Tutti noi possiamo scegliere, aiutare qualcuno in difficoltà o voltarci dall’altre parte. Nello spettacolo teatrale “La Scelta” di Marco Cortesi e Mara Moschini si porta in scena la guerra dell’ex Iugoslavia (1991-1995) e la scelta di 4 uomini che hanno deciso di rischiare la propria vita per salvare delle persone in pericolo.
Quattro storie eroiche di musulmani che salvano serbi, di croati che salvano musulmani, di serbi che salvano musulmani, preferite tra migliaia di storie coraggiose di persone (raccolte da Svetlana Broz) che nell’ex Iugoslavia hanno deciso di non partecipare alla follia collettiva dove morirono centinaia di migliaia di esseri umani. La cosa terribile di questo conflitto è che il 95% per cento dei morti erano civili: donne, bambini, anziani, disabili, uomini. La bellezza di questo spettacolo è che mette in evidenza delle storie di persone comuni che durante la guerra civile hanno deciso di salvare delle vite. Storie che Marco e Mara raccontano con maestria; allo spettatore sembra di trovarsi nell’ex Iugoslavia accanto ai protagonisti, avvertire la loro paura e il loro magnifico coraggio. In questo spettacolo viene narrata la storia di una donna serba che per riabbracciare suo figlio percorre una zona in mano ai militari musulmani.
“Ero disperata. Non sapevo come proseguire. Mi sono seduta sul marciapiede e ho iniziato a piangere. All’improvviso mi si è avvicinato un uomo di circa mezza età; aveva una folta barba grigia e portava una vecchia giacca scura. Quando mi ha visto su quel marciapiede mi si è avvicinato e mi ha chiesto: Gospoda, Signora, perché sta piangendo? Posso fare qualcosa per aiutarla?
Quasi senza guardarlo ho risposto: Non riesco a rassegnarmi all’idea di non poter proseguire per Zenica. Là c’è mio figlio, ha solo quindici anni! Devo trovare un modo per raggiungerlo e portarlo via da quella città!
Signora mia, lei chiede davvero una cosa veramente impossibile! Da qui a Zenica ci sono molti posti di blocco con soldati armati. Per questo nessuno può accompagnarla. Sarebbe un vero suicidio per chiunque!” L’uomo se ne andò a testa bassa, ma dopo un po’ la stessa persona a bordo di un’automobile tornò dalla donna e decise di aiutarla. I due riuscirono a recuperare il ragazzo, a superare i soldati e arrivare alla zona serba, dove la donna e il figlio sarebbero stati al sicuro.
“Ho realizzato che eravamo arrivati a destinazione quando ho sentito la voce del nostro accompagnatore: Ora dovete andare da soli. Io non posso più proseguire. Oltre quelle mura ci sono le barricate serbe. Devo tornare indietro. Sono certo di non essere tanto gradito ai vostri connazionali. Mentre scendevo dalla macchina e lo ringraziavo, gli ho chiesto quanto gli dovevo per tutto quello che aveva fatto per noi. E lui mi ha risposto: Nista! Niente! La sua felicità e quella di suo figlio sono per me la ricompensa più grande che potessi ricevere.
Solo più tardi ho realizzato che quell’uomo si era dovuto fermare perché non era serbo e che per noi aveva rischiato molto di più quello che anche adesso riesco a immaginare. Quell’uomo aveva deciso di aiutare una donna nemica rischiando la sua stessa vita. E non mi aveva considerata né serba, né croata, né musulmana o chissà cosa… Per lui ero solo una mamma in cerca del suo bambino”.
Questo è uno stralcio di una delle quattro storie che raccontano il coraggio di uomini che hanno deciso di lottare contro la follia collettiva della guerra civile. Nello spettacolo, di cui c’è anche un DVD e un libro “La Scelta” edito dall’Erickson, si spiegano i motivi che generarono quella guerra fratricida: la crisi economica, il degrado culturale, il razzismo, il secessionismo. Motivi che possiamo trovare anche nella situazione attuale del nostro paese, per questo è importante conoscere queste tragedie per non compiere più gli stessi sbagli. Ognuno di noi ha possibilità di fare del bene. Ogni giorno possiamo compiere dei gesti per migliorare questo mondo.