TORINO. La Città di Giaveno, nel Torinese, presenta ”Meraviglie segrete della pittura europea del Seicento e del Settecento”, mostra di dipinti di una grande collezione privata, alla quale si aggiungono quattro pregevoli opere di un collezionista ed artista giavenese, esposta e visitabile fino al 13 ottobre a Villa Favorita.
L’evento è una prima assoluta, e propone al pubblico una suggestiva quanto rara occasione di avvicinare la bellezza della testimonianza pittorica di due secoli molto importanti per la storia dell’arte, attraverso un percorso ideale sviluppato dalla esposizione di oltre 45 tele. La mostra è curata dai critici e storici dell’arte Arabella Cifani e Franco Monetti, che hanno selezionato opere che offrono uno spaccato armonioso di capolavori italiani, francesi, inglesi, spagnoli, tedeschi e della pittura fiamminga. L’iniziativa ha sicuramente valore, non solo per Giaveno, ma per tutta la regione subalpina e per la vicina Savoia, più unite e mosse dal comune intento di sviluppare la promozione culturale nelle rispettive comunità e avvicinare ai linguaggi artistici un pubblico crescente di appassionati, neofiti e giovani. A questo riguardo la mostra è stata inserita fra gli appuntamenti del gemellaggio ufficiale fra la Città di Giaveno e la Municipalità Saint Jean de Maurienne e sono in corso intese per presentare ”Meraviglie segrete della pittura europea del Seicento e del Settecento” nella cittadina francese. ”E’ motivo di grande soddisfazione per l’Amministrazione di Giaveno – sottolinea il sindaco Daniela Ruffino – presentare la mostra. Lo splendido risultato ottenuto è innanzitutto dovuto alla disponibilità generosa e disinteressata di un grande collezionista che ha prestato oltre quaranta dipinti, e a quella preziosa di un secondo collezionista giavenese che ha contribuito con alcune opere di pregio. In tutti questi anni – prosegue il primo cittadino – abbiamo promosso e condotto diverse e qualificate iniziative. Abbiamo perseguito e continueremo a perseguire l’idea che la cultura possa, anzi debba, diventare patrimonio di tutti, arricchimento essenziale di una nazione”.
La mostra è visitabile fino al 13 ottobre il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, ad ingresso libero. Un piccolo catalogo contenente tutte le opere esposte, in distribuzione ai visitatori, ne costituirà un prezioso omaggio. Il visitatore potrà vedere e gustare una collezione privata di particolare fascino e di alto valore, accostando artisti che hanno formato la storia dell’arte attraverso opere normalmente non visibili. Nella collezione troviamo quadri di quasi tutte le principali scuole artistiche europee. Le scuole italiane sono presenti con capolavori come lo sconosciuto dipinto di uno dei più grandi artisti del Seicento italiano, Francesco Albani, firmato sul retro e raffigurante la Sacra Famiglia; uno straordinario Ecce Homo del Sassoferrato; un’emozionante Immacolata Concezione del napoletano Bernardo Cavallino e un delicato Gesù Bambino dormiente in una ghirlanda di fiori di Nicolò Malinconico. Ed ancora, con una inedita Carità, firmata e datata 1609 dal grande artista ligure Giovanni Battista Paggi; con tele di alta qualità delle scuole del Guercino, di Francesco Cairo, di Bernardo Strozzi e importanti opere di ambito caravaggesco. Una bella dama di scuola romana della fine del Seicento, attribuibile a Giacinto Brandi, si presenta come Allegoria della pittura: la sua grazia seducente è diventata il simbolo e il gioioso richiamo della Mostra giavenese. Fra le scuole straniere, spiccano particolarmente le opere francesi; segnaliamo due ariosi paesaggi di Jacques d’Artois, un solenne Sant’Agostino di Claude Vignon, una poetica Carità di Jacques Blanchard. L’Inghilterra è presente con un inedito e suggestivo capolavoro di Henri Gascars, artista favorito della corte inglese a fine Seicento; raffigura la bellissima Lady Louise de Keroualle, duchessa de Portsmouth, amante di Carlo II di Inghilterra, celebrata per il suo fascino fatale e per la sua intelligenza, ”agente segreto” del Re Sole a Londra. Anche la Spagna è ben rappresentata con un grande dipinto di soggetto bucolico del raro pittore Pedro Orrente e con una tela di alta qualità raffigurante un interno di cucina con una cuoca e un garzone della scuola del Velasquez. Illustra la Germania un arioso paesaggio con rovine, poetica evocazione del ”Grand Tour”, opera di Johann Georg Schutz, che fu amico e coinquilino di Goethe a Roma. La pittura fiamminga, particolarmente amata da tutti i collezionisti europei, trova nella Mostra larga eco; ne vengono presentate opere squisite: la tavola cinquecentesca con Gesù Bambino e San Giovannino, attribuibile a Joos van Cleve; la sorprendente Natura morta con gatto, firmata da Pierre Boucle nel 1654; l’opulento e fantasmagorico vaso di fiori firmato da Jean-Baptiste Bosschaert di Anversa nel 1734.
Sabrina Corarze