L’Italia e l’Unione Europea
Spagna, Italia, Grecia e Portogallo assorbono il 90% delle esportazioni complessive al mondo di olio di oliva, avanzata in particolar modo dagli Stati Uniti (35%) e dal mercato interno della comunità (19%); più marginali le domande avanzate da Brasile (8%) e Giappone (7%).
Seconda per esportazioni e terza per produzione totale, l’Italia è però prima in assoluto per numero di prodotti contrassegnati da marchio d’eccellenza: l’olio di oliva spagnolo conta 31 etichettature DOP, di cui ‘solo’ 24 riconosciute a livello UE, contro le 41 produzioni italiane, cui si aggiunge anche un olio di oliva marchio IGP, proprio degli uliveti della Toscana.
L’Europa produce il 45% dell’olio d’oliva mondiale, contro il 31% dell’Africa (concentrata quasi esclusivamente nelle regioni sul Mediterraneo, Tunisia e Marocco in particolare) e il 16,5% del Medio Oriente (guidato da Turchia e Siria, anch’essi paesi mediterranei). Marginale la quota di mercato residua, soddisfatta per il 3,5% dalle Americhe (Cile in particolare).
La produzione italiana
In Italia, Puglia e Calabria si produce il 70% dell’olio totale nazionale (rispettivamente, il 37% e il 33%), seguita da Sicilia (9,5%), Campania (6%) e Toscana (3%). Tutte le regioni del Nord Italia e del versante adriatico del Centro producono, in tutto, appena il 6,5% dell’olio totale, con appena il 2% espresso dalle regioni del nord e concentrato su zone che possono contare su un microclima temperato, in Liguria e nei pressi del Lago di Garda.
L’Italia produce circa 646.000 tonnellate di olio d’oliva l’anno, di cui i tre quarti di extravergine di oliva, prodotto di qualità superiore e riconosciuto come alimento più rappresentativo della dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’UNESCO e modello alimentare più indicato ad favorire il benessere delle popolazioni.