Ore 10.39 Come ogni mattina, legge la rassegna stampa preparata dai suoi assistenti, composta da Repubblica, il manifesto, L’Unità, Internazionale, Vanity Fair e Bimbi sani e belli (per trovare qualche ricetta).
Ore 10.40 Su Vanity Fair, dopo 147 pubblicità di borsette, legge un articolo in cui Milano viene definita “la città della cocaina, della prostituzione minorile e delle tangenti. Ma anche con qualche aspetto negativo”. Nell’articolo si legge che “Milano è la città con il maggior numero di omosessuali e di cassieri di Mc Donald’s e Burger King, anche se non è giusto confondere delle povere marionette gestite, controllate e manipolate dalle multinazionali con i cassieri di Mc Donald’s e Burger King”.
Ore 11.12 Annuncia finalmente la data di conclusione dei lavori della metro 4: “A meno di imprevisti, sarà inaugurata il 23 febbraio del 2047”. Il percorso, lievemente modificato rispetto ai progetti iniziali, prevede di congiungere il campo rom di via Lombroso con la moschea di Segrate attraversando piazza Duomo (quell’antica costruzione ingombrante piena di spuntoni che si trova in mezzo alla piazza verrà abbattuta).
Ore 12.37 Partecipa al convegno “Migliorare l’arredo urbano: aboliamo l’ecomostro di Ponte Lambro e i vestiti di Lella Costa”.
Ore 13.03 Assegna la cittadinanza onoraria a Ignazio Marino “per il contributo fondamentale che ha dato alla città di Milano. Diventando sindaco a Roma e non a Milano”.
Ore 14.04 Affronta il problema delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in vista dell’Expo. Secondo la magistratura, c’è il rischio concreto che alcuni appalti vengano concessi ad aziende che operano nella più completa legalità, senza alcun legame con la malavita organizzata.
Ore 17.19 Inaugurando l’asilo nido “Mohamed e Svetlana Brambilla”, nota che i bambini milanesi sono frenetici e a due anni hanno già una mentalità particolare. «Uè, Carletto, passami un po’ quel Lego che ci facciamo su un bel condominio. Come, non hai voglia di costruire coi Lego? Ma vai tranquillo, che chiamiamo qui il Mohamed e ci pensa lui, noi coordiniamo e basta. Vacca boia, sono quasi le sette. Che dici, Carletto, andiamo a fare l’happy hour col Plasmon come l’altra volta?». E’ anche vero che ormai, a Milano, di bambini milanesi in tutto ce ne sono quindici.
Ore 17.32 Presenta lo slogan ufficiale di Expo 2015: “Se a Milano ci fossero gli indonesiani, sarebbe una piccola Bali”.
Ore 18.28 Propone di assegnare l’Ambrogino d’oro all’inquinamento. “A Milano abbiamo un inquinamento che tutto il mondo ci invidia – dichiara -. Turisti dal Giappone vengono per ammirare le lenzuola stese che diventano grigie in un’ora, per fotografare i fiumi inquinati. I fiumi. Ogni tanto si legge: moria di pesci nel Lambro, ignote le cause. Ma la domanda non è come sono morti, è come hanno fatto a nascere!”.
Ore 19.40 Medita di lasciare la carica di sindaco a causa dei troppi impegni: ogni giorno deve firmare almeno una trentina di appelli di intellettuali, partecipare a quattro o cinque aperitivi con artisti e dialogare per almeno tre ore con la società civile. Non ha più nemmeno il tempo di far chiudere le gelaterie a mezzanotte.
Ore 21.27 E’ uno dei relatori della tavola rotonda “Mettiamo il caso che a Milano uno faccia il biglietto sul pullman. Può capitare. Lo so, non dovrebbe succedere ma ogni tanto succede”, dedicata al trasporto pubblico milanese: preannuncia il raddoppio delle linee degli autobus (per esempio la 90 si chiamerà 180, la 51 diventerà 102).
PS Io comunque il programma di Pisapia l’ho letto veramente. Ho fatto un po’ fatica, perché l’arabo non lo so ancora bene, ma l’ho letto.