I Fondi Strutturali rappresentano lo strumento attraverso cui si esplica la Politica di Coesione dell’Unione Europea, volta a favorire la convergenza e lo sviluppo economico a livello regionale.
Il presupposto di base consiste nell’ipotesi che solamente un avvicinamento complessivo di alcuni valori indice (come reddito medio e tasso di disoccupazione) possa garantire in futuro la sostenibilità del progetto comunitario.
La politica di Coesione è dunque volta a favorire l’integrazione regionale, in particolar modo per quanto riguarda le aree più povere dell’Unione, appartenenti agli Stati Membri entrati a partire dal 2004.
I principali fondi attualmente esistenti, creati nel 2000 con l’adozione del Trattato di Lisbona, sono tre:
Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, il Fondo Sociale Europeo ed il Fondo di Coesione, ai quali si aggiungono altri fondi specifici.

Nell’ambito del Quadro Finanziario Pluriennale 2007-2013 (il cosiddetto “Bilancio UE”) sono stati individuati tre macro-obiettivi per la politica di Coesione:
–          Obiettivo 1 – Convergenza
–          Obiettivo 2 – Competitività regionale ed occupazione
–          Obiettivo 3 – Cooperazione territoriale europea

I finanziamenti sono erogati attraverso una combinazione dei fondi precedentemente citati, stabilita in base ai programmi specifici, che si distinguono in POR (Programmi Operativi Regionali) e PON (Programmi Operativi Nazionali).
Allo stato attuale, la spesa complessiva in Fondi Strutturali è pari a 347 miliardi in 7 anni, pari a quasi la metà del bilancio UE complessivo. L’obiettivo Convergenza ne costituisce il capitolo più corposo, con una spesa di circa 283 miliardi: a tali finanziamenti possono accedere tutte le regioni che abbiano un reddito medio inferiore al 75% della media europea. Una volta individuate le arre aventi diritto, l’allocazione è calcolata in base al cosiddetto Metodo di Berlino, che ripartisce i fondi sulla base di indicatori quali la ricchezza nazionale, la disoccupazione media ed il Pil. Un’ampia fetta di finanziamenti è indirizzata verso i paesi dell’est, ma per evitare un eccessivo squilibrio è stato imposto un tetto che oscilla tra il 2,2% ed il 3% del Pil nazionale a seconda del contesto specifico. Per quanto concerne l’Obiettivo Competitività, per cui sono stati spesi circa 55 miliardi, le somme sono erogate a tutte le restanti regioni, tenendo conto di alcuni fattori strutturali. Solamente 8 miliardi sono invece previsti per l’obiettivo 3, destinati alle regioni di confine per favorire la cooperazione transfrontaliera.
Nell’ambito dei negoziati per il prossimo Bilancio UE 2014-2020, è prevista una riduzione dell’entità dei fondi strutturali, soggetti a diverse critiche sul piano della capacità effettiva di contribuire alla convergenza regionale.
Molto spesso, infatti, i fondi disponibili rimangono inutilizzati a causa dell’inefficienza delle pubbliche amministrazioni, non sempre in grado di presentare progetti adeguati.
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *