“Oh, oh, mi è semblato di vedele un gatto” Chi di noi non ricorda questa frase di Titti, il canarino giallo che vediamo ancora oggi in televisione, in eterna lotta con gatto Silvestro? Un personaggio che nasce nel 1947 e che ai quei tempi era più rosa che giallo e assomigliava a Orson Wells, molte citazioni, infatti, sono proprio del popolare personaggio. Nel libro: “Il cinema di cartone (animato) 150 anni di magia da Topolino a Braccobaldo e Betty Boop ai Puffi, l’Era Glaciale, Shrek, Cattivissimo me… “di Roberto Ormanni è raccontato il fenomeno dei cartoon.
Ormanni è un vero amante dei cartoni animati, e il suo lavoro risponde a ogni curiosità. Analizza le produzioni americane, italiane e di tanti altri paesi e ci fa conoscere i motivi che spingono a elaborare un cartoon. Nel 1929 quando negli States c’era la Grande Depressione provocata dal Crollo della Borsa di Wall Street, tutto andava a rotoli: dodici milioni di disoccupati, decine di migliaia di aziende che chiudono, seimila banche in fallimento. E’ questo il momento in cui il cinema di animazione appare e realizza grandi incassi. La fantasia diventa un universo, dove la gente cerca appigli e il disegno animato diventa un’ancora cui aggrapparsi. Ancora oggi la Disney, Hanna e Barbera diffondono cartoon in tutto il mondo. L’autore tiene a precisare che in tutto il pianeta nell’arco delle ventiquattro ore non vi è un solo minuto dove non sia proiettato almeno un cartone animato di Tom e Jerry.
Il cartoon, secondo i momenti e i luoghi, diventa strumento di educazione nelle scuole, fenomeno commerciale, motivo di campagne sociali e strumento di sostegno alla guerra. In alcuni stati il cartone animato è anche temuto e messo da parte. Come in Cina dove nel 1965, dopo la Rivoluzione Culturale, vengono “emarginati” tutti i cartoonist dei fratelli Wan, circa 400 persone, nei campi di lavoro. Solo nel 1972 lo studio riapre. Il cartoon (non vuol dire cartone ma caricatura, tiene a precisare Ormanni) diventa nel tempo una vera industria con fatturati stellari. Tecniche mirabolanti, storie affascinanti, musiche trascinanti, artisti di eccellenza, tutto per rendere il cartone animato sempre più appetibile.
Negli anni ‘30 Topolino era così famoso da oscurare il 90 per cento delle star di Hollywood. Nel libro sono anche raccontate minuziosamente le scelte di Walt Disney, uomo che con il suo estro ha dato grande impulso all’impero dell’animazione. Chi non ricorda Biancaneve e i sette nani, Bamby, La carica dei 101 fino ad arrivare ai nostri giorni con: il Re Leone, Pocahontas, Hercules. Paperino è talmente famoso che il ministero del Tesoro americano propone a Disney di mettere a disposizione il papero per convincere i cittadini a pagare le tasse.
Nel libro del bravo Ormanni ci si tuffa nel mondo fantastico dei fumetti e si scoprono anche i tanti simbolismi, messaggi in parte evidenti che i cartoni animati evocano. Il cartoon può regalare creatività, gioia, impegno sociale, conoscenza ma in altri casi anche messaggi nazionalistici, di propaganda, commerciali. L’autore chiude il suo libro con una bella frase di Re Leone: “Il passato può far male. Ma a mio modo di vedere dal passato puoi scappare…oppure imparare qualcosa”.
Roberto Ormanni, Il cinema di cartone (animato), Infinito Edizioni, euro 15
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