ROMA. Un anziano monaco copto egiziano insegna ad un gruppo di novizi l’arte della liturgia, bambini armeni giocano nella loro cittadella-fortezza di Gerusalemme, fedeli di Qaraqosh in Iraq pregano davanti al monastero del loro villaggio non lontano da Mosul.
Scene di vita quotidiana di una cristianità che sta ormai scomparendo nell’emigrazione e sotto la spada dei jihadisti del Califfato nero di Al Baghdadi, sono immortalate nella mostra fotografica Parabole d’Oriente, il cristianesimo alla sfida del nuovo millennio, allestita nella sala della Gipsoteca, nel complesso del Vittoriano (Altare della Patria) a Roma. L’esposizione, circa 200 foto più un filmato in bianco e nero che racconta antiche persecuzioni di cristiani tra cui il genocidio armeno del 1915 in Turchia, si compone di due parti. Nelle prime sale sono in mostra le foto scattate in Medio Oriente durante tre anni di viaggi (2010-2013) da Michele Borzoni tra le comunità cristiane disseminate tra Egitto, Palestina, Israele, Libano, Giordania, Siria, Iraq, una popolazione diretta erede dei primi apostoli cristiani. Le immagini ritraggono i cristiani nei loro luoghi sacri o anche nell’intimità delle case. Sono sopratutto ritratti d’interni che accompagnano lo spettatore – come sottolinea la curatrice della mostra, Renata Ferri – “a guardare ogni scena dove tutto è silenziosamente vita”. Nella seconda parte, foto messe a disposizione dalla grandi agenzie di news internazionali (Reuters, AP, Getty pictures) mostrano le violenze anti-cristiane in Medio Oriente, dalle macerie della cittadina siriana di Maalula agli attacchi terroristici contro le chiese in Egitto e Iraq. Le due parti della mostra sono in realtà un unico racconto tragico: risale solo al 2013 la foto di Borzoni che ritrae una piccola folla di cristiani a Qaraqosh, in Iraq, mentre pregano davanti ad un muro dove – secondo un’antica leggenda – compaiono una volta all’anno le ombre di sette cristiani martirizzati nel XIV secolo per essersi rifiutati di convertirsi all’Islam. E’ passato un solo anno e la stessa Qaraqosh, sul confine tra l’Iraq e il Kurdistan iracheno è stata a sua volta martirizzata dai fondamentalisti dell’Isis che, in quella zona, hanno compiuto una vera pulizia etnica anti-cristiana. La mostra, visitabile gratuitamente fino al primo ottobre 2014, è stata promossa dall’Ambasciata di Armenia presso la Santa Sede e dalla Comunità di Sant’Egidio. E’ aperta dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 18.30 e il venerdì, il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 19.30.