Non è solo una questione di soldi. Scegliere l’operatore a cui rivolgersi per la fornitura della propria linea ADSL include valutazioni di carattere economico – certamente – ma anche qualitativo. E se per individuare l’operatore più conveniente è sufficiente collegarsi su uno dei tanti portali che permettono di confrontare le tariffe di Tiscali, Alice o Fastweb ecc., più complicato è testare quale di esse sia quella in grado di assicurare gli standard prestazionali più alti.
È vero, ogni contratto specifica il tipo di linea che viene acquistato e la sua velocità di connessione. Quest’ultima, però, deve fare i conti con la realtà geografica di riferimento. Il digital divide esiste anche all’interno del contesto nazionale, la distribuzione non è uniforme e le prestazioni di una ADSL è condizionata – e molto anche – dalla realtà territoriale in cui essa viene collocata. Piccoli centri al confine tra Friuli e Piemonte, in Lombardia come in Calabria o in Campania non dispongono della copertura minima per accedere a internet veloce. E soprattutto, internet ultraveloce – la fibra ottica, per intenderci – copre una percentuale di utenti risicatissima, con medie abbondantemente inferiori rispetto a quelle degli altri Paesi europei.
Se non altro, ai piani alti hanno dimostrato di essere consapevoli del problema, tanto che entro fine mese verrà presentato alla Commissione Europea un piano programmatico da 6 miliardi di euro per assicurare la copertura totale del territorio per ciò che riguarda la connessione a 30 Megabit e dell’80% per quella a 100 Megabit, il tutto entro il 2020.
Un progetto estremamente ambizioso – forse anche troppo – se si considera che, ad oggi, la copertura a 30 Mb è appena del 20%, un terzo rispetto alle medie europee, e quella a 100 Mb è pressoché inesistente se si eccettua il territorio di Milano. A sostenere le aspirazioni italiane c’è il Fondo Sociale Europeo relativo al periodo 2014 – 20, focalizzato con attenzione su aspetti di innovazione sociale e sulla creazione di posti di lavoro (e le grandi opere, si sa, sono un’opportunità anche da questo punto di vista), da integrare però con il dispiegamento di risorse economiche interne.
Il progetto, nella speranza che non rimanga tale, è ormai necessario. Il Bel Paese è la Cenerentola de’Europa del settore web, ultima per velocità media di rete e diffusione di internet veloce, regge il colpo solo nel settore mobile, ma ciò non può e non deve bastare. La speranza comune è che il piano di digitalizzazione possa trovare concretezza nei fatti, possibilmente a stretto giro.