Il maggior pregio di questo giallo norvegese –scorrevole e di facile lettura- è che chiarisce le idee a quanti guardano ai Paesi del Nord come a un modello di perfezione e felicità.

L’autrice Anne Holt è laureata in legge, ha collaborato con la Polizia di Stato ed è stata Ministro della Giustizia in Norvegia dal 1996 al 1997, dunque le si può credere quando descrive la situazione critica delle forze dell’ordine, che si trovano a lavorare sotto organico, senza straordinari pagati e costretti ad archiviare rapidamente i casi di minor rilievo, stupri compresi, perché pressati da pile di documenti che danno la nausea.
Il romanzo pone anche l’accento su profughi e immigrati irregolari che raggiungono la Norvegia ogni anno, aspettando, per mesi e spesso invano, il permesso di soggiorno, nonché sulle condizione di degrado in cui versano alcuni quartieri di Oslo, al punto che molti condomini hanno ancora i gabinetti esterni.
E a quanti non fossero ancora convinti che non è tutto oro quel che luccica consigliamo di riflettere sul pranzo frugale della protagonista Hanne Wilhelmsem, composto da uno yogurt e metà cavolo-rapa!

Hanne Wilhelmsem è una giovane e bella investigatrice di polizia, molto apprezzata dai colleghi sia sotto il profilo professionale sia sotto quello personale; si sposta per la città con una potente Harley Davidson rosa e convive da quindici anni con una donna, ma non ha il coraggio di vivere la propria relazione alla luce del sole e questa difficoltà è fonte di continui litigi con la compagna.
In una Oslo estiva, con temperature anomale che sfiancano gli abitanti, si trova a indagare su “strani massacri del sabato sera”, dove non ci sono cadaveri ma solo scene del crimine con incredibili quantitativi di sangue sparso ovunque.
A questi casi, si aggiunge anche il brutale strupro di una studentessa di medicina, che viene aggredita in casa propria e seviziata per un’intera notte. Hanne deve fare in fretta a trovare il colpevole, prima che sia il padre della ragazza a identificarlo e a vendicarsi per avere distrutto la vita della figlia.
E la vendetta, che dà il titolo all’edizione italiana del libro, fa dire alla protagonista: “Io credo che sottovalutiamo il nostro bisogno di vendetta…
Dovresti sentire i giuristi! Se solo si osa accennare all’idea di vendetta come modalità punitiva, salgono in cattedra a farti una lezione di storia del diritto, e illustrarti come una strada del genere sia stata abbandonata molte centinaia di anni fa.
La vendetta non è considerata abbastanza nobile, qui al nord.
E’ un comportamento malvagio, infame e forse soprattutto primitivo. Sì, la giudichiamo un comportamento primitivo. Un grosso equivoco, se vuoi sapere come la penso. Il bisogno di vendetta è radicato in profondità nel nostro essere”.
Insomma, i cittadini norvegesi non sono poi tanto diversi da noi.

Hanne Wilhelmsem è protagonista di una serie di romanzi della Holt, tutti pubblicati in Italia da Einaudi: La dea cieca, L’unico figlio, Nella tana dei lupi e, fresco di stampa, Il ricatto.

 

La vendetta
Anne Holt
Einaudi 2010 e 2012, pp. 248, 12 euro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *