L’aggiornamento autunnale del rapporto L’economia delle regioni italiane, mostra come nel 2012 i livelli produttivi, in calo in tutta Italia, siano tornati nel Mezzogiorno sui livelli minimi del 2009; nel resto del Paese la dinamica del prodotto ha ancora continuato ad avvantaggiarsi del contributo positivo delle esportazioni.
Il documento contiene anche sei approfondimenti monografici che analizzano, con taglio territoriale: i consumi delle famiglie, l’occupazione dei giovani, i livelli di istruzione, l’evoluzione dei rapporti banca impresa, la situazione finanziaria delle famiglie, la spesa per investimenti dei Comuni italiani.
Nel primo semestre del 2012 il tasso di disoccupazione è cresciuto di circa 2 punti percentuali al Centro Nord e quasi 4 nel Mezzogiorno; l’occupazione si è debolmente contratta in tutte le macroaree ad eccezione del Nord Est, dove è rimasta stabile. Sono cresciute le ore di Cassa integrazione.
I prestiti bancari alle imprese si sono contratti in tutte le macroaree a fronte di una sostanziale stazionarietà di quelli alle famiglie.
Per quanto riguarda la seconda parte, sull’approfondimento relativo all’occupazione dei giovani, emerge che quasi la metà dei laureati nelle discipline umanistiche accetta un lavoro di bassa o nessuna qualifica professionale, il 70 % svolge lavori diversi da quelli per cui ha studiato. In generale tra il 2009 e il 2011 un quarto dei giovani occupati in possesso di laurea ha svolto un lavoro a bassa o nessun qualifica.
Altro che choosy.
Economia delle regioni italiane, Banca d’Italia, 9 novembre 2012