RIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE:
sto scherzando, eh! Sto scherzando.
“Allora parliamo di cose serie” (passatemi la citazione) e diamo la parola ad un “addetto ai lavori”, uno che “se ne intende”.
DAL VERBALE DI UDIENZA DI UN RECENTE PROCESSO PER DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA PROMOSSO DA UN GIORNALISTA CHE SI OCCUPA DI EDITORIA, NEI CONFRONTI DI UN PICCOLO EDITORE CHE SUL SUO BLOG AVEVA DEFINITO “una vigliaccata” UN SUO ARTICOLO IN ARGOMENTO.
Avvocato: Lei sa che moltissime case editrici usano il sistema di far acquistare delle copie in prevendita per permettere a poeti che non hanno accesso alle grandi case editrici di poter pubblicare?
Giornalista – parte lesa: Certo che lo so.
Avvocato: Allora questo rientra nella norma?
Giornalista – parte lesa: Vede, ora le spiego come sono i contratti degli editori normali, cioè gli editori seri: arriva a casa un contratto in cui l’editore ti dà un anticipo, senza neanche leggere il manoscritto. Dopo di che al 30 di giugno si chiudono i conti al 31 dicembre dell’anno precedente e ti mandano a casa anche i diritti d’autore. Questa è l’editoria. Tutto il resto non ha nulla a che vedere con l’editoria.
Avvocato: Ah! E in quale film l’ha visto questo?
Giudice: Avvocato non faccia commenti! Le domande per favore.
E qui finisce l’incantesimo, o meglio mi riporta all’incantesimo del cinema su una storia riguardante l’editoria, di cui parlavo nella prima parte.
ED ORA LASCIAMO PARLARE I FATTI SENZA COMMENTI (solo una breve annotazione come chiosa)
Una piccola inchiesta:
Libreria Feltrinelli – Ricordi (con un pizzico di “Spizzico”) di Milano piazza Duomo 10 ottobre ore 16,20:
“Rivoluzione n.9” Silvio Muccino e Carla Vangelista – Mondadori – cominciamo bene
“GLI IMPERDIBILI”
Agota Kristof (nata 1956 – vive tra Ungheria e Svizzera)
Paola Mastrocola – premio Campiello 2004 – Una barca nel bosco
Christopher Moore – americano
W. Somerset Maugham
Murakami Haruki – giapponese
Pasolini – Ragazzi di vita
Arundhati Roy – India
Leonardo Sciascia – La scomparsa di Majorana
Arthur Schnitzlen
David Grossman
Andrew Sean Greer
Arthur Golden
Jonathan Safran Foervel nato nel 1977
Jung Chang del ’52 vive in Inghilterra
Gioconda Belli – nicaraguese
Luther Blissett
Jonathan Coe – classe 1961
Diego De Silva – Questo è un napoletano
Jeffrey Eugenides di Detroit 1960
Jonathan Franzen
Amitrav Ghosh – Calcutta 1956 – Vive a New York
Nick Horndy – Londra 1957
Temo di andare troppo per le lunghe, diciamo che nelle “NOVITA’” ci sono 2 italiani su 8 (Aldo Cazzullo e Camilleri), nella “CLASSIFICA” su 10 appaiono 3 italiani (Erri De Luca, Marcello Simoni e Andrea Camilleri)
Milano – Mercoledì 12 ottobre ore 11 Libreria Mondadori – Messaggerie Musicali di Corso Vittorio Emanuele:
“CLASSIFICA”: Coelho, Marcello Simoni, Sveva Casati Modignani, Aldo Cazzullo, Melissa Hill, Errri De Luca, Pierre Dukan (la dieta Dukan), Camilleri, Benedetta Parodi (menù), Marco Mazzoli (radiografia di un DJ che non piace).
“NOVITA”
Si passa dai dilaganti Jay Elliot (ex vicepresidente Apple) “su Steve Jobs”, Arianna Forni “Leggenda Milan”, Dalila Di Lazzaro “Il mio tesoro nascosto”, Andre Agassì “Open” (tennis), Rafa “la mia storia” (tennis), “Fai ‘sta cazzo di nanna” Adam Mansbach, “L’abito fa il monaco?” Alberta Marzotto, Fausto Manara “Amici, nemici, amanti possibili”. Marco Pastonesi “Dizionario degli All Blacks”, Eugenio Benetazzo “Era il mio Paese, il futuro che attende l’Italia”, Alex Schwazer “Quelli che camminano – consigli per il benessere quotidiano” e così via, ai vari Peter, Sarah, Allison, Jason, Rachel, Anthony, Keith, Julia, Richard, Mercedes, Stephen, con una consistente incidenza, a mio avviso, di nomi vagamente ebraicizzanti (senza che null’altro questo voglia dire, se non che sono dotati notoriamente di una consistenza culturale piuttosto elevata il popolo israeliano e gli ebrei nel Mondo), tra cui, qua e là, fanno capolino alcuni nomi di scrittori italiani, prevalentemente classici o storicizzati (Sciascia, Verga, Fogazzaro, Pirandello, persino Machiavelli).
Giovedì 13 ottobre ore 11,15 Il Libraccio – piazza Fontana –Milano
Non vedo “classifiche”, “novità”, “imperdibili” aut similia; qui spiccano molto più che altrove le “CATEGORIE”: Scienze – Storia – Attualità – Filosofia – Gialli – Viaggi – Narrativa (ancora una volta qui dilagano i libri per esterofili). Nelle altre categorie si dà per scontata la prevalenza straniera, ma perché?
Prendo nota che c’è un settore dedicato all’usato con 2 indicazioni “per vendere”, “per comprare”, e ne sono compiaciuto.
Chiedo (meno nevrosi serpeggiante tra il personale): dove posso trovare qualche libro di Case Editrici minori? Sa sto scrivendo un articolo…
Guardi là…
Guardo, torno a guardare con attenzione, ma non vedo nulla. La commessa sorride.
Finalmente capisco, e, ancora una volta resto piacevolmente colpito; è messo ben in mostra e a caratteri cubitali l’avviso:
P R E N O T A Z I O N I
con tutte le necessarie istruzioni. Segno che qui si dedica particolare cura a questo aspetto della fruizione letteraria
Importantissimo per chi arranca; almeno c’è un relitto di salvataggio. Ricordate il Tom Hanks di Cast Away?
Di poesie nemmeno l’ombra (in tutte e tre le librerie visitate), a parte il solingo scaffale di “POESIE” dell’intero Orbe Terrarum, in un angolo.
Fattore di disomogeneità (ma non cambia il risultato): Napoli – Feltrinelli alla Stazione Centrale – Venerdì 14 ottobre ore 16,30
Spiccano i Fabio Volo (Le prime luci del mattino), Carlos Ruiz Zafòn (Il principe della nebbia), Alawiya Sobh (Il suo nome è passione) – tutti Mondatori, Francesca Petrizzo (Il rovescio del buio), Liam Creed (Cuore di labrador).
Nella CLASSIFICA 1 – Erri De Luca ( Feltrinelli – I pesci non chiudono gli occhi); 2 – Marcello Simoni (Il mercante dei libri maledetti); 3 – Paulo Coelho (Aleph); 4 – Nicolas Barreau (Gli ingredienti segreti dell’amore); 5 – Marcella Serrano (Feltrinelli – Dieci Donne); 6 – Georges Simenon (Maigret e l’omicida di Rue Pompincourt); 7 – Sveva Casati Modignani (Un amore di morto); 8 – Irène Némirovsky (Il signore delle anime); 9 – Camilla Läckberg (Lo scalpellino); 10 – David Nicholls (Un giorno). Mi soffermo, esemplificativamente, su quest’ultimo (inglese) per ricordare che ha studiato da attore, prima di dedicarsi alla scrittura, e per diversi anni è stato un autore televisivo (circostanze impensabili in Italia).
Curiosamente nessun “pari merito”, qui come negli altri negozi.
Negli autori per ordine alfabetico, oltre ai soliti, dominanti, Inglesi, Francesi, Tedeschi, Americani, abbiamo scrittori dello Zambia, Messico, Afghanistan, India, Giappone, Israele, Portogallo, Spagna, Ucraina, Cile, Ungheria, Svezia, Finlandia ecc. ecc. e la letteratura italiana? Qualcosina c’è: i Salgari, i Matilde Serao (e Faletti? Non l’ho visto, ma sicuramente c’è).
Caspita ma siamo in Italia. In ciascuno dei suddetti Paesi, diciamo il 60/65% della letteratura proposta è locale, nel rimanente 40/35% il resto del Mondo.
Qui, come nei negozi di Milano, del resto, battiamo qualche record, credo, l’80/85% è letteratura straniera, il 20/15% italiana.
Per non parlare di FANTASCIENZA, HORROR, FANTASY, qui noi italiani siamo esclusi a priori, perché “non credibili”.
Diamo un’occhiata d’insieme (questo vale per Napoli, come per Milano e, a questo punto, per qualsiasi altra città italiana, credo):
John MARSDEN Ellen BLOCK “Parole sulla sabbia” fascetta: un best seller negli USA grazie al passaparola – TRADOTTO! Elsa CHABROL L’inglese Jasvinder SANGHERA “Prigioniere dell’onore” fascetta: ha trasformato la sua ribellione in una battaglia per ogni donna – TRADOTTO! le tedesche Kerstin GIER (insegnante 45enne, scrittrice dal 1995 quando aveva 29 anni) e l’amburghese Isabel ABEDI del ‘67, anziché fare la calza o dedicarsi ad altro, come usa da Trieste in giù, scrivono libri che… rispettivamente: – fascetta: 2 edizioni in 5 giorni, attenzione: genera dipendenza, leggere per credere; in classifica dello Spiegel per più di sei mesi (sono nel tuo sogno), oltre 100mila copie vendute – TRADOTTE! Ed ecco l’americano Patrick RUTHFUSS “La paura del saggio” fascetta: un vero talento, il suo racconto è profondo, intricato e mirabile – TRADOTTO! Ruta SEPETYS, americana di origini italiane “Avevano spento anche la luna” fascetta: in vetta alle classifiche del New York Times ad una settimana dall’uscita – TRADOTTA!
Da un’altra parte i (soliti) napoletani o i Lanzetta e altri savianeggianti.
Ancora un fattore di disomogeneità (o, direi: disomogeneità nella disomogeneità): Libreria Guida – Nola – Sabato 15 ottobre ore 18
Qui la situazione si capovolge, ed ecco riapparire in vetrina, in bella vista, gli Andrea, Edoardo, Maria Pace, Alessandro, Marco, Gianni, Paolo, Fabio, Gioconda, Riccardo, Dino, Eva, Lorenzo ecc.
Cerco la direttrice, è dietro il bancone, motivata, decisa, mi presento, si chiama Rosa Barone, le dico un po’ quali sono state le mie impressioni, nei vari negozi.
Come mai tanti autori italiani qui? – Le chiedo
Beh se non valorizziamo noi gli autori italiani, chi lo deve fare? – Mi risponde. “Parole sante” penso, e insisto:
Ma… si vendono?
Certo che si vendono! Se li mettiamo in vetrina li vendiamo. Se stanno negli scaffali nel retrobottega, la gente come fa a comprarli?
E qui chiudo la parentesi, almeno per il momento.]
Ed eccoci di nuovo a Milano.
Ipermercato Esselunga di via Ripamonti, martedì 18 ottobre ore 9,30: stessa solfa, con qualche infarcitura in più dei vari Meneghin per il basket, “La leggenda del Milan”, “Licenziare i padreterni”, e così via, oltre a qualche altro caso di strana notorietà.
Si dovrebbe dare un’occhiata anche a qualche altra libreria, più piccola semmai, ma… ho visto librerie vendere libri col 70% di sconto! Vuote!
Fermiamoci qui.
Tutto questo non vuole essere che uno spunto di riflessione, da sviluppare in diverse sedi; approfondire ulteriormente ci porterebbe fuori tema e troppo lontano, fuori della portata di un solo articolo.
Però…visto quanti padroni? (Ed ecco la chiosa)
Qualcosa di analogo accade nel Cinema. Ma lì, almeno, sostanzialmente c’è un solo padrone: Hollywood (forse 1 e ½ con Bollywood), che si pappa il 70/75% della torta, per cui a tutti gli altri rimane sì e no il 25/30% della produzione cinematografica e non resta che mettersi in coda, dove pure, certo, qualcuno sta più avanti, qualcuno più indietro.
Ma nel settore letterario, fette percentuali di consistente rilievo, bene o male, se le spartiscono tutti, e che spazio rimane al futuro della gloriosa Letteratura italiana? Forse lo 0,000qualcosa.
Ed ora la CONCLUSIONE (provvisoria, come ogni cosa):
Steve Jobs, che dormiva a terra, che a 40 anni fu licenziato dalla Apple, l’azienda che lui stesso aveva fondato, per poi rientrarci da Grande Maestro, che era così attaccato alla vita da gioire per un’operazione che gliela avrebbe almeno allungata un po’, il cui motto era “ be hungry, be foolish”, se fosse nato in Italia, quale autogrill sull’autostrada, o negozio di elettrodomestici “aperto-anche-la-domenica” avrebbe diretto?
Steve Jobs? Noooo… è un caso estremo questo, non vale! – Mi si potrebbe obiettare.
Potrei allora parlare del vicentino Andrea Stella, che rimasto paraplegico in sfortunate e drammatiche circostanze, durante un viaggio premio negli Stati Uniti, dopo la sua laurea in giurisprudenza, si ingegna e mette a punto un sistema per poter condurre un catamarano, pur essendo privo dell’uso degli arti inferiori, che poi diffonde nel Mondo; oggi, 35enne, vive a New York in condizioni di grande agiatezza.
Quale diversa sorte gli avrebbe riservato la Madrepatria Italia?
Ma preferisco una conclusione “in positivo”.
Ritorno ad Ischia (passatemi anche questo):
Caro Bruno
continuando quanto ho già anticipato verbalmente ti devo dire che se mi guardo in giro la situazione generale sulla cultura, la letteratura, la poesia, l’arte in genere è davvero terribile.
Che cosa fare? Mi chiedo come ne usciremo. Nei prossimi giorni proporrò un mio articolo-inchiesta in proposito, un raffronto con altri Paesi, in particolare per la narrativa e la poesia; ho preso contatti con l’Umanitaria di Milano, Istituzione per la diffusione della cultura (tra l’altro collegata con l’Humaniter di Napoli); ho scritto in chiave provocatoria (tra l’altro proponendo alle mignotte del GRANDE di scrivere le loro memorie firmate da loro stesse – sai quante centinaia di migliaia di copie si venderebbero?) qua e là; ho lanciato proposte a blog e poeti con cui sono in contatto per fare qualcosa di dimostrativo insieme (una pagina di un grosso quotidiano come ha fatto Della Valle?).
Comprare un piccolo spazio televisivo? Insomma nun saccio cchiù che aggia fa’!
Ma qualcosa ancora da fare c’è, sempre c’è; perché qua se non ci diamo da fare, ma di brutto, poi dobbiamo imputare a noi stessi se siamo poco presenti e conosciuti in senso generale.
Potremmo farci promotori di un comitato che si metta alla guida di tutti gli autori che non riescono a far sentire la loro voce perché sommersa da ciarpame, puttane, raccomandazioni, brogli politici, economici e giudiziari (l’ex magistrato Curtò docet, che scriveva per la Mondadori e si occupava anche del caso Mondadori) e quant’altro; ma anche sensibilizzare i piccoli editori (che ora vivacchiano facendo anche qualche imbrogliuccio sulle copie che stampano del che allo stato possono essere anche perdonati, o anche imbrogli più macroscopici del che non possono essere perdonati) ad unirsi a noi; anche un Guida, un Pironti (che dormono sui riconoscimenti per la loro qualifica di editori “storici”).
Potremmo fare manifestazioni. Come scendono in piazza i rappresentanti della Forza Lavoro, dell’Economia, della Libertà di Stampa, perché non possono scendere in piazza i rappresentanti della Cultura e dell’Arte?
Potremmo riunirci per protestare in modo assolutamente civile, ma FARCI SENTIRE, a Roma davanti alle sedi istituzionali del Governo, del Parlamento, ecc., a Milano davanti alla Feltrinelli, alla Mondadori, alla Regione, visto che la maggior parte delle grandi Case Editrici (che lavorano sul sicuro con gli stranieri, i “già affermati”, i terroristi, i serial killer e compagnia bella), stanno in Lombardia, chiedendo la cassa di risonanza del mass media.
Insomma la butto lì.
Io sono disposto a tutto, ma non ce lo possiamo tenere che la Storia finisce qui per noi e per i nostri posteri.
Ci risentiremo presto su questi ed altri argomenti.
Un caro abbraccio.
Alberto
La lettera di cui sopra ha innescato un meccanismo per cui Bruno Mancini e Roberta Panizza, promotori del movimento LENOIS (le nostre isole) e fondatori dell’antologia ISCHIA, MARE e POESIE, importanti realtà culturali delle quali, io ed altri siamo pionieri, con il sottoscritto e l’aiuto di “Il Golfo”, quotidiano storico della Campania e leader nei Campi Flegrei, Gaetano Di Meglio direttore del settimanale “Il Dispari” e tutti coloro ai quali sta a cuore la cultura e il futuro del Paese contiamo di far venire fuori le forze buone, belle e pulite, presenti e vitali in Italia, necessarie per CAPOVOLGERE TUTTO.
Tutti, ormai, apertamente o clandestinamente, vogliono capovolgere tutto; ne parlavo nell’articolo “Italia: ingresso riservato ai dilettanti addetti ai lavori” su Golem del 7 ottobre 2011 (tra gli articoli correlati); gli indignados vogliono capovolgere tutto, in varie parti di questo Mondo che va verso il baratro, ma, ultimamente, soprattutto in Italia; ed anche noi vogliamo “capovolgere tutto”, in modo particolare tutto quanto ho sopra rappresentato, che soffoca le energie intellettuali, la poesia, la voglia di amore, di vita, di pace di chiunque, in Italia, abbia ancora la testa per pensare e non solo per “spartere ‘e rrecchie” (separare le orecchie). Questi ultimi si becchino la “legge Reale spolverata”, o la “legge Reale bis”, o come altro vogliamo chiamare l’ennesimo, prossimo, frullatore di una vita che valga la pena vivere.
(fine seconda e ultima parte)