Dopo la lettura del testo del Jobs act, il decreto 30/2014 pubblicato in GU, l’Ancl conferma l’opinione complessivamente positiva avuta all’annuncio delle misure, con semplificazione del contratto a termine e dell’apprendistato e la smaterializzazione del Durc, ma avverte: «Restano dei dubbi interpretativi sull’apprendistato – spiega Francesco Longobardi, presidente nazionale del sindacato dei consulenti del lavoro – Se non verranno risolti con la conversione in legge si rischia di non rilanciare l’apprendistato come si vorrebbe».
Il governo si è mosso bene nei confronti dell’alleggerimento formale dell’apprendistato: l’Ancl, infatti, aveva più volte denunciato che i cavilli procedurali previsti dalla Fornero rendevano difficile l’utilizzo di questo istituto contrattuale.
Tuttavia l’alleggerimento degli obblighi formativi è stato fatto con un testo che apre a dei dubbi quando si dice che la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere «può essere integrata», e non più «è integrata», dall’offerta formativa pubblica disciplinata dalle Regioni.
Precisa ancora il presidente Longobardi: «Il rischio è una formazione in uno stesso settore caratterizzata da diversificazione e disomogeneità di grande o piccola scala», perché ogni Regione potrà decidere la propria offerta formativa, ma anche il singolo datore di lavoro, che invece sceglie di non far seguire ai propri apprendisti moduli esterni.
Un altro sollecito da parte dell’Ancl è di abbassare l’età anagrafica del lavoratore a 16 anni anche per l’apprendistato professionalizzante, per rendere possibile il primo ingresso nel mercato del lavoro già all’indomani dell’assolvimento della scuola dell’obbligo.
Quanto agli altri punti salienti del Jobs act, l’Ancl ribadisce che l’estensione a 36 mesi del contratto a termine togliendo il vincolo di causalità, che anche in giurisprudenza era fonte di valutazione altalenante, attribuisce maggiore certezza ai datori di lavoro e consente di sviluppare crescita ed occupazione nell’orizzonte del percorso di rilancio che le aziende stanno cercando per uscire dalla crisi economica.
La smaterializzazione del Durc, e l’annunciata semplificazione della procedura, è infine una misura di grande interesse a vantaggio delle imprese e dei professionisti che le assistono.
Tuttavia, visto che le modalità operative sono rimandate a un decreto successivo, non resta che attendere la nuova regolamentazione rinnovando la disponibilità del sindacato dei consulenti del lavoro a un confronto operativo.