Un edificio può essere valutato in base alla sua classe energetica e può anche avere un punteggio rispetto a una classe acustica. Si può misurare e valutare la prestazione acustica di un edificio in riferimento a una norma (la UNI 11367) che non si applica alle costruzioni agricole, artigianali e commerciali, né a sale da concerto e chiese, ma alle unità immobiliari con destinazione d’uso residenziale, direzionale ed ufficio, etc.
La norma propone un sistema di classificazione sulla base di misure fonometriche fatte a fine lavori. Il progettista può, in fase previsionale, fornire una stima in riferimento alla UNI 12354 e al rapporto UNI/TR 11175 ma la misurazione e il collaudo a fine lavori assicurano a chi utilizzerà l’immobile una conoscenza più realistica sulle prestazioni. La stima può essere fatta a seconda dei materiali utilizzati attraverso un modello semplificato o dettagliato, utilizzando i dati forniti dai produttori dei materiali stessi, ma l’affidabilità dipende anche dalla realizzazione dell’opera e dai risultati conclusivi.
La classe acustica sarà in funzione del rumore trasmesso per via aerea tra diverse unità immobiliari, del rumore di impatto ovvero del calpestio percepito all’interno degli ambienti abitativi e generato in unità immobiliari differenti, della facciata, degli impianti a funzionamento continuo (ascensori, scarichi idraulici, bagni, servizi igienici e rubinetteria) e di quelli a funzionamento discontinuo (riscaldamento, aerazione e condizionamento). Il suono si trasmette non solo trasversalmente alla parete dell’edificio ma anche lateralmente e si comporta in modo differente a seconda del materiale che incontra e della sua frequenza.
La UNI 11367 prevede quattro differenti classi di efficienza acustica: si va dalla classe 1, che identifica il livello più alto (più silenzioso), alla classe 4 che è la più bassa (più rumoroso): va considerato che, anche se il livello prestazionale “di base” è rappresentato dalla terza classe, la maggioranza degli edifici italiani attualmente esistenti non raggiunge neppure la quarta classe.
La classe viene attribuita alle singole unità immobiliari e non all’intero edificio (per esempio, nel caso di un condominio, la classe sarà assegnata a ognuno degli appartamenti che lo compongono, e non genericamente all’intero condominio). Se, da un lato, questo rende più complicata la determinazione di efficienza acustica, dall’altro è una maggiore garanzia sul risultato finale.
La UNI 11367 è stata elaborata a partire dall’esigenza di rivedere il Decreto che in Italia definisce i limiti di isolamento ai rumori che gli edifici devono rispettare in opera, a fine lavori (il DPCM 5-12-1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”). Il decreto ha introdotto delle prescrizioni che hanno determinato un sensibile miglioramento della qualità acustica degli immobili di nuova costruzione. Purtroppo però questo presenta anche una serie di errori e punti non chiari che potranno essere corretti solo da un nuovo documento legislativo. La UNI 11367 è stata elaborata come riferimento per la scrittura di un “nuovo DPCM 5-12- 1997”. I lavori del Gruppo UNI sono iniziati a gennaio 2008 e la norma è stata pubblicata a luglio 2010. Ad oggi però non è stato presentato alcun nuovo decreto in merito. Attualmente la norma UNI 11367 è ancora un documento volontario e il rispetto di una specifica classe acustica diventa obbligatorio solo se indicato nel contratto tra chi prescrive l’opera e chi la realizza.
Le prescrizioni del DPCM e della UNI11367 non sono direttamente confrontabili. Non è detto che una unità immobiliare in classe III di isolamento ai rumori aerei della UNI 11367 rispetti anche il DPCM, né viceversa. L’innovazione della UNI è che il giudizio sull’immobile non sarà più di tipo binario (conforme o non conforme alla legge) ma su quattro scale di valori con probabile conformità solo delle prime tre classi.
Bisogna, infine, tener conto che la classe acustica è ricavata in base a calcoli sulle prestazioni acustiche degli elementi tecnici (facciata, partizioni, impianti) che sono indipendenti dal contesto (ad esempio, dal clima acustico esterno) e dalla sensibilità delle persone. È possibile tuttavia, sotto particolari ipotesi, stabilire una relazione tra la classe acustica, la qualità acustica attesa dagli occupanti e il clima acustico esterno all’edificio.
A partire dal 17 maggio 2012 è, inoltre, disponibile la norma UNI 11444 “Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali” di integrazione alle informazioni riportate nella norma UNI 11367. Essendo una norma UNI (norma tecnica e non un obbligo dello Stato) contiene solo delle regole per il calcolo e le misure per edifici che non si ripetono uguali a se stessi e nulla impone come legge. Non c’è, quindi, obbligo di presentare una relazione del calcolo previsionale o che imponga la misurazione in opera dell’edificio e resta compito della pubblica amministrazione, con modalità diverse da comune a comune, sorvegliare il corretto rispetto del vecchi DPCM del 97 a discapito dell’acquirente.Tuttavia, isolare significa migliorare la classe e ciò potrebbe aumentare il valore di un immobile a seconda del confort acustico che riesce a garantire. Per confort acustico si intende quella condizione psicofisica di benessere nella quale si trova, in relazione anche e soprattutto all’attività che sta svolgendo.
Per quanto riguarda l’esposizione al rumore è stato riscontrato che provoca disturbo psicologico e ostacola lo svolgimento delle normali attività di un essere umano riducendone il rendimento e la capacità di concentrazione e che può avere effetti nocivi sulla salute, sia fisica che psichica, degli uomini.
Dal punto di vista fisico può provocare danni all’udito (fino alla sordità), problemi di equilibrio e senso di vertigine, senso di stordimento ed emicranie, disturbi all’apparato cardiocircolatorio e a quello digerente; dal punto di vista psicologico provoca irritabilità, stati di angoscia, disturbi del sonno.
A questo scopo sarà necessario affidarsi ad architetti e ingegneri specializzati nel trattamento di suono e rumore in campo edilizio. Non basterà intervenire sulla struttura di separazione tra un edificio e l’altro ma si dovrà fare attenzione anche a solai (differenti per massa e materiali), pilastri e travi, a giunti e ad ogni dettaglio della costruzione. Saranno necessari controsoffitti, pavimenti galleggianti, giunti di separazione.
Esistono varie soluzioni sul mercato per costruire e isolare pareti già esistenti attraverso pareti in laterizi, in cartongesso, contropareti; per l’isolamento al calpestio c’è il singolo o il doppio massetto, solai in legno con massetto, o con massetto armato; prodotti specifici per l’isolamento degli impianti, tubazioni di scarico in particolare, e cavedii; silenziatori per isolare i fori di ventilazione per rispettare i requisiti acustici passivi delle facciate; prodotti specifici per l’isolamento termo-acustico dei cassettoni degli avvolgibili, prodotti specifici per l’isolamento acustico finalizzati a bloccare la propagazione dell’onda sonora e impedire la trasmissione del rumore. La maggior parte sono realizzati con un materiali con elevata massa o densità come piombo, EPDM, gomma vulcanizzata in singolo strato o accoppiati a materiali fonoassorbenti, secondo il principio molla/massa/molla.
Un rivestimento non è però banale da fare e se sbagliato, in fase di isolamento, potrebbe non solo non risolvere un problema di rumorosità ma anche peggiorare la situazione.