L‘insegna di un negozio è l’anima stessa di quell’attività. Aiuta a svelarne i valori, a rivelarne lo stile, a introdurre nel mondo di quel magazzino.

Un’insegna incisa nel legno darà l’idea di qualcosa di artigianale e tradizionale al contempo, qualcosa che affonda le proprie radici in una data lontana nel tempo. Un’insegna invece in stile minimalista, darà l’idea di un qualcosa di moderno, liscio e diretto, senza troppi fronzoli.

È dalle insegne che vengono riconosciute le varie attività commerciali. Più del nome del negozio stesso, il tipo di illuminazione della scritta, così come la scritta stessa, i colori e lo stile che contraddistinguono quell’insegna caratterizzano ogni singola attività commerciale, rendendola unica rispetto alle altre.  

Un piccolo giochetto: come si riconosce un franchising? Esattamente, dalla stessa insegna. Sì, qualche mente più scaltra potrebbe dire anche dalla busta e dai prodotti, ma per ora la domanda era rivolta a una rapida occhiata dall’esterno.  

Consiste proprio in questo l’impegno di SIGN ITALIA, di dare un carattere e un’anima a quel punto vendita, indipendentemente dalla grandezza o dalla fama.

 Come nascono le insegne?

Le insegne nascono all’indomani del ‘900, quando artigiani e bottegai cominciarono a installare dei “segni di riconoscimento” all’ingresso delle loro attività.

La realizzazione di questi cartelli veniva commissionata a dei veri e propri artisti. Basti pensare alle celebri litografie dell’Art Nouveau parigina, come quella del famosissimo Le Chat Noir, divenuto uno dei simboli di Montmartre e, per estensione, della capitale francese.

Anzi, restando a Parigi e per sottolineare l’importanza delle insegne, quale miglior certezza di trovarsi nella patria di Macron se non quella d’imbattersi, all’ingresso in metropolitana, in uno dei famosi cartelli della ferrovia sotterranea?

Proprio pochi anni fa ha fatto scalpore la messa all’asta dello spazio occupato dall’insegna della TDK a Piccadilly Circus, il vero e proprio tempio delle insegne luminose assieme a Times Square a New York e a Ginza-4-Chrome a Tokio.

È una pubblicità diventata storica e protagonista dei tantissimi scatti fotografici dei tanti milioni di turisti che ogni anno affollano le strade di Londra.

Basti pensare che quello spazio è stato occupato dalla Tdk per ben 24 anni consecutivi.  

 Come si sono evolute le insegne luminose

Pochi anni prima della prima guerra mondiale, venne poi impiegato nelle insegne luminose un elemento chimico scoperto pochi anni prima, precisamente nel 1898.

Quale? Il neon. È pur vero che i tubi a neon non sono dei contenitori puri di gas neon, ma l’elemento chimico rappresenta comunque il fattore principale.

Dal suo ingresso nel mondo dell’illuminazione, le insegne a neon hanno via, via conquistato fasce sempre più ampie di pubblico. Il richiamo rappresentato dalla luce, e quell’aurea di moderno, le conferirono il carattere di novità che tutti cercavano.

Nel corso degli anni del secolo da poco terminato, le evoluzioni nel campo tecnologico e digitale hanno portato novità e cambiamenti ben più importanti dell’utilizzo del neon nell’illuminazione. La grafica, la stampa e il taglio digitale danno un’immagine molto più precisa e ricercata di quella della lavorazione artigianale.

Inoltre, l’illuminazione ha ormai voltato pagina e dal neon si è passati alle luci a led, soluzione dai risultati eccellenti anche se molto più economica, ecologica e duratura nel tempo.  

 

Di Golem

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