Irrilevanza penale dei comportamenti elusivi comunque conformi alle norme e effettiva applicazione delle sanzioni solo al passaggio in giudicato della sentenza che abbia accertato l’abuso del diritto.
Sono queste le richieste di modifica alla delega fiscale (AC 5291), in discussione oggi e domani in commissione finanze della Camera), avanzate dalla commissione per la problematiche fiscali del Consiglio nazionale forense, coordinata da Antonio Damascelli.
L’avvocatura condivide sostanzialmente il testo dell’articolo 5 (disciplina dell’abuso del diritto) pur esprimendo qualche preoccupazione per un istituto che si presta ad una attività interpretativa da parte di magistratura e amministrazione, che potrebbe rivelarsi debordante per il contribuente.
Per questo, la commissione del Cnf propone alcune modifiche per ristabilire l’equilibrio tra la lotta all’evasione e la giuste garanzie per il contribuente.
Da una parte chiede di escludere la rilevanza penale della condotta abusiva che discende pur sempre dall’applicazione di norme di legge; altrimenti si tratterebbe di una disposizione irragionevole posta la netta distinzione tra le conseguenze tributarie e quelle penali di un comportamento economico.
In secondo luogo, la commissione chiede che le sanzioni eventualmente disposte nel procedimento tributario per abuso del diritto divengano effettive dopo il passaggio in giudicato della sentenza.
Una norma di garanzia per il contribuente, con un occhio al testo unico delle imposte (Dpr 600/’73) che sul punto, pur essendo oggetto di proposta di modifica, attualmente sposta al momento della decisione di primo grado la riscossione non solo della sanzione ma anche del tributo(art. 37 bis)
Circa le proposte per favorire la lotta all’evasione, la commissione ricorda che il Cnf ha più volte avanzato ai ministeri competenti la proposta di rendere detraibili le spese legali sostenute dei cittadini, così come avviene per le spese mediche. Senza ricevere alcuna risposta.