FIRENZE. Due nuove sale per la Galleria degli Uffizi: una, quella Verde, dedicata ai capolavori di Giorgio Vasari e Alessandro Allori, e l’altra, quella Celeste, riservata ai pittori del secondo Cinquencento fiorentino, come Jacopo Zucchi, Santi di Tito, Giovan Battista Naldini e Jacopo Ligozzi. E a un anno e mezzo dalla sua chiusura, dopo i lavori necessari per consolidare il pavimento, ha riaperto la sala detta della Niobe, che custodisce monumentali statue romane. Tutto ciò in attesa che a fine del prossimo gennaio apra la nuova sala dedicata a Michelangelo con il suo Tondo Doni.
Sono alcune delle novità legate al grande progetto dei Nuovi Uffizi annunciate da Cristina Acidini, soprintendente per il Polo museale fiorentino, e Antonio Natali, direttore della galleria fiorentina. In soli dodici mesi è aumentata del 27% la superficie museale della Galleria (oltre 1800 metri quadrati in più) attraverso prima l’inaugurazione delle cosiddette Sale Blu (pittori stranieri), delle Sale Rosse (pittura fiorentina del Cinquecento), dell’area utilizzata per la mostra Bagliori dorati, dedicata al gotico internazionale, e, da oggi, anche le due nuove sale affrescate da Luigi Ademollo, che andranno a integrarsi nel percorso dedicato alla pittura fiorentina del XVI secolo. La prima sala ospita infatti i dipinti di Vasari e Allori, mentre nella seconda sono esposte opere fiorentine della seconda metà del Cinquecento, alcuni dei quali attivi nello Studiolo di Francesco I de’ Medici. In tutto si tratta di 32 opere (di cui sette provenienti dal deposito della Galleria) che ora trovano nuova collocazione nel percorso museale. Interessata da problemi manifestatisi con un avvallamento localizzato del pavimento – anche per la presenza di statue di notevole peso (2/3mila kg) -, la Sala della Niobe (che misura 29×9 metri, per un totale di 260 metri quadrati circa) era stata chiusa nel maggio del 2011 e sottoposta a una serie di indagini non distruttive (endoscopie e rilevamenti con laser-scanner e georadar) che aveva messo in evidenza la necessità di intervenire sulle strutture voltate a sostegno del pavimento, diverse per dimensioni e tipologia. La riapertura della Sala della Niobe, al termine di un complesso e delicato restauro, anche sotto l’aspetto logistico, in coincidenza con le feste natalizie ha fornito l’occasione per restituire ai visitatori una delle sale più suggestive dell’intero percorso museale.

Di Golem

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