Abbiamo un primato, ma come al solito non è gratificante: siamo primi in Europa per la tassazione sul lavoro e secondi per quella sul lavoro; dall’altro lato siamo tra gli ultimi posti per la distribuzione del reddito.
In pratica siamo un Paese da terzo modo dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Comunque, per quanto riguarda la spesa, si registra una forte contrazione delle uscite in conto capitale e un lieve aumento delle spese correnti.
A tracciare il solco tra il Paese reale e il Paese fiscale c’è l’Irpef, l’Imposta sul reddito delle persone fisiche che ha 41 milioni di contribuenti e un gettito del 36% dell’insieme delle entrate tributarie.
Il prelievo, dicono i magistrati contabili, è mal distribuito e proprio per questo sottolinea una penalizzante divaricazione tra il paese reale e quello fiscale. Alla fine del 2013 la pressione fiscale è arrivata al 43%, tre punti oltre il livello segnato all’inizio del terzo millennio e quasi quattro punti sopra al valore medio degli altri ventisei paesi Ue.
La notizia più brutta è che non si prospetta un futuro roseo per il 2014 dal momento che ci si aspetta un ulteriore aumento del prelievo, mentre l’inversione di tendenza dovrebbe iniziare solo tra il 2017 e il 2018.
Le statistiche poi sono ancora più devastanti:
L’Italia è al secondo posto per il prelievo sui redditi da lavoro perché con il 42,3% è di ben sei punti oltre la media europea;
è addirittura al primo posto in quello sui redditi d’impresa perché con il 25% registra quasi il 50 in più della media europea, mentre per il prelievo sui consumi però è al 24° posto.
Peggio vanno i dati riguardanti il reddito: il reddito reale disponibile del 10 % più ricco della popolazione italiana è cresciuto di 5,5 volte di più di quello relativo ai redditi più poveri. I ricchi appunto diventano sempre più ricchi…
Corte dei Conti – Rapporto 2014 sul coordinamento della finanza pubblica – Palazzo Madama – 4 giugno 2014