In napoletano “scapozziare” vuol dire letteralmente dondolare la testa, ossia tentennare. Il gesto si accompagna a un’espressione di perplessità, o anche di compatimento, e perfino di rassegnazione. Come a significare: poveretto, non capisce niente. Amministrative 2011: riflessioni a caldo. Questo Paese riesce sempre a ribaltare la situazione all’ultimo momento. Ma non si può continuare così.
Intendiamoci, so bene che scrivere un articolo così confezionato dà l’idea di sparare sulla Croce Rossa (per quanto, anche questo, ormai… chi ha avuto modo di leggere su Vanity Fair del 20 aprile scorso l’articolo “Il lato oscuro della Croce Rossa” di Camilla Strada?).
Ma, ora che O”b”ama ha atterrato, o meglio… annacquato, O”s”ama (tra l’altro col riferimento alla mancata pubblicazione delle foto perché raccapriccianti; dichiarazione che ha una vaga vena ottimistica in quanto sta a significare che esiste ancora al Mondo qualcosa di impresentabile perché “raccapricciante”: alleluja!);
ora che i “transfughi” sono stati sistemati (ma Scilipoti Big One imbalsamato nel Famedio dell’illustre 150enario sull’Altare della Patria, come la Marianna in una piazza del famoso 14 luglio parigino?);
che Marina (top manager, nonché in predicato quale prossima leader politica, magari vs. Montezuma/Montezemolo – notata la rassomiglianza con Ippocrate? – dacché Fini è decotto, Vendola troppo sbilanciato dalla parte sbagliata, o forse troppo sbilanciato in avanti, gli altri sparpagliati qua e là, e dunque ne vedrem(m)o delle belle: Full HD contro Full HP, un bel match, per la gioia degli Italiani, che oltre che incalliti giocatori sono ultrà dello sport osservato e commentato), ora che marina, dicevo, si è tolta i sassolini dalla scarpa con Ezio Mauro, affermando in buona sostanza che se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto; in altri termini se non c’è più un italiano – diciamocelo fuori dai denti – che se la sente di essere onesto, perché fare sforzi? Perché costringerlo in catene al carro della legalità? Basta cambiare il carro, adattarlo, togliere tutti i fastidiosi orpelli di legalità e, leggero, farlo andare incontro al cittadino. La montagna va a Maometto e l’indispensabile equilibrio cittadino/Stato, cittadino/Giustizia, cittadino/Fisco, è ristabilito;
ora che la Minetti ha cambiato avvocato che, forte delle regole deontologiche, voleva difendere lei, pararle il sedere, diciamo, foss’anche a discapito di quelli di Lele, Emilio e financo Silvio, mentre invece lei, cara amica mia, l’aveva dedicato a Silvio (che quindi era ed è l’unico sedere da portare a casa), in cambio di prossime promozioni (coi “responsabili” ha funzionato) a deputata, sottosegretaria, magari con la delega al rafforzamento dei glutei (ginnastica adatta, centri benessere ecc.), forse Ministro per la Pubblica Decenza (sempre con l’ottica della montagna che va a Maometto);
ora che la pletora di inutili spiagge che infesta le nostre coste, ha trovato soddisfacente collocazione in un sistema che prevede l’utilizzo per 99 anni da parte dei poveri ricchi (mi si perdoni il bisticcio) che erano da sempre disponibili a prendersi le loro responsabilità, i loro fazzoletti di spiaggia privata togliendo, in tal modo, le castagne dal fuoco alla Nazione, ma nessuno si degnava di starli a sentire; adesso finalmente sì. Poi tra 99 anni, un pronipote del nostro Silvio “Sole”, forse un Silvio IV o V più lungimirante e ammodernato, prorogherà la concessione per altri 297 anni (3 tranche da 99) a prezzo affare, paghi solo 198 (paghi 2 porti via 3 – la matematica non è un’opinione) ai pronipoti ancora più ricchi, o che almeno siano rimasti tali (i discendenti dei “nostri” ricchi andati in disgrazia, che vadano – loro – a dar via i ciap!), mentre per i comuni mortali saranno sufficienti (diamine!) i 4 milioni e passa di vasche jacuzzi che saranno sparse per tutto il territorio nazionale, dalle Alpi a Lampedusa, dalla Maddalena a L’Aquila, ad opera di un Guido IV o V, a sua volta pronipote, qualcuno sospetterebbe (a noi quella che ci frega è la “cultura del sospetto” diceva un famoso Procuratore Generale) del nostro impagabile (nel senso che nun se ponno spennere tutti ‘sti soldi, guagliu’ … cribbio!) Bertolaso…, ora sì! mi sento più tranquillo.
Sparare sulla Corce Rossa?
Ora che meno male che tutto questo c’è (proprio come Silvio), mi sento a posto e, con fermezza e determinazione, a sangue freddo, posso sparare anche sulla Croce Rossa.
In realtà voglio solo divertirmi e divertirvi un po’. Non può essere mica solo prerogativa del Premier, questa.
E allora ricominciamo da capo: questo articolo (almeno il titolo) farà molto piacere ai fumatori impenitenti. Ricordate il film “Thank you for smoking”?
Caro Direttore, questa volta mi sono messo in testa di mandarti un articolo senza né capo né coda, perché vuole essere una fotografia (niente di che eh! Sai, di quelle fotografie col telefonino, discrete, a volte buonine anche le panoramiche, ma non certo da urlo) della situazione generale che è, appunto, senza capo né coda, e non mi riferisco solo all’Italia, sia ben chiaro.
L’esplosione dei Paesi del Nord Africa (a parte il caos di Afghanistan, Iraq, Siria, Pakistan), il pastiche del “caso” Gheddafi, dello stesso Obama/Osama (che mi sembra faccia il paio con l’incidente stradale del decesso Lady D, se non il terno con la chiamata in Cielo di Papa Luciani da parte dello Spirito Santo), la tragedia dimenticata di Haiti (ora che non ci sono più morti da far vedere fingendo di commuoversi tra un gioco a premi e l’altro), l’incognita Giappone, la vita dei suoi abitanti, le radiazioni, i disastri ecologici e ambientali sparsi per il Mondo… dove li mettiamo?
La trota consigliere
Non intendo qui parlare di Ordinamenti Costituzionali, accordi internazionali: per una volta mettiamoli da parte. Vorrei soffermarmi su quello che si vede in giro, come stanno le cose in giro, fermiamoci allo status quo, tanto ormai la Politica non c’entra più niente con noi, passa sopra le nostre teste:
Una trota fa i capricci? La si nomina Consigliere Regionale (emulando, ironia della sorte, quel Caligola proprio di Roma ladrona che aveva nominato senatore il suo cavallo, che almeno è un animale “nobile” però); Berlusconi e Bossi litigano? Si riappacificano? Chi ne sa niente, e chi sa perché? E’ già designato il Successore Tremonti? Ringraziamo per avercelo almeno fatto sapere in qualche modo. Ci sono le Facce di Culo da sistemare? (Scusate tanto per la parentesi, ma basta con nomignoli vari, quali “transfughi”, “fuoriusciti”, “responsabili” o il melenso “(ir)responsabili” ecc. è riduttivo e offensivo! Hanno nome e cognome, chiamiamoli per nome e cognome:” Facce” nome e “di Culo” cognome, l’anagrafe è anagrafe! E proprio con la “d” minuscola, il culo – diciamo “sedere” è una parte anatomica molto più “nobile” di quanto si pensi, come si è già accennato e come di qui a poco si dirà… Olgettina docet!) Appunto… quelli che hanno salvato il “sedere” al Premier. C’è Poeta che possa vantare fantasia più bizzarra e affascinante delle “cariche” che “lor signori” (Marco Giacinto non se ne deve essere accorto, altrimenti sciopererebbe di fame, di sete e di chiacchiere, telecamere in faccia di brutto) sono riusciti a trovare? Mi rimbalza in mente un “responsabile della genuinità dei prodotti nelle politiche agrarie”.
Non capisco ma mi adeguo
Niente… magari tra alcuni anni, ci saranno altre cose, non se ne potrà più (ma per davvero, non tanto per dire), esploderanno tensioni, magari ci sarà un nuovo concetto di Socialismo. Ma ora come ora… anche alle elezioni, si vota per gruppi di interessi vari, per l’amico, il parente, il conoscente, il che non ha nulla a che vedere con la scelta, reputata, migliore. I tempi sono questi, i tempi nuovi sono del tutto e del contrario di tutto, amici miei! Bisogna prenderne atto, adeguarsi. Personalmente faccio fatica, però mi riprometto di provarci e riprovarci ed essere più assiduo. Mi date del giurassico? Sarò pure giurassico, ma pure voi… ultra teen agers, non è che ci scherzate,eh!
Allora qui si parla di TESTA.
A tal proposito, quale è la differenza tra noi e gli altri inquilini di questo Pianeta, nella società, nella politica, nella Religione, nella scuola? Noi, cittadini del Paese del Bunga Bunga e dello Scilipotismo, dove una Rubycina mette in berlina quella che da alcuni viene definita la quinta o la sesta Potenza Mondiale, ed altre amenità. Noi, Paese degli sprechi senza freno e delle manovre e manovrine che poi mancano sempre i soldi – con un terzo dei nostri parlamentari gli Usa vanno avanti alla grande! Avete idea di quanto costano al contribuente i nuovi sottosegretari per la gloria di Silvio? E l’inutile processo a Silvio per corruzione, già prescritto nei prossimi mesi? E la guardiania ad opera delle Forze dell’Ordine di tutte le residenze e ville di Silvio e dei parenti, amici e sodali di Silvio? Quale manovr(in)a, più o meno camuffata (ultimamente così usa) occorrerà prossimamente per acchiappare soldi e fronteggiare?.
Noi, che Etica – Scandali – Sobrietà – Serietà, tutta fuffa.
La differenza, caro lettore, è nel TONO. E questo vale tanto, davvero tanto.
La giustizia
Facciamo qualche esempio:
Recentemente (svolgo anche l’attività di avvocato, come chi mi conosce sa) si stava valutando con un amico medico, cliente dello studio, la possibilità di una transazione relativamente ad una querela per diffamazione da lui proposta nei confronti del titolare di una azienda ortofrutticola, che lo aveva tacciato, infondatamente, di incapacità e negligenza in un atto pubblico. Eravamo attorno al tavolo, io, un mio allievo in veste di collaboratore e l’amico-cliente. Poiché quest’ultimo insisteva nell’alzare il livello della richiesta di risarcimento per il torto subito, e io mi adoperavo per calmierare le pretese, se ne uscì con la frase, diretta al suo avversario: “ma quello deve accettare per forza, come titolare d’impresa non può permettersi di avere un carico pendente”.
A questo punto il mio allievo (impropriamente) scoppiò in una fragorosa, irrefrenabile risata; dopo di che si allontanò per il disdicevole imbarazzo creato.
Più tardi, da soli, gli chiesi che gli fosse saltato in mente.
“Avvoca’ – mi rispose – ma me lo ha insegnato proprio lei! Ma come Berlusconi è imputato di sfruttamento di prostituzione minorile, non una bazzecola qualunque, e continua a fare tranquillamente il Premier, e questo se ne viene che un “verdummaro” non si può permettere di avere un processo a carico per diffamazione?”
Non vi racconto il seguito per evitare che qualcuno mi venga a fare le pulci sulla faccenda della privacy, so’ guai tosti qua, e… non me lo posso proprio permettere.
L’unità d’Italia
Mi è stata chiesta una mia poesia sull’Unità d’Italia (qua non mi sfottete, ve lo chiedo col cuore in mano, sul fatto che scrivo poesie, articoli, racconti, atti giudiziari, romanzi e via dicendo, tutto messo insieme in modo apparentemente disordinato, in un ideale crogiuolo. Io basta che scrivo… e poi ho le mie idee in proposito, ne parleremo un’altra volta), per l’inserimento in un’antologia. Bene – ho risposto – ce l’ho, in napoletano, su uno dei grandi personaggi femminili di Napoli, Maria Sofia di Baviera, moglie di Francesco di Borbone, ma è in controtendenza; non è propriamente elogiativa dell’Unità d’Italia, soprattutto per come si è giunti ad essa.
Ah! Allora no grazie! – Mi è stato ribattuto gentilmente.
Alla faccia del conformismo! In pratica alcune cose si possono (o in alcuni casi si devono) dire, altre cose no; o meglio… giammai!
Diffidate, quindi, dai numerosi libri elogiativi che stanno venendo fuori. Non è che tutti elogiano; semplicemente quelli che non elogiano stanno nel “no grazie!”.
L’unità svizzera e Leopardi
Mi sono recato, alcuni giorni fa, nel Canton Ticino per presenziare ad una premiazione poetica (giusto per non farmi mancare niente). Si può pensare quel che si vuole della Svizzera, ma è, ad ogni modo, un Paese antico e riconosciuto. La cura e la tutela del territorio… che dire? Ci mancavo da molto tempo… siamo a due passi, parlano italiano come noi. Mi sono venuti in mente altri viaggi, in Olanda, in Austria, in Danimarca, nella stessa Francia; mentre da noi, il Paese dell’arte, della storia, delle bellezze naturali, che affascinò un Goethe, un Hemingway, tanto per non menzionare sempre il solito George… hai sempre la sensazione, in alcuni punti, in molti punti, che vedi ciò che risulta dallo svuotamento di una discarica, dalla dismissione di un cantiere per opere non completate, dall’abbattimento di vecchi caseggiati eternamente rinviato, lasciando stare qui il capitolo dello spargimento di sangue, degli incendi e distruzioni in occasione di molte partite di calcio e grandi manifestazioni (tema che investirebbe anche il capitolo degli sprechi), mentre altrove (salvo casi rari) il pubblico è quasi a contatto fisico con i giocatori e non accade nulla; le folle manifestano liberamente il dissenso, sale della democrazia, e non accade nulla. Perché? Non c’è amore qui; c’è possesso, autorità, ma noi non amiamo, o, quantomeno non amiamo abbastanza i nostri panorami, le mura e gli archi e le colonne e i simulacri e l’erme per i quali (a questo punto inutilmente?) molto sangue è stato versato e continua ad essere versato.
Si è sempre meridionali di qualcuno
E dovrei parlarvi di quella volta che assistevo un piccolo imprenditore brianzolo in una trattativa negoziale con un produttore di articoli elettronici del Midi della Francia?
Mi venne chiesto di sondare il terreno per vedere se ci fosse spazio per fare a meno di essere proprio ligi con il Fisco. Io aderii (devo dire la verità, sennò parliamo di aria fritta qua) e domandai al francese: «bisogna fare tutto in “ufficiale” o si può fare “un po’ e un po’?”». Beh! Non enfatizziamo mo’, sono semplici esempi, ma devo dire che non dimenticherò mai la faccia che fece. Ma che, di punto in bianco ci eravamo messi a parlare arabo?
Proprio mentre sto scrivendo (non si fa in tempo, non si fa più in tempo… ormai le notizie sono superate ancora prima di accendere il computer) scoppia il fattaccio Moratti/Pisapia a tutti ben noto. Il “bello” è che un Bossi non dice: è una diffamazione, è una vergogna, un errore gravissimo da scusarsi senza né “ah” né “bah”; dice semplicemente “è sbagliato, non porta voti”; “ il Giornale” di Berlusconi (lui personalmente tace) addirittura dice, di fronte ad una ben precisa, grave e netta calunnia: la Moratti tira fuori le… palle… pardon “le unghie”; infine la famosa “prescrizione” alla quale incautamente si riferisce la Moratti (poi in appello diventata assoluzione con formula piena, ma lei, ahimé, non lo sapeva) definendola un salvataggio processuale “ma comunque il reato c’è”, quando riguarda (abbondantemente nei processi degli ultimi tempi) il sig. Berlusconi o altri della casta (cricca, cosca, loggia, confraternita, ormai è tutto uguale) viene propinata come assoluzione vera e propria “l’ennesima dimostrazione dell’accanimento dei giudici” e via buffoneggiando.
Ora tutto questo non va bene. Non va affatto bene!
(fine della prima puntata)