Il Cnf ha avanzato altre proposte chiedendo di puntare su arbitrato e negoziazione assistita, l’Oua apprezza il metodo ma chiede correttivi, mentre l’Anf chiede agevolazioni fiscali per riti alternativi.
Per il Consiglio nazionale forense è stato ascoltato il consigliere Andrea Mascherin, che ha evidenziato l’importanza strategica di far funzionare gli strumenti alternativi al processo messi in campo dal governo con il decreto legge, arbitrato e negoziazione assistita.
Il Cnf ha inoltre avanzato una serie di proposte che vanno nella direzione di promuovere il ricorso efficace a questi sistemi:
La previsione di incentivi fiscali, già come previsto per la mediazione.
La previsione di un arbitro unico almeno per le controversie di valore contenuto, per favorire risparmio di costi e tempo.
La piena alternatività tra mediazione e negoziazione, tra le quali il cittadino deve poter scegliere per evitare un “corto circuito”, con conseguente perdita di tempo e maggiori costi, nei casi di obbligatorietà.
La validità della negoziazione come titolo per trasferimento di beni immobili sino a 50 mila euro, anche qui con evidenti risparmi di tempo e denaro per il cittadino.
Al fine di garantire adeguata assistenza anche nella procedura di negoziazione obbligatoria , Mascherin ha proposto di prevedere un credito fiscale per gli avvocati dei non abbienti, quale forma di compenso.
Con riferimento alle altre misure contenute nel decreto, ha posto la questione delle separazioni “ratificate” davanti a ufficiale di stato civile, evidenziando il rischio di prevaricazione del coniuge debole in assenza di un suo avvocato (come nella negoziazione) o del giudice (come nelle separazioni giudiziali); ha sottolineato l’opportunità di nuovi interventi in materia di esecuzione forzata idonei a garantire forti risparmi, anche per cittadini e imprese: ad esempio l’ accesso alle banche dati pubbliche da opera dei Consigli dell’Ordine degli avvocati su autorizzazione del presidente del tribunale.
Per l‘Organismo unitario dell’Avvocatura sono intervenuti il vicepresidente Filippo Marciante e il coordinatore della commissione procedura civile Carlo Maria Palmiero i quali hanno consegnato un documento tecnico (leggibile in allegato).
I rappresentanti Oua si sono detti soddisfatti delle modalità sottolineando ancora una volta che per l’arretrato “bisogna procedere ad un reclutamento straordinario di magistrati togati e avvocati ai quali affidare in modo esclusivo la decisione dei processi pendenti da più di tre anni”.
«Passando all’esame del provvedimento – ha proseguito, quindi, Carlo Maria Palmiero, coordinatore della Commissione OUA sulla procedura civile– in tema di negoziazione assistita e arbitrato, siamo poco seduttivi nei confronti dei cittadini senza opportune agevolazioni fiscali. No, inoltre, all’obbligatorietà della negoziazione, mentre chiediamo l’esclusività e non duplicazione dei tentativi di risoluzione alternativa: non ha alcun senso mantenere fermi i ricorsi a mediazione o conciliazione se l’esito è già infruttuoso, caricando il cittadino di ulteriori costi». «Sull’arbitrato – ha precisato Marciante – non siamo d’accordo che, per le cause pendenti in Corte di Appello, il Presidente dell’Ordine Distrettuale abbia il potere di individuare l’arbitro. Ove si ritenesse di mantenere tale competenza, il Presidente dovrà scegliere l’arbitro attingendo a rotazione a tutti gli iscritti degli albi del Distretto. In questo senso, sarebbe opportuno indicare espressamente l’incompatibilità fra la funzione di Consigliere dell’Ordine e l’incarico arbitrale, estendendola anche ai consiglieri uscenti per almeno un’intera consiliatura successiva alla fine del loro mandato. Male infine la necessità di ricorrere a un pubblico ufficiale per certificare gli accordi sui diritti soggetti a trascrizione, pratica che si giustifica solo nell’ottica di continuare a mantenere privilegi per alcune categorie che ormai esistono solo in Italia e in pochi altri paesi; bene invece la possibilità di conciliare le controversie di lavoro dinanzi agli avvocati delle parti, così come suggerito dall’Avvocatura associata».
«In merito al cosiddetto divorzio breve, se l’obiettivo è diminuire il carico di lavoro al Giudice – ha aggiunto Palmiero – allora è necessario poter risolvere le separazioni con negoziazione assistita anche nei procedimenti che riguardano coniugi con figli minori, portatori di handicap o maggiorenni non autosufficienti, che costituiscono la maggioranza (90%) delle questioni. Mentre non è possibile pensare a separazioni senza avvocato dinanzi all’Ufficiale di Stato Civile, una mortificazione dei diritti del più debole. Immaginate una coppia con una donna vittima di abusi.
Andando ad alcuni aspetti più tecnici: bisogna eliminare la spropositata e immotivata sanzionea carico dell’avvocato che non esegua nei 10 gg. o esegua con ritardo la trasmissione di copia dell’accordo all’ufficiale dello stato civile del Comune in cui il matrimonio fu trascritto, prevedendo in via subordinata l’aumento del termine a 20 gg. e la riduzione della sanzione. Pur meritevole di correttivi, quindi, è interessante la parte del decreto legge che si occupa del procedimento di esecuzione civile. Bene l’estensione per il creditore di avvalersi di tutte le banche dati pubbliche esistenti per la ricerca dei beni del debitore; eccessivi e spropositati gli incentivi agli ufficiali giudiziari (pubblici dipendenti già retribuiti dallo Stato e dalle parti) anche per la mera e semplice ricerca informatica dei beni da aggredire, con costi che vengono sottratti al creditore o al debitore in difficoltà; farraginosa e inutile la necessità di rivolgersi previamente al Presidente del Tribunale; necessario ampliare a 30 gg il termine (oggi di 10 gg) d’iscrizione a ruolo del pignoramento».
«Inoltre, sulla polemica questione della riduzione della sospensione feriale dei Magistrati – ha sottolineato il vicepresidente OUA Marciante – ribadiamo che non avrà alcuna efficacia sulla velocizzazione dei processi e sull’incremento dell’efficienza perché dovrà scontare la necessità di consentire a Magistrati, personale di cancelleria e ufficiali giudiziari di godere delle ferie. Sicché, vi sarà il forte rischio che l’attività, per quanto ufficialmente non sospesa, resti di fatto paralizzata per l’assenza o l’insufficienza di personale. Dal nostro canto, riteniamo responsabilmente di poter sacrificare due settimane di sospensione nel momento in cui il Governo ha richiesto un analogo sacrificio ad altre categorie. Tuttavia, per ragioni di equità e di organizzazione degli studi legali, è necessario che la sospensione operi per tutto il mese di agosto realizzando in questo modo una sostanziale parificazione con le ferie dei Magistrati. È poi opportuno consentire che, durante il periodo di ferie dei Magistrati, siano sospesi i termini di deposito dei provvedimenti giurisdizionali».
“Sarà da verificare la prima valutazione d’impatto del decreto legge sulla giustizia civile fatta dal Ministero della Giustizia, che quantifica in 50mila controversie quelle che potrebbero uscire dai tribunali , e che dunque dovrebbe permettere alla magistratura di aggredire l’arretrato e di ridurre la durata delle cause. Siamo perplessi su queste cifre, e del resto abbiamo ribadito la nostra contrarietà sull’impianto metodologico del ricorso alla decretazione d’urgenza, che può essere utile su riforme organizzative ma non su quelle procedurali, per le quali sarebbe più opportuno che se ne occupasse la commissione Berruti in sede di riscrittura del codice di procedura civile”.
Così Andrea Noccesi, Direttivo Nazionale ANF, intervenuto in sede di audizione presso la Commissione Giustizia del Senato .
“Sono da rimarcare positivamente nel testo – continua Noccesi – le previsioni di un aumento delle competenze per gli avvocati, a partire dalla negoziazione assistita, ma si tratta di interventi ancora troppo timidi: i limiti imposti per la separazione personale e la necessità dell’ autentica notarile per trascrizioni in conservatoria sono lacciuoli francamente superflui. Anche per le esecuzioni forzate occorre dare la possibilità agli avvocati di accedere direttamente, senza filtri e spese, alle banche dati per ricercare i beni da pignorare. Il problema di fondo rimane la necessità di rendere effettivamente appetibile il ricorso alla negoziazione e all’arbitrato. Va nella giusta direzione il Ministro Orlando quando dichiara di essere disponibile a considerare questo suggerimento. Potrebbe essere utile, ad esempio il credito d’imposta per tutte le parti, pari all’ammontare dei vari contributi unificati che al momento devono essere pagati per i vari gradi di giudizio”.
“Le agevolazioni fiscali, sotto forma di incentivi, se ben calibrate hanno dimostrato in altri settori dell’economia di essere volano di crescita, e dunque rendere più efficiente e rapida la risoluzione delle controversi civili . Si tratta un investimento necessario al rilancio del sistema Paese” – conclude Noccesi.
Documento_OUA_su_processo_civile.pdf