (tolti i rimborsi di debiti commerciali) dal 46,0% del 2013 al 45,5% nel 2014. L’incidenza della spesa corrente scende dal 43,2% al 42,5%.
7) contiene nel 2014 la spesa primaria corrente diversa da quella per le prestazioni sociali (cioè la spesa per il funzionamento degli apparati pubblici) a un livello in termini nominali inferiore a quello del 2013.
8) accresce fortemente nel 2014 le spese in conto capitale (3,3 miliardi rispetto al quadro a legislazione vigente), sia a livello nazionale sia a livello locale. Si rovescia la tendenza alla riduzione in atto da vari anni.
9) concentra le risorse sui nuovi programmi di spesa che sostengono la competitività e le fasce deboli della popolazione. Estende al 2014 i livelli attuali degli incentivi per risparmio energetico e ristrutturazioni, prevedendo poi una graduale riduzione di tali livelli.
10) tra i sottosettori delle amministrazioni pubbliche aumenta le risorse a disposizione di quelle locali per circa 2,9 mld nel 2014, mentre rimangono complessivamente invariate le disponibilità delle altre amministrazioni (centrali e degli enti di previdenza).
Il Governo programma interventi che determineranno entrate di natura straordinaria, attualmente di difficile quantificazione. Tali risorse verranno utilizzate per il rimborso di ulteriori quote di debiti commerciali in conto capitale ed eventualmente per altre finalità di natura non strutturale. È inoltre previsto uno sforzo ulteriore di valorizzazione del patrimonio pubblico. Nell’ambito di quest’ultimo è prevista una gestione più efficace delle concessioni demaniali, di cui ora prudenzialmente non si considera l’impatto.
La manovra consente di raggiungere l’obiettivo di indebitamento netto indicato nella Nota di aggiornamento del DEF. Il disavanzo nel 2014 risulterà pari al 2,5 per cento del PIL, per effetto di misure di sostegno all’economia pari allo 0,2 per cento del prodotto. La Legge di stabilità include inoltre una norma che definisce interventi strutturali dell’ordine di 3 miliardi l’anno nel triennio 2015-17 al fine di raggiungere il saldo programmato per il 2015, 2016 e 2017 (rispettivamente 1,6%, 0,8% e 0,1% del PIL).
2. La legge di stabilità per il 2014 in sintesi
1. Si definiscono interventi con oneri nel 2014 per 11,6 mld
3,7 mld per sgravi fiscali, di cui:
2,5 mld per il lavoro, di cui:
1,5 mld per ridurre l’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 nel 2015, 1,8 nel 2016).
0,04 mld per ridurre l’Irap sulla quota lavoro (0,11 nel 2015, 0,2 nel 2016)
1 mld per ridurre i contributi sociali sulle imprese (1,1 nel 2015, 1,2 nel 2016)
1,0 mld per trasferire risorse ai Comuni per ridurre il prelievo della service tax (Tirse)
0,13 mld per l’IVA sulle cooperative sociali
0,07 mld per contributi al trasferimento di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato
1 mld per gli investimenti degli enti territoriali
0,5 mld per pagare debiti commerciali in conto capitale (importo a cui si aggiungeranno i proventi connessi con operazioni di rientro dei capitali e con la rivalutazione del capitale della Banca d’Italia)
3,9 mld (di cui 0,8 in conto capitale) per spese connesse con “politiche invariate”; di cui:
0,85 mld per le missioni all’estero
0,6 mld per la cassa integrazione in deroga
0,3 mld per la ricostruzione dell’Aquila
0,3 mld per la manutenzione straordinaria della rete autostradale
0,06 mld per il semestre di Presidenza UE
0,38 mld per il 5 per 1000
0,33 mld per gli interventi per gli autotrasportatori
0,23 mld per università e policlinici universitari
0,1 mld per i lavoratori socialmente utili
0,3 mld per il Fondo Politiche Sociali
0,25 mld per il Fondo per i non autosufficienti
0,25 mld per la Carta acquisti e altre misure di contrasto alla povertà
2,5 mld (di cui 1,6 in conto capitale) per nuovi progetti di spesa, di cui:
0,7 mld a RFI per il contratto di programma 2012-2016, manutenzione straordinaria rete ferroviaria e interventi per la velocizzazione del corridoio adriatico, nodi e interoperabilità
0,24 mld ad ANAS per la prosecuzione del programma messa in sicurezza di ponti e viadotti, per il completamento asse autostradale Salerno – Reggio Calabria e per il reintegro delle risorse di alcuni contratti
0,2 mld per il completamento dei lavori del MOSE
0,12 mld per il Fondo solidarietà nazionale in agricoltura
0,12 mld per la mobilità sanitaria internazionale
0,1 mld per il Fondo Sviluppo e coesione – programmazione 2014-2020
2. Si reperiscono risorse per 8,6 mld
3,5 mld derivano da tagli di spesa; di cui
2,5 mld da tagli al bilancio dello Stato
1,0 mld da tagli alla spesa delle regioni
3,2 mld derivano da dismissioni, rivalutazione cespiti e partecipazioni, trattamento perdite
2,2 mld dalla revisione del trattamento delle perdite di banche, assicurazioni e altri intermediari
0,3 mld da misure riguardanti la rivalutazione delle attività delle imprese
0,2 mld da misure riguardanti il riallineamento del valore delle partecipazioni
0,5 mld da vendita di immobili
1,9 mld derivano da interventi fiscali
0,9 mld dall’incremento dell’aliquota del bollo sulle attività finanziarie
0,46 mld dal visto di conformità per le compensazioni sulle imposte dirette
0,5 mld dalla riduzione delle spese fiscali attraverso interventi selettivi sulle agevolazioni fiscali da definire entro il gennaio 2014.