Di fronte alla situazione politico-sociale venutasi a creare, una specie di perversione collettiva, per cui, come dice un mio amico, una volta eravamo noi a spezzare le reni (si fa per dire) alla Grecia, ora, invece, ce le spezziamo allegramente da soli, che cosa dire?

Con un Parlamento colpito in larga maggioranza da gravissimo incancrenimento cerebrale, dove, tra bufale e bufalotte, tanto per dirne alcune, ancora oggi si sostiene che qualcuno abbia mai potuto credere che Ruby Rubacuori fosse davvero la nipotina di Mubarak; si organizza la ricostituzione del Partito Fascista – un revival di quello che ha già messo in ginocchio l’Italia di fronte al Mondo intero, generando solo macerie, lacrime e sangue – si susseguono le iniziative ostili nei confronti dei nostri tradizionali interlocutori, cominciando dalla Francia e dagli USA, con la gravissima prospettiva dell’isolamento totale da varie realtà internazionali (molte della quali già non ci vogliono un gran che bene). Di questo passo finirà per rimanere nostro “amico”, forse, solo qualche pallido Emiro di lontani Paesi. Di fronte a un Parlamento che si vorrebbe “centralizzare” costituzionalmente nella vita pubblica italiana, così da spazzare via definitivamente quelle quattro reliquie che residuano del famoso “genio” italiano, che cosa dire?
Di fronte alla situazione politico-sociale venutasi a creare, una specie di perversione collettiva, per cui, come dice un mio amico, una volta eravamo noi a spezzare le reni (si fa per dire) alla Grecia, ora, invece, ce le spezziamo allegramente da soli, che cosa dire?
QUI CI VUOLE UN MEDICO.
No, non uno psichiatra, non fraintendetemi, né un ortopedico: un medico generico.
Berlusconi non avrebbe mai superato un esame in medicina (se non per raccomandazioni).
Il medico che, di fronte ad un mal di testa, imbottisce il paziente di sedativi, e non risale alle cause che l’hanno generato, che medico è?
Monnezza a Napoli? Esercito! 3 giorni sparito tutto. Subito dopo peggio di prima.
Terremoto a L’Aquila? 6 mesi, prefabbricati dappertutto in giro; centro storico morto e sepolto.
Immigrati a Lampedusa? 2 navi militari. 96 ore spariti tutti (per andare dove?). Già l’indomani nuovi più convinti e affollati sbarchi (visto che il meccanismo funziona).
Allora uno si chiede “e se provassimo a cambiare medico?”
Ma ‘sto medico, poi, diciamocela tutta, non è neanche necessario che sia laureato in medicina.
Occorre che ci sappia fare e sia animato da onestà intellettuale. Tutto qui.

Ricordate Massimo Troisi nel film “Ricomincio da tre”? Quello che diceva al bamboccione frustrato, casalingo, tutto mamma, rosario e semicalvizie liscia e impomatata, chiaro e diretto, irruento e netto, tanto da provocargli una benefica ribellione e crisi di coscienza a base di lacrime, singhiozzi e scomposta reazione delle pie donne di casa?
Ecco, uno come quello sarebbe un buon medico.
Nel nostro caso, nel caso del nostro Paese, molti insipienti volti già visti o stravisti, si aggirano infruttuosamente attorno al paziente (o dovremmo dire voracemente come sciacalli o avvoltoi attorno a un moribondo, o squali attorno ad uno sfortunato naufrago sanguinante?), ma appaiono all’orizzonte anche volti nuovi, Marcegaglia ad esempio, o più fondatamente Montezemolo.
Che cosa dovremmo chiedere noi ad un nuovo medico, un portatore di nuova medicina, oltre che volto nuovo, come dicevo, egli stesso?
Meglio mettere subito le mani avanti, prima che sia troppo tardi, come molto, troppo spesso è già accaduto in passato, prima che i giochi siano già fatti, e ancora una volta, l’ennesima, ci si trovi a curare il mal di testa con la pillola contro il mal di testa, lancinanti dolori agli arti o al petto, con la pillola contro il dolore, la monnezza con l’Esercito, le calamità naturali o provocate dall’uomo (spesso un mix tra l’una e l’altra causa) con le agghiaccianti risate telefoniche ecc.
E’ come per la ricerca nella scienza, e in particolare, appunto nella medicina.

Dovremmo pretendere dei punti fermi e indispensabili:
Salvaguardia della serietà e costruttività nel confronto interno e con i Paesi stranieri (non si bacia la mano a nessuno); garanzia di pluralismo e dialettica in ogni ambito, dai Palazzi della Politica ai mass media, alle scuole, alle piazze (i pareri discordi vanno controbattuti, non abbattuto il contraddittore); la cultura popolare e la laicità delle Istituzioni sono valori irrinunziabili (chi vuol praticare il bunga bunga lasci perdere la vita pubblica e si ritiri nel suo ristretto ambito privato, comunque nel rispetto delle leggi, come è ovvio).
Mi vengono ora in mente questi, ma ci sono, indubbiamente, altri punti da mettere a fuoco; in ogni caso con forza e determinazione; basta col chiudere un occhio, chiuderli tutti e due, tirare dentro questo o quello al quale non si può dire di no, fare la leggina ad personam e così via, all’italiana.

Allora quali promesse dovrebbe fare al popolo italiano un Montezemolo, per essere credibile?
Berlusconi ci ha promesso (lasciamo perdere il nucleare) il Taglio delle Tasse e il Ponte sullo Stretto, ambedue, come si sa, languono da qualche parte (Oddio ce ne ha fatte tante di promesse! Languono tutte).
Lei caro Luca, che cosa ci promette per convincerci, sì a cambiare medico, ma perché scegliere proprio lei? Per convincerci a pagare la sua medicina, pagarla per governare (nella Democrazia Greca non sarebbe stato neanche pagato essendo già lei stramiliardario)?
Quali sarebbero le promesse attorno alle quali dovrebbe aggregarsi il consenso?
Ecco glielo chiederanno tutti e, in questo contesto, glielo chiediamo insieme io e quel mio amico al quale accennavo circa lo spezzettamento delle reni in atto, peraltro ben noto ai lettori di GOLEM, giacché lo dirige.
Non ci dica “l’abolizione dei limiti di velocità sull’autostrada” (come qualcuno ha immaginato) altrimenti, e credo proprio di poter parlare anche a nome dell’amico direttore, gliela facciamo noi una promessa, anzi un giuramento, volteremo le spalle alla Rossa di Maranello, e credo proprio, non saremo gli unici; quindi se non è sicuro del fatto suo, se non sa bene se “ha le palle”, lasci perdere, rinunzi, è meglio.

Ecco, come si diceva, un giuramento… trattandosi qui del medico attorno all’ammalato, così come c’è il giuramento di Ippocrate, dovremmo chiederle, appunto, un giuramento. E quale dovrebbe essere, oggi, nel caso effettivamente si presentasse alla ribalta (così come dovrebbe essere per chiunque intendesse cimentarsi) il suo giuramento? Il giuramento di Montezuma (suona più magico e stranamente affettuoso di Montezemolo)?

Le tre direttrici di questo giuramento dovrebbero essere, a parer mio:
INTERNO – Circolazione delle idee – Alternanza.
ESTERO – Raggiungimento dei risultati possibili con chiarezza e capacità indiscusse, senza clientelismi e incoffessabili tornaconti – Sovranità dello Stato Italiano pari a quella degli altri Stati, non Semisovranità, come è adesso in ossequio all’obbedienza verso la Chiesa Cattolica (v. altro mio articolo su questa rivista, sui rapporti tra lo Stato e la Chiesa).
SOGGETTIVITA’ dello STATO – Laicità assoluta dello Stato (lo Stato è di tutti, anche degli Atei) – Separatezza degli ambiti politici e di quelli filosofici e religiosi, non intaccabile, per quanto possano esserci naturali reciproche influenze – Libertà di coscienza e di Religione.
Qualcosa ancora di simile, qualche altra cosa; potrebbero essere i lettori e, in senso generale i cittadini a suggerire altri punti.
Ma lei, in linea di massima se la sente? Ci pensi bene; perché se poi ci dovessimo trovare ancora una volta di fronte alle solite menate, le ho detto quali sono le mie previsioni, una specie di maledizione di Montezuma (quello vero questa volta), smetteremmo in blocco di tifare per il Cavallino Rampante, indipendentemente da Destra, Sinistra e Centro, e, ai prossimi Gran Premi di Formula 1… Red Bull, Red Bull a tutta forza, che solo a nominarla, lei vede rosso, eh già… ci giurerei.

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