PISTOIA. Va in scena il 9 marzo alle 21 al Teatro Manzoni di Pistoia Il mio giudice di Maria Pia Daniele per la regia di Franco Checchi. Presentato dal Gad, lo spettacolo si ispira alla storia di Rita Atria, testimone di giustizia contro la mafia, morta suicida a soli 17 anni il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via D’Amelio in cui vennero uccisi Paolo Borsellino e gli uomini della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
“Ho voluto portare la sua storia in palcoscenico con Il mio giudice, testo scritto in versi sciolti e nei modi di una tragedia classica, che ha debuttato nel 1993”, spiega l’autrice Maria Pia Daniele.
“Rita viene raffigurata nella pièce come una novella Antigone che contrasta con coraggio e coerenza la tirannia del potere mafioso, viola le consuetudini a cui dovrebbe sottostare, fronteggia le altre donne del paese – strenue depositarie dei codici d’onore -, e confidando nelle leggi dello Stato fa testimonianza. Pur costretta a fuggire dalla sua terra, continua a combattere, sostenuta dall’esempio luminoso di Paolo Borsellino; ma quando il “suo giudice” verrà ucciso, nel luogo del forzato esilio dove è in regime di protezione, Rita compie un gesto disperato, un atto di estrema denuncia, per il quale ella resta ancora oggi un simbolo di una Sicilia e di un Meridione che vuole cambiare. Se è vero che il Teatro contribuisce a mantenere viva la memoria di ciò che talvolta si perde nella Storia, se la sua identità resta preservata, consegnata al pubblico attraverso la parola, se quindi ho potuto garantire a Rita Atria un’estrema vittoria, altrettanto non si può dire che ciò sia accaduto nella realtà. Dopo la sua morte, un gruppo di giornaliste accompagnò il feretro da Roma a Partanna portando la bara a braccia nel piccolo cimitero in provincia di Trapani. La tomba di Rita venne però distrutta a martellate dalla madre: fu la punizione pubblica per una “ragazza infame”! Per molti il suicidio di Rita era stato visto addirittura con imbarazzo. Oggi, finalmente, si sta iniziando a considerare quel gesto appunto come un’estrema denuncia. Ma sono solo i primi passi. A 20 anni dalla scomparsa, questa ragazza coraggiosa non ha ancora una degna sepoltura. Un segno esecrabile che pesa su tutti noi. Una società civile non può più tollerarlo”.
Nell’allestimento di Franco Checchi, Caterina Morelli interpreta il ruolo di Rita, Umberto Porzio quello dell’on. Giuseppe Ayala – che fu uno dei primi ad accorrere in via D’Amelio subito dopo l’attentato -. Francesca Branchetti, Carmen Di Bello, Deborah Guidi compongono il coro di donne, Paolo Nesi ed Elvio Norcia quello di uomini. Completano il cast Daniela Dolce e Quirino Trovato (ricerche musicali), Giulia Pacini (movimenti ritmici), Gioia Ciardi (sarta costumista), Mariella Biagini (tecnica del suono), Giovanni Pratesi (tecnico luci), Fabio Gonfiantini (scene e costumi), costruzioni sceniche del Laboratorio Scena & Tecnica Ass.ne Teatrale Pistoiese.