La guerra dei mondi, il tentativo di Rai tre di creare un alternativa al talk show di rete per eccellenza (Ballarò) senza dover parlare di politica in senso stretto e autoreferenziale ha fatto, dopo 4 puntate la fine dei fuochi artificiali quando, per disgrazia, assorbono umidità (ha fatto la fine del “trac spugnato” direbbero a Napoli ).
“Due universi paralleli che parlano lingue diverse. Generazioni in lotta tra di loro. Le due squadre rappresentative del mondo degli under 40 e di quello degli over 60”: è sempre bene ricordare il come vengono presentati i progetti visto che la memoria è una qualità deficitaria oggigiorno. L’idea è di per se interessante ed è innovativa… se ne hanno tracce in “Speciale per voi” di Renzo Arbore (1969) in “A bocca aperta” della buonanima Funari (1984) , e in quasi tutti i talk show dove c’è un pubblico in studio chiamato a partecipare. Se ne possono trovare echi persino ne “L’Arena” di Giletti. Ma per David Parenzo sembrava si fosse reinventato il genere. L’attesa era tanta e le premesse erano ottime. “L’effervescente giornalista” di Telelombardia, come lo qualifica Tv blog, ma soprattutto il conduttore di “Tutti a casa” su Mtv e de “La zanzara” su Radio 24 era pronto a testarsi sulla terza rete in 4 prime serate. Risultati deludenti intorno al 4% anche se qualcuno proverà, con difficoltà, a dire che era un esperimento.
La questione è delicata. Sperimentare ha un significato ben preciso ed è per questo che bisogna affidarsi a professionisti del settore… ovviamente in appalto. Eh sì perché la parola d’ordine di quest’anno per la Rai è stata quella di floppare sì, ma con le produzioni esterne. E quindi per fare un talk di “scontro generazionale” si è dovuta chiamare nientepopodimeno che la Endemol (ma come? un programma che va in onda sulla Rai3 dei comunisti può essere prodotto dalla Endemol dove c’è partecipazione Mediaset a livello societario? La risposta è: sìììì, ormai non si sconvolge più nessuno: i comunisti vengono usati solo in campagna elettorale ma quando pagano sono delle brave persone).
Rileggiamo sempre le dichiarazioni ante che col senno del post diventano battute di una comicità irresistibile: la Guerra dei Mondi è un format originale italiano: “L’idea di questo programma nasce nel Format Department di Endemol, un ufficio formato da ragazzi giovani, ed è proprio qui che è stato scritto il primo documento di questo format – spiega Leonardo Pasquinelli, vice presidente di Endemol Italia. Esiste un Format Department (non fatevi illusioni, sarà ‘na stanza) dove ragazzi giovani (stagisti? Partecipanti a qualche scuola autori Mediaset?) hanno scritto il primo documento di questo format (“Allora raga, che ne dite di un programma dove i quarantenni sfanculano i vecchi e gli dicono ti sei mangiato il mio futuro quanto mi stai sulle palle? Eh? Che ne dite?) . E tutto questo per fare il 4 per cento?
Ma la colpa forse non è nella scarsa originalità del meccanismo. C’è una spiegazione più esoterica e affonda le sue radici in una lotta cominciata nel secolo scorso: è la maledizione della sorella maggiore, ormai bis-nonna… la radio. Ma ancora si prova a far fare tv ai conduttori radiofonici? Lo sanno pure i bambini che fanno una brutta fine. I tentativi di “salto-mediale” riescono molto raramente. La lista dei necrologi è lunga: ricordate il tentativo di Linus su Raidue? No? E un motivo ci sarà! E che dire di Nicola Savino? Quello che tocca appassisce al suo passaggio (televisivo, si intende)… eppure “Quelli che il calcio” verrà affidato a lui, giusto per blindare in casa Rai il ritorno della signora della Domenica (ma che dico… trame di questo genere non saprebbero nemmeno ordirle all’ombra del cavallo). In tv ha fatto una fine grama anche il dinamico duo “Dose & Presta”, che altro dire… dopo la maledizione di Tutankhamon c’è questa.
Se fai bene la radio sta’ bbono e fai la radio. Ed infatti Parenzo in tv ride sempre… e, credetemi, non è un bello spettacolo: sembra quasi abbia una paresi per quanto ride. Una risata finta come quei soldi di cioccolato che ritrovi nel cassetto a maggio dopo che li avevi nascosti a te stesso il giorno della Befana. Per essere cioccolato lo è… ma fa cagare. Ha dei modi azzimati da venditore di enciclopedie e, proprio come loro, ha quell’aria furbetta che sembra volerti prenderti per il culo ma… ma senza avere il “fisique du role” ed infatti è verosimile che la sua brillante intelligenza e la sua parlantina riescano nell’intento sulle onde medie, ma in 16:9 il fallimento è totale. Lo scontro generazionale? Non c’è mai stato. Il giovane arrabbiato? Ma si può prendere come esemplare dei giovani un “5 stelle” vestito come Johnny Depp che balla la “Deliranza” in Alice? E come esemplare dei sessantenni? Una professoressa in pensione cattiva come la mamma di Norman Bates che sibila “voi giovani non avete voglia di fare nulla, io alla vostra età mi mantenevo agli studi facendo la cameriera”. E magari il Format department Endemol avrà fatto pure un casting per trovare tanto livore.
Comunque ringraziando il cielo “l’esperimento estivo” è finito… qualche giorno fa ho letto che David Parenzo potrebbe realizzare per Canale 5 o Italia Uno la versione televisiva de “La zanzara” con il conduttore Giuseppe Cruciani. Il bello delle maledizioni è che, per quanto siano note a tutti, non perdono minimamente il loro magnetico potere di attrazione.