Ebrima ha 20 anni, è arrivato dal Gambia in Sicilia due anni fa. Ora ha un lavoro: è diventato “compagno di vita” di Toti un ragazzo di 16 anni autistico siciliano. Tante sono state le persone che hanno varcato la soglia di casa Lanza e tante quelle che non ce l’hanno fatta perché Toti ha bisogno di avere accanto sempre qualcuno che lo assiste in punta di piedi. Lui non vuole sentirsi un diverso. Lui vuole un amico e un compagno di giochi. Ed è così che la famiglia ha conosciuto Ebrima. Così il giovane gambiano, dopo un periodo di prova di 4 mesi, è entrato in punta di piedi nella famiglia di Toti e adesso vive con loro. Veste, lo assiste e segue il ragazzo di tutto punto. Con Toti scherza, gioca, sta al computer, interagisce con gli animali condividendo in maniera serena tante cose. “Stare con lui, a volte non è facile – racconta Muni Sigona, la mamma di Toti –, ma Ebrima ci è riuscito accogliendo anche i suoi momenti di crisi e di aggressività verbale”. A maggio la famiglia di Toti ha parlato con il responsabile dello Sprar dove viveva Ebrima, proponendo un contratto di lavoro come assistente a tempo indeterminato. Da quel momento il giovane è entrato a fare parte della famiglia come “compagno di vita” di Toti. Ebrima è giovane, per lui questa è la prima esperienza lavorativa. “Non sappiamo se il giovane africano rimarrà sempre con noi – dice con una punta di tristezza Muni Sigona – perché, a volte lui ci dice che non è il suo corpo ma la sua mente a stancarsi. Mi sento di sottolineare, però, che stiamo vivendo sicuramente un’esperienza unica e straordinaria che può essere presa come esempio per altre famiglie. Alle famiglie, infatti, che vivono situazioni analoghe con figli con disabilità diciamo di provare a sperimentare l’aiuto ed il sostegno che possono dare i migranti che sono in Sicilia, provando nello stesso tempo a dare loro una famiglia. Per quanto ci riguarda è un dare e avere, fatto di tanto affetto e rispetto”. “Storie come questa permettono di leggere – aggiunge Muni Sigona – l’emergenza immigrazione sotto una diversa luce. Donare reciprocamente se stessi alimentando sentimenti attraverso la costruzione di legami di amicizia.
Fonte: Redattore Sociale