Il nome italiano “sole” viene dal latino sol, che deriva dal tema maschile indoeuropeo swol, cui è collegato il tema neutro sawel, il quale ha come derivato l’aggettivo sawel-iyo-s che, nel dialetto greco attico, diviene sostantivo come elios. Gli scrittori latini (Cicerone, Macrobio) facevano venire sol da solus (solo). E se una simile etimologia non ha alcun valore scientifico, dà però testimonianza dell’eccezionale importanza assunta dal Sole.
In effetti il Sole è principio generatore, simbolo di fecondità anche interiore. Il Sole illumina non solo fisicamente; il Sole può dare l’illuminazione; è quindi un occhio interno. E chi acquista l’illuminazione, dicono i Veda, ha per occhio il Sole. I dorati e luminosi “prodotti” solari (piante, animali, oro, tesori) alludono a beni da conquistare attraverso iniziazioni e difficili prove. Al Sole vanno anche riferiti l’occhio destro, la spina dorsale, il dito anulare, che si “incorona” con anelli. E anche la corona, come la capigliatura, ha significati solari: richiama, infatti, i raggi luminosi dell’astro. Solari, naturalmente, sono la regalità e l’autorità. Metallo solare per eccellenza è l’incorruttibile oro. E rapporto tra oro-sole e argento-luna si aveva nell’antica Mesopotamia. 1 grammo d’oro valeva 13,5 grammi d’argento, secondo la proporzione 1 : 13,5 = 28 : 360. Il valore dell’oro, cioè, stava al valore dell’argento, come il tempo di rivoluzione del Sole intorno alla Terra (360 giorni) stava al tempo di rivoluzione della Luna intorno alla stessa Terra.
Il grafismo che indica il Sole è un cerchio con un punto centrale FIGURA ACCANTO. E’ di immediata evidenza il richiamo alla centralità, alla stabilità. Ponendo un centro (il punto) si pone anche una periferia (la circonferenza intorno al punto) e, tra centro e periferia, vengono così anche ad instaurarsi dei rapporti: dall’uno può passarsi all’altra e viceversa; la periferia può vedersi come protettiva del centro ma anche come espansione del centro stesso; infiniti i raggi che dalla circonferenza portano al centro: mille e mille le vie che conducono all’Assoluto?
Simbolo solare è anche il cuore. Centrale il Sole, centrale il cuore che, come il Sole, irradia, illumina, riscalda. Soprattutto se Sacro Cuore, ricco di Preziosissimo Sangue, liquido solare, come il vino. Pressoché inevitabile – è evidente – l’incontro tra cristianesimo e culto solare. Il Logos, a detta di Ilario di Poitiers, è come il Sole e, per Ambrogio, “come il Sole sorge quotidianamente su tutto, così il mistico Sole di giustizia sorge su tutti, per tutti è apparso, per tutti ha sofferto, per tutti è risorto”. Attenzione, però: i Padri hanno sempre ben presente che si tratta di immagini, di figure riprese dalla pietas solare greca e riferite a Gesù di Nazareth, diremmo quasi per comodità. Non si tratta di identificazione. Chiarisce Tertulliano: “Altri…ritengono che il Dio cristiano sia il Sole, poiché è un fatto notorio che noi preghiamo orientati verso il Sole e poiché il giorno del Sole ci diamo alla gioia, a dire il vero per una ragione del tutto diversa dall’adorazione del Sole”. Resta il fatto che questo Sole, nel proceder dell’anno andrà “diminuendo” sempre più, fino a quando, nei giorni del solstizio d’inverno, all’insegna del Capricorno (deva yana, porta da cui scendono in terra gli dèi, secondo la tradizione indù), parrà per un attimo spegnersi e però, invece, rinato, Sol invictus, tornerà a risalire.