Secondo il Guardasigilli la riforma della geografia giudiziaria ha razionalizzato il sistema e i dati sono incoraggianti.
Così come sono incoraggianti i numeri dei processi pendenti, che nel civile registrano un segno negativo.
“Alla data del 30 giugno 2013 – ha dichiarato alla Camera il Guardasigilli, la cui relazione è leggibile tra gli allegati – si contano 5.257.693 processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo nel penale”, quindi soprattutto nel civile, dopo gli interventi del governo Monti e del governo Letta, come la riforma dei filtri in appello, l’aumento del contributo unificato e la riforma della legge Pinto, si registrano segnali incoraggianti. Ci sarebbe infatti “un calo delle pendenze rispetto al 2012, per tutti i gradi di giudizio, del 4% che arriva al 6% in Corte d’appello; nonché la riduzione del 20 % in tema di ricorsi in materia di equa riparazione per l’irragionevole durata dei processi.
Dati incoraggianti ci sarebbero inoltre sul fronte dell’affollamento delle carceri, soprattutto dopo l’approvazione del decreto cosiddetto svuotacarceri: “i primi risultati – ha dichiarato il ministro – dicono che al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326 in progressivo decremento rispetto alla precedente rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056 detenuti”.
Diversa l’opinione degli avvocati.
Duro il giudizio dell’Organismo unitario dell’avvocatura: Per Nicola Marino, il Guardasigilli, «non solo ammette il fallimento delle sue politiche, ma conferma anche che la linea seguita dagli ultimi Governi (comprimere il diritto di difesa, aggredire la legge Pinto, inserire filtri, aumentare i costi, complicare l’accesso ai cittadini) oltre che ingiusta, è totalmente inutile per la riduzione della lunghezza dei processi e la diminuzione delle pendenze. I numeri di quest’anno sono, purtroppo, coerenti con quelli degli anni scorsi, seppur con qualche miglioramento sul civile. È sempre emergenza».
«Ancor più grave – aggiunge il presidente Oua – è che in una situazione del genere, il Ministro insista con il pontificare sulla riforma della geografia giudiziaria, un provvedimento che in molte realtà sta contribuendo all’aumento dei rinvii dei processi e alla dilatazione ulteriore dei tempi della giustizia».
«Invece di fare continuamente polemiche con gli avvocati, anche in trasferta estera – prosegue Marino, rivolgendosi alla Cancellieri – forse farebbe bene ad ascoltarli.Accolga, per esempio, una richiesta concreta: le risorse della giustizia siano finalmente impiegate per fare funzionare meglio il settore, a partire da una seria riorganizzazione degli uffici e dall’estensione reale delle innovazioni tecnologiche e del processo telematico. Basta con gli sprechi come avvenuto con i braccialetti elettronici o come continua ad avvenire con l’eccessivo ricorso alle costose intercettazioni».
«Le risse verbali – conclude – spesso, servono, appunto, per nascondere la realtà, se non fosse che alla fine questa emerge con inesorabile evidenza. La giustizia continua ad essere umiliata in questo Paese. Servono vere riforme e dialogo, non trovate ad effetto».
Secondo l’Associazione nazionale forense “I numeri esposti dal ministro della Giustizia Cancellieri nel corso della relazione sull’amministrazione della Giustizia, quasi 9 milioni di processi pendenti, sono pressochè identici a quelli degli anni precedenti. Alla luce di questa situazione sostanzialmente cristallizzata nel tempo, bene farebbe la Ministra, e con lei tutto il Governo, ad interrogarsi sulla reale efficacia delle misure messe in campo negli ultimi anni, perché alcune, come andiamo dicendo da tempo, sono assolutamente inutili, altre addirittura dannose, e tutte contro il cittadino e il suo diritto ad ottenere giustizia in tempi rapidi” ha dichiarato il segretario generale dell’Anf Ester Perifano.
“Tuttavia – continua Perifano – sarà la Corte Europea ad occuparsi molto presto della effettiva portata delle misure approvate e, ne siamo certi, non potrà che rilevarne la sostanziale illegittimità : perché tutte dettate da esigenze di bilancio e non certo dalla volontà di migliorare l’amministrazione della giustizia nel nostro Paese”.
Relazione che non ha convinto neanche i giovani avvocati.
Nicoletta Giorgi, presidente di AIGA, associazione italiana dei giovani avvocati, commenta: “L’intervento alla Camera dei Deputati del Ministro Cancellieri in merito allo stato di salute del sistema Giustizia dimostra l’intenzione di procedere sulla strada tracciata fino ad ora senza che le costanti e numerose critiche sollevate da chi opera nel diritto abbiano in alcun modo scalfito l’originario progetto, unilateralmente intrapreso”.
Nel suo intervento il Ministro Cancellieri ha segnalato come dato positivo “un calo delle pendenze rispetto al 2012, per tutti i gradi di giudizio, del 4%, che arriva al 6% in corte di appello; nonché la riduzione del 20% in tema di ricorsi in materia di equa riparazione per l’irragionevole durata dei processi”. Secondo AIGA però questo dato nasconde una realtà ben diversa: “I numeri dei procedimenti in diminuzione – spiega infatti Nicoletta Giorgi – sono solo il risultato di un accesso alla giustizia sempre più difficile per il cittadino e questo per la giustizia è una vittoria di Pirro che non serve a nessuno”. “Nessun passo indietro o dimostrazione di apertura sui disegni di legge collegati alla legge di stabilità 2014 – continua Nicoletta Giorgi -. Il ministro ritiene che la semplificazione delle forme processuali per le controversie non connotate da complessità e una sentenza priva di motivazione siano “misure di ordine processuale e sostanziale per il recupero dell’efficienza del processo di cognizione mentre si rende sempre più urgente una riforma complessiva del sistema giustizia”.
Accanto a tali dichiarazioni, “quanto più lontane dalla consapevolezza delle dinamiche giudiziarie”, si leggono attestazioni ottimistiche sui servizi telematici: deposito di atti e pagamenti telematici vengono indicati una realtà d’uso quotidiano: “Invece – sottolinea Nicoletta Giorgi – i dati forniti dal ministero della giustizia a novembre 2013 danno atto di un attuale utilizzo del processo telematico molto ridotto e con depositi telematici verificati solo su 8 corti d’Appello su 29 e in 51 tribunali su 140!“.
“D’altronde se il ministro Cancellieri dichiara che dal 30.06.2014 il processo telematico sarà obbligatorio per legge per tutti i procedimenti monitori, anziché per tutto il procedimento civile, di cui la fase monitoria è solo una possibile parte rivolta al recupero credito e già oggetto di sperimentazione telematica ormai da anni – conclude Nicoletta Giorgi – si comprende purtroppo la mancanza di una visione chiara e consapevole di quanto accade nei tribunali d’Italia”.
Camera dei Deputati, relazione del ministro Cancellieri, 21 gennaio 2014
Ministero della Giustizia – relazione sull’amministrazione della giustizia – parte I
Ministero della Giustizia – relazione sull’amministrazione della giustizia – parte II