GORIZIA. Una mostra che ripercorre la storia delle azioni condotte dall’associazione ‘Sea Sheperd’ in difesa della biodiversità marina di tutto il mondo, attraverso una sequenza di immagini forti, a volte crude, che testimoniano in tutta la drammaticità le violenze perpetuate nei confronti di balene, foche, squali e molte altre specie marine. È Sea Shepherd. Storia di 35 anni di azione diretta per gli Oceani, percorso fotografico dedicato alla storia di una battaglia costante e quotidiana, intrapresa per salvare e preservare il delicato equilibrio degli ecosistemi marini. La mostra, aperta al pubblico dal 24 agosto al 9 settembre via Rastello 74, a Gorizia, rientra nell’ambito del programma collaterale del Festival Vegetariano. L’esposizione ripercorre la storia dell’associazione e della sua flotta, dal velocissimo trimarano in fibra di carbonio Ady Gil, affondato in Giappone nel 2010, alla Brigitte Bardot (imbarcazione donata dall’attrice); ci sono poi gli scatti effettuati nel corso delle campagne oceaniche, compresi quelli delle mattanze di foche, globicefali, tonno rosso del Mediterraneo e delfini. Fondata nel 1977 dal capitano Paul Watson, la Sea Shepherd Conservation Society è un’organizzazione internazionale non-profit attiva per la conservazione della fauna selvatica marina, il cui obiettivo è di porre fine alla distruzione degli habitat degli oceani di tutto il mondo e delle specie che vi vivono. Per farlo, i membri della Sea Shepherd investigano, documentano e, quando necessario, agiscono per denunciare e contrastare le attività illegali in alto mare. Nel 1978, con il sostegno finanziario del Fondo per gli animali della Cleveland Amory, la Società acquista la sua prima nave (il peschereccio britannico Westella) e si prepara ad affrontare la sua prima missione: salpare verso i ghiacci del Canada orientale per ostacolare la mattanza dei cuccioli di foca. Da allora, la Sea Shepherd ha intrapreso oltre 200 viaggi negli oceani di tutto il mondo per difendere e salvare la vita di specie indifese.

Di Golem

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