Presentata oggi da parte del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, la relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) per l’esercizio 2011.
La Sezione del controllo sugli Enti, presieduta da Giampaolino, nel referto, sulla gestione dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) per l’esercizio 2011, segnala l’esigenza di monitorare assiduamente l’incidenza delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica fino all’entrata a regime del sistema contributivo e di sottoporre a riesame il modello della previdenza complementare, la cui eventuale confermata configurazione privata impone misure di rilancio, per incentivare le esigue iscrizioni e di razionalizzazione, per ridurre l’estrema polverizzazione dei Fondi.
Viene altresì evidenziata la maturazione – in ambito governativo e parlamentare – dell’auspicata decisione di riassetto e riequilibrio della governance dell’Istituto, nei profili della vigilanza ministeriale e dei controlli interni e nel ridisegno di ruoli e compiti degli organi di indirizzo e di gestione, al fine di correggere le eccessive concentrazioni di potere nel Presidente e di rafforzare le attribuzioni del Consiglio di indirizzo e vigilanza, soprattutto nella loro effettiva esigibilità.
Ribadendo analoghe precedenti osservazioni, la Corte richiama una attenta e responsabile riflessione sul crescente ricorso a risorse umane esterne – nelle forme della somministrazione del lavoro a copertura dell’organico, dell’acquisizione di consulenze in appalto, dell’utilizzo generalizzato di procuratori e sostituti di udienza, del massiccio impiego di medici convenzionati – per le incidenze sullo svolgimento di funzioni istituzionali spesso delicate e di elevato rilievo sociale ed i rischi di perdita delle stesse capacità di autogoverno dell’Ente.
Le persistenti disfunzioni nell’invalidità civile inducono a privilegiare la unificazione nell’Istituto dell’intero procedimento – dalla prima visita alla erogazione delle prestazioni – attraverso una rinnovata disciplina delle competenze e delle singole sequenze, a garanzia delle categorie tutelate e per assicurare indipendenza e uniformità di giudizi.
Il riscontrato dimensionamento delle risultanze emerse dalla vigilanza ispettiva esige – oltre ad una più tempestiva programmazione – l’intensificazione degli interventi volti a contrastare l’ampia area di evasione ed elusione degli obblighi contributivi, comprovata dalla modesta incidenza degli accessi in rapporto alle aziende censite, pervenendo altresì a definire le indispensabili coerenze tra le somme accertate e le corrispondenti riscossioni.
Il livello ancora ingente del contenzioso – pur se in contrazione nel 2011 – richiede un rinnovato impegno per aggredire le principali criticità regionali, soprattutto nella previdenza agricola, dando piena applicazione al più volte sollecitato esercizio dell’autotutela e rapida operatività al transitorio apporto straordinario dei legali esterni, nella prospettiva di un più adeguato assetto a regime dell’Avvocatura interna.
Appaiono indilazionabili misure di risanamento dei principali Fondi amministrati, nonché di razionalizzazione di quelli “minori”, in consecutiva e più marcata perdita complessiva, contenuta solo in parte dagli attivi della Gestione per le prestazioni temporanee e di quella per i parasubordinati, il cui netto patrimoniale congiunto prevale sui gravosi passivi degli autonomi (agricoli e commercianti) e del più grande Fondo per il lavoro dipendente (appesantito dai dissesti strutturali dei dirigenti di azienda e di quelli della elettricità, trasporti e telefonia), i cui saldi negativi tra contributi e prestazioni trovano insufficiente copertura nel finanziamento statale, ancora non adeguatamente individuato nella componente assistenziale a carico della fiscalità.
I conti generali dell’Istituto registrano nel 2011 una ulteriore contrazione dell’avanzo finanziario e un accentuato deficit economico, connessi al primo declino degli apporti statali, dalle cui dimensioni – quantitative e soprattutto qualitative ( a titolo di trasferimenti o di anticipazioni a debito ) – restano condizionate le stime di pesanti risultanze negative nel 2012, che incorporano lo squilibrio strutturale, già evidenziato dalla Corte nel recente referto sulla più grande gestione acquisita dell’ex INPDAP, corretto solo in parte dagli ultimi provvedimenti normativi.