Redatte dal giudice Giuseppe Tesauro, sono state rese pubbliche ieri le motivazioni con le quali la Consulta ha dichiarato incostituzionale il porcellum.
La sentenza (leggibile in allegato) stabilisce che il premio di maggioranza della legge elettorale è “distorsivo” perché “foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione” e non impone “il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista”.
Pur affermando che “non c’è modello di legge elettorale imposto dalla Corte costituzionale”, i giudici delle leggi hanno messo nero su bianco che se il Parlamento non approverà una nuova legge l’effetto sarà la reviviscenza di un proporzionale con la possibilità di preferenza come in vigore prima del 1992. “Un sistema proporzionale depurato del premio di maggioranza” scrive la Consulta che sottolinea come “non rientra tra i compiti di questa Corte valutare l’opportunità e/o l’efficacia di tale meccanismo, spettando ad essa solo di verificare la conformità alla Costituzione delle specifiche norme censurate e la possibilità immediata di procedere ad elezioni con la restante normativa”.
Per esprimere il voto di preferenza, continua la sentenza, “eventuali apparenti inconvenienti, che comunque non incidono sull’operatività del sistema elettorale possono essere risolti mediante l’impiego degli ordinari criteri di interpretazione e mediante interventi normativi secondari”, vale a dire anche con regolamenti.
La Consulta il 4 dicembre scorso aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale del meccanismo del premio di maggioranza che scatta con il porcellum a prescindere dai voti raccolti a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato e anche il meccanismo delle liste bloccate che non consentono di esprimere preferenze.
La sentenza ammette però preferenze e listini fissi con pochi nomi per l’elettore: un sistema molto simile al modello spagnolo che prevede un proporzionale in piccole circoscrizioni che eleggono quattro o cinque deputati.
Ma la cosa più importante che sottolinea la Corte è che “la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate – si legge -avendo modificato in parte la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale”.
Questo significa allora che l’attuale Parlamento è leggittimo e che soprattutto potrà continuare a legiferare: “Le Camere sono organi costituzionalemente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare”.