Secondo i vecchi manuali di giornalismo “la notizia” è che un passante morde un cane travolgendo il luogo comune e la stessa realtà che raramente si rovescia contro ogni logica. Nei giorni scorsi “un fatto normale” è stato manipolato dai media.
Un investitore si trasforma in vittima. La vittima sparisce. La cronaca viene edulcorata e la confusione sotto i cieli di Roma e l’etere d’Italia è grande. Per fortuna ci sono i vecchi cronisti della carta stampata che approfondiscono il caso, ma la prima notizia data dalle agenzie ha deformato la realtà. Il noto presentatore tv Rosario Fiorello nella versione originaria è vittima di un incidente con il motorino. Ricoverato in ospedale non è grave, ma in terapia intensiva. Per minimizzare i contorni vaghi della vicenda si arricchiscono di particolari. Nell’incidente, pare, sia coinvolto un signore anziano che viene definito nella costruzione del mosaico un pedone. Poi la notizia diventa più nitida.
Fiorello travolge un pedone sulle strisce pedonali. Poi l’ulteriore aggravante: un attimo prima un’auto si era fermata ma Fiorello l’ha superata provocando l’impatto contro il povero pedone. Il ferito Mario Bortolozzi, la vittima fantasma, ha subìto ferite e fratture importanti. Nessuno si cura di lui. Anche il cronista focalizza l’angoscia dell’ investitore vip a sua insaputa e non si preoccupa di accertare le condizioni di salute del signor Mario. Persino il fratello Beppe nella cronaca crea un pathos partigiano disinteressandosi del signor Bartolozzi . La figlia della vittima Flavia minimizza: ”Sono cose che capitano”. Sembra di assistere alle contorsioni linguistiche del ragioniere Ugo Fantozzi di fronte al Mega direttore Galattico.
Proviamo a rovesciare la realtà. Rosario Fiorello pedone vittima dell’investimento del signor Bartolozzi. Cambierebbe la dinamica ma le “coccole” del cronista per lo showman sarebbero identiche magari con considerazioni più dure nei confronti dei motociclisti che non osservano il codice della strada. Pioverebbero i precedenti storici (il calciatore Gigi Meroni) e dichiarazioni ministeriali con richiami alla severità e alla certezza delle sanzioni.