“Chisti hanno scassato a‘ michia!” – disse TOTONNO ‘U CURTU a suo figlio TOTINO ‘U CURTU. “E chi sarebbero chisti?” – Chiese Totino ‘u Curtu a suo padre Totonno ‘u Curtu. “Chisti!” – Rispose laconico Totonno ‘u Curtu a suo figlio Totino ‘u Curtu, indicando il giornale, quello con la g minuscola, inteso come quotidiano.
E sul Giornale, quello con la G maiuscola, non inteso come quotidiano ma come house horgan aziendale, c’era scritto che BERLUSCONI stava per ridiscendere in campo. “Ma patri, a te non piaceva il cavaliere, non me lo facisti votari alle ultime elezioni?” – Chiese Totino ‘u Curtu a suo padre Totonno ‘u Curtu. “A schifìo, finì!” Sentenziò Totonno ‘u Curtu e prima che suo figlio Totino ‘u Curtu potesse replicare, proseguì: “ Tu sei ancora ‘nu caruso, figghio mio e certe cose non le puoi sapere. All’inizio degli anni ’90 la DEMOCRAZIA CRISTIANA non ci dava più garanzie. Facimmo qualche ammazzatina, tipo SALVO LIMA, ma chelli nente. E allora c’accordammo. Voi ci date qualche giudice, vi levate dalle palle e noi vi risparmiamo la vita. Accettarono. La sentisti la vedova di quel fetuso del giudice BORSELLINO? “Il giorno prima di essere ammazzato, mio marito andò a Roma, da NICOLA MANCINO. Quando tornò disse di aver sentito aria di morte.” E difatti il giorno dopo morette! Avevano rispettato l’accordo, figghio mio. E si levarono pure dalle palle. A noi ci bisognava un nuovo partito. C’era quel signore di Milano, BERLUSCONI, amico degli amici degli amici e lo mettemmo in sella. All’inizio le cose bene, andarono. Ma poi, un po’ per le bottane, un po’ perché s’era fatto viecchio, fice ‘nu casino! E mo’ c’ha scassato ‘a minchia!” Concluse Totonno ‘u Curtu.
“L’ammo a accirere?” Chiese suo figlio Totino ‘u Curtu. “Inutile, sarebbe. S’è già acciso da solo! Ormai la gente, come lo vede si tocca! Tene ‘u malocchio. E insieme a lui lo tengono pure gli altri. E poi so’ scimuniti. Pensa a BRUNETTA, ha detto che non ha i piccioli per pagare l’IMU e che se li deve far prestare da una banca. Ma chi gli crede più. “Allora alle prossime elezioni dobbiamo votari a BERSANI, a GRILLO?” Chiese Totino ‘u Curtu a suo padre Totonno ‘u Curtu. “Ma quando mai?!” Replicò Totonno ‘u Curtu a suo figlio Totino ‘u Curtu. “Basta coi partiti! Basta delegare! E ‘affanculo pure i TECNICI! Da domani governiamo noi direttamente, di persona medesimi, perché siamo tutti Curti, ma quelli che hanno il cuore più vicino al buco del culo, siamo noi!” E detto questo, Totonno ‘u Curto diede un violento manrovescio a suo figlio Totino ‘u Curtu, per rafforzare il concetto!