Dall’incontro al ministero dell’ambiente non sono emerse novità sui siti. Il Ministro nel corso della conferenza stampa svoltasi a fine riunione ha ribadito che si saprà qualcosa sul sito provvisorio a fine aprile e sul sito definitivo a fine giugno.

In sintesi le dichiarazioni di Clini:
– dovranno essere messi a regime gli impianti TMB ed inceneritori esistenti (Albano compreso che è da costruire),
– occorre realizzare il quinto impianto TMB (Paliano?),
– si deve incentivare la raccolta differenziata (non esclusivamente e necessariamente porta a porta di cui il ministro non ha parlato),
– dei sette siti indicati nello studio preliminare della regione un paio presentano fortissime criticità ma che comunque sono tutti sotto esame unitamente ad altri (i famosi siti militari?).

Alla luce di tutto ciò (cioè nulla di nuovo), come stabilito nel corso dell’assemblea di martedì scorso la manifestazione di sabato 14 a Torrimpietra è annullata, ma saremo presenti invece con gazebo informativo alla sagra del carciofo da oggi e fino a domenica a Ladispoli. Il Comitato inoltre parteciperà alla manifestazione che si svolgerà sabato 14 pomeriggio ad Albano contro la costruzione dell’inceneritore, perché la lotta di Albano è la lotta di tutti i Cittadini che sono contrari a discariche ed inceneritori.

Proprio sull’inceneritore di Albano rileviamo qualche incongruenza nel ragionamento del Ministro, e cioè, perché portare avanti la costruzione di questo ecomostro, che forse, potrà essere pronto tra 3 o 4 anni se tutto va bene? Se si crede nella raccolta differenziata, numeri alla mano, questo inceneritore arriverà quando probabilmente non servirà più; basta fare quattro conti, mettendo assieme i dati relativi alla capacità degli inceneritori esistenti (e di questi i piani di potenziamento già esposti dalle autorità) e l’impatto sulla produzione dei rifiuti derivante dall’innalzamento della raccolta differenziata ad almeno il 50% a Roma nei prossimi due anni.
Differenziata a Roma ed Inceneritore ad Albano sono due scelte alternative!

Dobbiamo inoltre tener presente che la tecnologia si cui si baserà questo cancro valorizzatore è Thermoselect, cioè la stessa del gassificatore di Malagrotta che non ha mai funzionato correttamente e che è tuttora (fortunatamente) spento; in Europa gli impianti basati su questa tecnologia sono stati tutti abbandonati (in Germania, in Italia a Verbania, in Svizzera), la società è fallita cedendo prima il brevetto ad una società giapponese, che oggi ce lo rifila. Insomma, nel 2012, perché vogliamo metterci in casa un impianto basato su tecnologia datata fine anni ’90, un’anticaglia tecnologica, già seppellita dalla storia?

Non sarebbe almeno il caso di mostrare pubblicamente a tutti in modo trasparente, i dati raccolti (se mai qualcuno l’abbia fatto) sul gassificatore di Malagrotta, quali sono le opinioni dei tecnici (indipendenti), quali sono le sostanze immesse nell’aria ed in quale misura, i parametri sulle emissioni di polveri, quale è il rendimento energetico reale ed a quali costi si ottiene?

Questo è l’impianto famoso, non l’inceneritore, ma il termovalorizzatore come direbbe canapini, che qualcuno vorrebbe a Pizzo del Prete grazie alla delibera 111/2008? La lotta continua, ci aspetta ancora un lungo periodo di massima attenzione e di impegno.

Di Golem

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