Continua la guerra santa islamofoba in Europa e conferma il suo ruolo di protagonista di ogni campagna elettorale. Il risultato di questa comunicazione aberrante è che, oltre a infiammare l’odio razziale, si confessa in filigrana l’inadeguatezza delle nazioni e della politica a far fronte alla crisi economica e di valori, conseguenze del neoliberismo.
Così la Francia, con i suoi quattro milioni di musulmani, non poteva, ancora una volta non ricorrere al redditizio dispositivo narrativo della guerra all’Islam. Un argomento–contenitore, dentro il quale si può far convergere tutto il disagio nazionale, un tema che non fa perdere consenso e accontenta tanti. Anzi, insistere sull’argomento, visto che è il cavallo di battaglia dell’estrema destra del Front National, si trasforma spesso in una guerra tra gli schieramenti di destra, con il risultato di chi la dice peggiore per rubare voti all’altro. Salvo naturalmente schierare nei partiti donne musulmane emblema della soluzione “ integrazione” donna – islam.
Claude Guéant ministro degli Interni francesi del governo Sarkozy ha infiammato media e parlamento francese, con una recente uscita che poteva sembrare una gaffe, rivelatasi poi frutto di un “sottile” ragionamento del filosofo Yves Roucaute, suo spin doctor, uscito dalle file dell’estrema sinistra, e poi pentitosi dell’errore di gioventù.
Davanti al sindacato Uni di studenti universitari di destra così si pronuncia Claude Guéant , improvvisandosi etnologo e (assai poco filosofo).
“Contrariamente a quanto afferma l’ideologia relativista di sinistra, per noi, tutte le civiltà non si equivalgono. Quelle che difendono l’umanità ci sembrano più avanzate di quelle che la negano. Quelle che difendono la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza ci sembrano superiori a quelle che accettano la tirannide, le disuguaglianze uomo donna, l’odio sociale o etnico”.
Un discorso impeccabile se riferito a tutti: le civiltà che escludono la dignità umana e l’uguaglianza non si possono chiamare tali. Figuriamoci allora se lo può dire la Francia di oggi, o l’Italia di oggi, paladine di un sistema (economico) di valori che ha come principale conseguenza la disuguaglianza uomo donna, l’odio sociale, lo sgretolamento delle democrazie all’interno, lo smantellamento dei diritti del lavoro, l’informazione nelle mani di poteri sempre più connessi tra loro. E figuriamoci se una simile predica può provenire dal pulito di un governo che ha difeso tutti i dittatori del nord Africa fino a ieri.
Nel discorso di Guéant lo sguardo è tutto sull’avversario a sinistra. Si legge una sorta di modello di comunicazione globale, un copia incolla universale, per cui il ruolo del filosofo all’interno della politica si riduce nel mettere in forma e orientare una serie di luoghi comuni.
Così, raccogliendo in un unico contenitore il disagio delle società attuale, ancora una volta una campagna elettorale di un paese europeo ha sullo sfondo la guerra santa, in corso ormai da anni, e che spesso prende la goffa denominazione di “identità della nazione”, o “ difesa dei valori”. In realtà è il cavallo di battaglia di tutti i populisti che fanno dell’Islam la soluzione meno dispendiosa per cristallizzare paure e fobie, e aprono sempre di più la strada ai partiti di estrema destra.
In Svezia, il partito di estrema destra Sverigedemokraterna in Svezia, ha riscosso un considerevole successo. Questo aveva incentrato la campagna elettorale sui “diritti degli anziani e sulla riduzione dell’immigrazione”. Nel video della campagna – censurato solo in un secondo momento dalla televisione – un’anziana signora svedese con il deambulatore si dirige verso uno sportello per ritirare la pensione, ma è superata da una folla di donne in burqa con la mano tesa per ottenere sovvenzioni dallo Stato.
In Germania, sulla facciata degli uffici del NPD , partito tedesco di estrema destra, campeggiava un cartello: “Sarrazin ha ragione”. Thilo Sarrazin, ex membro della Budensbank e autore del paphlet “ la Germania si autodistrugge”, fa del numero crescente di musulmani in Germania una delle cause del declino del paese. Per l’ottimo economista il ragionamento sarebbe questo qui: l’intelligenza è tra il 50 e l’80 % ereditaria. Alcuni popoli, per ragioni culturali o genetiche sono meno intelligenti di altri, e si tratta per lo più musulmani che sono però più fecondi dei tedeschi.
Benché fortemente criticato, Thilo Sarrazin è risultato al 18 % nelle preferenze dei tedeschi come futuro cancelliere.
Anche in Spagna i socialisti hanno fatto della campagna contro il velo integrale un modo per guadagnare voti. E ovviamente anche a destra si è registrata la questione. Una consigliera municipale del PP, per aver rifiutato di togliersi l’hijab (non è nemmeno il velo integrale) è stata immediatamente sanzionata dal suo partito e non potrà presentarsi alle elezioni future.
Nei Paesi Bassi, Geery Wilders, del partito PVV (partito della libertà), ha proposto di vietare il Corano e di mettere un’imposta sul velo. Nel film “ Fitna” compara il Corano a “ Mein Kampf”.
Durante la commemorazione dell’ 11 settembre è stato celebrato dagli americani dei Tea Party felici di vederlo tra i detrattori della costruzione di una Moschea vicino a Ground Zero, progetto difeso da Obama e Bloomberg, sindaco di New York.
Inutile aggiungere alla lista internazionale le infinite esternazioni di odio leghista continuamente accese. Salvo naturalmente relegare nella zona della follia le “normali” reazioni di un militante di estrema destra, come il Casseri di Casa Pound che ha ucciso tre uomini di colore, e poi si è suicidato.