Il ministero della Giustizia indice il bando per 400 magistrati ausiliari, intervento già previsto nel decreto del fare n°69/2013 e qualificato al tempo dal già ministro Cancellieri, le cui idee non hanno trovato grandi consensi anche da parte dell’attuale ministro che ne ha ritirato il fantomatico DDL, come una cura d’urto per far fronte al grande carico di pendenze pari a circa 440.000 procedimenti.
A presentare la domanda possono essere anche soggetti a riposo, con buona pace del ricambio generazionale e della necessità di implementare l’informatizzazione nelle Corti d’Appello, dove si assiste alle maggiori resistenze.
Le loro competenze, salvo qualcosa non sia cambiato, non potranno essere superiori ai 20 mila euro annui (200 euro per provvedimento di definizione di un giudizio) sui quali non saranno previsti contributi previdenziali (dato che i destinatari auna pensione già la staranno riscuotendo).
Una scelta che desta qualche perplessità tra i giovani avvocati, come sottolinea la presidente di Aiga Nicoletta Giorgi: «Il ministro Orlando ha ribadito, anche nei suoi 12 punti programmatici, la necessità di riformare la magistratura onoraria e nelle more va a caricare le fila di questa categoria di altri 400 soggetti in età da pensione e catapultati nel Processo Civile Telematico.
È comprensibile la necessità di passare dalle parole ai fatti, la politica e non solo lo chiede da tempo, ma siamo certi che dal passato arrivino le soluzioni migliori? Pensiamo davvero che i 400 giudici potranno produrre 100 provvedimenti all’anno di definizione delle cause assegnate ossia un provvedimento circa ogni 4 giorni (festivi e festività comprese) al valore di 200 euro ciascuno?».
L’impressione è quella di una scelta che male si innesta con il progetto di concretezza e rinnovamento che il ministro Orlando ha presentato nei suoi interventi. Questo reclutamento appare contradditorio con la stessa scelta di anticipare l’età pensionabile dei magistrati.
«È come se in via Arenula si fosse attivato uno stargate collegato con il passato – commenta la presidente Giorgi – in tal caso auspichiamo che l’iride venga immediatamente chiuso e si guardi a riforme innovative dove i giovani siano messi nella possibilità di dare il proprio contributo e siano intesi come le risorse su cui investire seriamente».
Si riformi quindi la magistratura onoraria, si attuino le misure necessarie, intervenendo anche nel percorso universitario e di tirocinio, per operare un proficuo ricambio generazionale dove il merito e la specializzazione dei magistrati divengono i perni del cambiamento.
«Nel frattempo – conclude la presidente dei giovani avvocati italiani – confidiamo che le riforme riguardino non solo i soggetti ma anche l’organizzazione degli uffici: la nomina di qualche mese fa del dottor Barbuto come nuovo capo del Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria crea molte aspettative di maggiore razionalità e pragmaticità, di gestione manageriale dei tribunali, che confidiamo non vengano deluse».