SIENA. Sono 78 scatti in bianco e nero di Robert Capa, padre del fotogiornalismo, a raccontare la Seconda Guerra Mondiale, alla Galleria d’arte Raffaele De Grada, a San Gimignano (Siena).
La rassegna, aperta fino al 10 luglio, propone una selezione di scatti provenienti dalla serie Robert Capa Master Selection III conservata a Budapest e acquisita dal Museo nazionale ungherese che ha promosso l’esposizione insieme a Fratelli Alinari e il Comune di San Gimignano, in collaborazione con Opera-Gruppo Civita. Capa iniziò la sua carriera di fotoreporter a Berlino, diventando famoso per le immagini scattate in particolare durante la guerra civile spagnola tra il 1936 il 1939. In Italia, documentò attraverso i suoi scatti alcuni momenti salienti e drammatici del Secondo conflitto mondiale, concentrandosi in particolare sulla vita dei soldati e dei civili dallo sbarco degli Alleati in Sicilia fino ad Anzio. La mostra propone un nucleo di foto che va dal luglio del ’43 al febbraio del ’44 e che nella loro immediatezza si spingono nel cuore del conflitto mondiale. Un racconto per immagini ricco di umanità, mai retorico e per questo emozionante. Dalla resa di Palermo, alla posta centrale di Napoli distrutta da una bomba ad orologeria, al funerale delle giovanissime vittime delle famose Quattro Giornate di Napoli, Capa trasmette le tante sfaccettature del conflitto, attraverso i volti dei soldati coinvolti, dei civili, delle persone comuni, come quelle che fuggono dalle montagne dove impazzano i combattimenti, oppure i soldati alleati accolti a Monreale dalla gente o in perlustrazione in campi opachi di fumo. Immagini straordinarie e indelebili per la loro immediatezza e autenticità. Lo spiega perfettamente John Steinbeck in occasione della pubblicazione commemorativa di alcune fotografie di Capa “Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino”.