Diciamo che l’inquinamento è intollerabile e sta distruggendo sempre di più il nostro Pianeta, quindi bisogna ridurre le scorie di ogni tipo, ma, contemporaneamente, diciamo anche che bisogna incrementare i consumi per far girare l’economia.

Diciamo che uno dei grossi problemi del Mondo è il sovraffollamento, ma, contemporaneamente, incoraggiamo anche l’aumento della natalità per favorire lo svecchiamento della società.

E non sono le uniche contraddizioni.
Tanto per fare qualche esempio:

vedi
il messaggio di tolleranza religiosa e l’integralismo nella varie religioni;

vedi
le guerre per il petrolio insieme agli aiuti umanitari;

vedi
la logica di respingimento e sfruttamento nei confronti di Paesi qualificati “da aiutare” in quanto definiti “in via di sviluppo”.

E così via…

In conclusione che s’ha da fa’, a partire da domani, ma anche da oggi?

Cerchiamo di usare carta riciclata per le nostre stampe e fotocopie, o mettiamo mano con convinzione alle risme di carta fine per scongiurare il fallimento delle aziende cartiere con perdita di posti di lavoro e depressione del tenore di vita? Salviamo le foreste o il frigorifero?

Ai novelli sposi diciamo “auguri e figli maschi (un po’ obsoleto, meglio “molti figli”)”? O “Auguri e massimo un figlio, che qua ‘a coperta è corta?”

Ai Paesi del Terzo Mondo mandiamo intelligence per farli scannare tra loro, bombardieri per sfiancarli, medicinali scaduti per ammorbarli e missionari per accompagnare i predatori (non dell’Arca perduta… quella, se è “perduta”…) di diamanti, zaffiri, rubini e altre pietruzze, interi territori da coltivazione e allevamento, specie rare di flora e di fauna, o ci sediamo con loro attorno a un tavolo e studiamo come ridistribuire a tutti la ricchezza (sì anche quella materiale, ma non è la più importante) di capacità e di cultura, di progettualità, di buona volontà?

Scateniamo per turpi motivi, ma sempre quasi, per succhiare petrolio (come è dimostrato dall’indifferenza verso i Paesi “aridi”, dove, per quanto ci riguarda, possono tutti crepare con le mosche in bocca), il tutto ammantato di “onorabilità”. “umanitarismo” e “buone intenzioni”, incredibili “guerre di Religione”, oppure siamo disponibili a riconoscere che tutti i popoli del Mondo devono comprendersi e aiutarsi, e che nessuno ha “l’esclusiva” della Divinità? Perché se così fosse, sarebbe da tutti, e dico “tutti”, immancabilmente riconosciuto, come è riconosciuto che la Terra è tonda e non piatta, e gira intorno al Sole e non viceversa.

I clandestini, i fenomeni che, ormai, non possiamo che definire “migrazioni di massa”, come li interpretiamo? Buttiamo fuori a calci quante più persone è possibile, compresi vecchi, malati e bambini, oppure ragioniamo tra noi e tra i rappresentanti dei Paesi “già sviluppati” e quelli “in via di sviluppo” per giungere a stabilire che per salvare il PIANETA, la LIBERTA’, la DIGNITA’ e per sconfiggere la FAME, la MISERIA, le MALATTIE, bisogna fermarsi, riconsiderare ogni cosa, i valori, le abitudini, il tenore di vita?
Ma poi… ci crediamo o non ci crediamo?

Che cosa ci sarà nel nostro futuro, ma soprattutto nel FUTURO di quelli che nasceranno, appunto, da domani, o anche da oggi? BELLEZZA, AMORE, AVVENTURA, SEMPLICITA’, NOSTALGIA? Oppure ORRORE, ODIO, CONFORMISMO, IPOCRISIA, INCUBI?
In conclusione, quali sono i valori da salvare e, in sintesi, bisogna aspirare alla FELICITA’ o al POTERE?

Queste sono tutte domande senza risposta, ma chi vuol cimentarsi, può proporre, e proporre a se stesso, altre domande su quella che Daniel Kehlmann definirebbe “la misura del Mondo”, scoprirà, certamente, che sono tutte “senza risposta”. E non perché siamo stupidi noi.

Allora mi domando, a questo punto (ed è l’ultima domanda senza risposta di questo articolo) dove l’appojano tutta quella boria i nostri Pericle, Solone, Licurgo, i Tribuni del popolo, i Gran Sacerdoti, questi Geni in Terra, queste Statue viventi, che sembrano averla trovata loro la “misura del Mondo”, ma che si divertono (evidentemente) a non dircelo, sghignazzando qua e là?

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