Il cammino della speranza. Brou Ake Elisée è un giovane africano della Costa D’avorio come tanti, il primogenito di una famiglia povera. Elisée, quando aveva quattordici anni serbava il desiderio di diventare sacerdote, ma suo padre gli negò questa strada, occorrevano braccia per lavorare.
Poi, la situazione familiare diventò più critica e al giovane fu imposto di partire per l’Europa per portare soldi alla famiglia. Il giovane iniziò la sua odissea, partì dal suo paese per il Mali. Insieme con lui altre nove persone, che avevano il sogno di arrivare in Italia, viaggiarono in un autocarro per bestiame. Dal Mali un nuovo camion per arrivare in Niger, dal Niger un altro mezzo per giungere in Tunisia. Un viaggio che durò sette giorni e a ogni tappa, ai vari confini, occorreva dare soldi per “ ingraziarsi” i soldati. In Tunisia Eliseo non aveva i soldi per partire per l’Italia e si adoperò in vari lavori, dal posteggiatore al lavapiatti. Dopo circa quarantacinque giorni raggiunse la somma di denaro necessaria per ottenere un posto su una barca, che lo portò in un altro continente. Eravamo nel 2000 ed il giovane africano tentava il tutto per tutto con altri settanta giovani, o passare il mare o morire!
All’inizio del viaggio, sulla scalcagnata barca da pesca, gli scafisti dissero a tutti di pregare, perché se il mare fosse diventato mosso, sarebbero andati a fondo. Elisée, durante il viaggio, tenne la mano in tasca, dove c’era il suo rosario e pregò. Furono momenti di grande paura, specie quando il mare si fece minaccioso e la barca sembrò affondare da un momento all’altro. Dopo ventiquattro ore di grande tensione, giunsero finalmente a Lampedusa. La gioia del giovane africano di avercela fatta fu immensa e dopo qualche giorno fu libero di cercarsi un lavoro.”Quando ho messo piede a terra – spiega Elisée- mi sentivo risorto, ero nato a nuova vita”.
Il giovanotto si adattò a fare tutto, il lavavetri, il badante, uomo delle pulizie, tutto per mandare soldi alla famiglia in Africa. In uno dei suoi spostamenti in treno fu notato da una suora, lui stava pregando con il suo amato rosario e in quel momento nacque una profonda amicizia. La suora in seguito gli segnalò la Missione di Fratel Biagio a Palermo, dove avrebbe potuto abitare e meditare con serenità che scelta fare della sua vita.
Il giovane della Costa D’avorio rimase per sei mesi alla missione, dove si adoperò nell’assistere gli anziani e in tanti altri servizi. Egli capì che la sua vocazione era quella di diventare sacerdote e grazie all’appoggio della missione entrò in seminario. Per diversi anni studiò e sovente si recava in missione per aiutare e mangiare un piatto caldo. Il 29 giugno del 2009 fu ordinato sacerdote e ora è vice parroco nella chiesa di Santa Maria di Altofonte nella diocesi di Monreale (Pa). Padre Elisée ora ha quarant’ anni e appena gli impegni glielo permettono, torna sempre alla missione, per celebrare una messa e per tenere vivo il rapporto con Fratel Biagio. Molti giovani africani, come a suo tempo ha fatto Padre Elisée, cercano lavoro in Italia, in Europa, per sostenere i propri cari. Non chiudiamo le porte a questi ragazzi che il più delle volte sono solo una risorsa, come nel caso di Padre Elisée.