ROMA. Poeta della Parigi della metà del Novecento, il grande fotografo Robert Doisneau è di scena a Palazzo delle Esposizioni, dove domani si apre la grande mostra antologica che lo celebra per i cento anni dalla nascita.
Dal celebre Bacio davanti all’Hotel De Ville al grande tableau dedicato a Les Halles ai ritratti di celebrità come Luis Buñuel e Alberto Giacometti, sono esposti oltre 200 scatti, in cui il maestro francese immortala la vita palpitante della Ville Lumiere dal 1940 al 1970. Intitolata Robert Doisneau. Paris en libertè, l’importante rassegna (frutto della collaborazione tra l’Azienda Speciale Palaexpo, l’Atelier Doisneau, la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e Civita) è stata ideata per ricordare l’opera del fotografo scomparso nel 1994 e ha già avuto edizioni nella capitale francese e a Tokyo. Dopo Roma, prima assoluta in Italia, sarà a Milano allo spazio Oberdan da febbraio. A curare questa bella antologica, le due figlie di Doisneau, Annette e Francine, che, dice la direttrice scientifica della Fondazione Alinari Monica Maffioli, hanno voluto riproporre anche gli stessi allestimenti voluti dal padre per mostre da lui personalmente ideate. “Ne hanno ritrovati gli scatti – spiega – quelli con cui Doisneau documentava la sua attività”, per assicurare all’esposizione celebrativa anche una correttezza filologica. Vale a dire, quale era lo sguardo del grande fotografo sul suo lavoro, la sua ricerca così particolare dell’immagine, che realizzava dopo l’attenta analisi psicologica di chi aveva di fronte. Soprattutto la varia umanità che a Parigi popolava strade, piazze, ritrovi, luoghi di lavoro, di creatività o di fatica. Con una straordinaria freschezza, ecco la città nell’immediato dopoguerra, le sofferenze patite e la voglia di ripartire, ma anche la douce France degli anni successivi, le file al Louvre, davanti alla Gioconda con le persone stupite, commosse o curiose, i camerini di prova di Lanvin, quelli di Givenchy, il palazzo Dior, di sera, con le sarte al lavoro scrutate attraverso le finestre illuminate. Se la straordinaria sequenza di Les Halles, ben 36 grandi immagini, è capace di restituire il cuore di una Parigi ormai scomparsa, dal fascino ancora intatto e irresistibile, la parete che ripropone gli attraversamenti pedonali mantiene la sua incredibile dinamicità. Una vera e propria installazione a se stante, uno spaccato di vita parigina già intaccata dai ritmi frenetici della contemporaneità. Lo sguardo sempre appassionato di Doisneau sulla sua città e i suoi abitanti, che ne fa il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia, si esalta soprattutto in questo confronto tra le atmosfere autentiche del dopoguerra e il caos metropolitano dei decenni successivi. “Non a caso – dice il direttore generale dell’Azienda Speciale Palaexpo Mario De Simoni – le curatrici hanno voluto affiancare lo scatto del Bacio, famoso in tutto il mondo, a quello di altri due innamorati, colto da Doisneau trent’anni dopo. Sono in mezzo al traffico, hanno il casco, ma nel bacio c’è la stessa passione”.

Di Golem

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